È noto che quando io attacco a parlare
di musica la gente si dà alla fuga. Le mie assurde e incondivise
predisposizioni infatti mi fanno esaltare per roba che generalmente
viene accolta da commenti del tipo “ma quando comincia?” o “ma
è sempre uguale?” o “ma non canta nessuno?”. Come queste
obiezioni siano prive di valore nel definire ciò che si considera
“musica” è argomento vasto e complesso, che forse un giorno, se
avrete la pazienza di seguirmi, tenterò di illustrare. Tuttavia in
questo post parlerò di un prodotto estraneo anche alle mie solite
frequentazioni: musica del tutto non-elettronica, ma comunque
particolare e di certo non adatta agli orecchi più grossolani.
Insomma, perché a me piaccia l'importante è che non sia mainstream.
L'album in questione è Dance Europe
Express di Tryfux, pubblicato nel settembre 2012 dall'etichetta New Idols. E anche se finora avete letto
solo nomi anglofoni, si tratta in realtà di una produzione italiana.
Infatti, dietro l'alias Tryfux si cela in realtà un progetto del
giovane chitarrista pistoiese Cristiano Poli. Cristiano nella sua
pur breve (per mere questioni anagrafiche) carriera ha suonato in
diversi gruppi indie/rock e parallelamente ha portato avanti come solista il progetto
Tryfux, di cui Dance Europe Express
è già il terzo album.
Già
dal titolo, si intuisce uno dei temi principali dell'opera. Anzi, se
siete svegli queste tre parole dovrebbero già avervi ricordato
qualcosa... non vi viene in mente uno sferraglìo di rotaiecampionato, che quarant'anni fa ha praticamente dato il via a tutta
la musica moderna? La citazione non è certo casuale, perché come i
Kraftwerk con il loro disco intendevano celebrare la decadente
bellezza e varietà dell'Europa, allo stesso modo Tryfux cerca, con i
suoi sei pezzi, di offrire una panoramica delle diverse anime
musicali del continente, con particolare riferimento ai suoni
tradizionali dei diversi paesi. Dance Europe Express
infatti accompagna letteralmente l'ascoltatore in un viaggio, che non
a caso inizia proprio con il cigolio di freni e binari, e sosta nelle
principali e ideali capitali europee della musica. Ogni traccia
infatti, pur rimanendo definita all'interno di una struttura
rock/folk puramente strumentale, riprende e reinterpreta tradizioni
diverse, ricavabili anche da titoli come Novelty, Waltz,
Minstrel. Il binomio
viaggio-musica è rafforzato dai brevi intermezzi parlati, in cui i
due personaggi (uno dei quali è Tryfux stesso) si incontrano, si
amano e si separano, per poi tornare insieme dopo aver danzato sulle
melodie di tutta l'Europa (come le semplici ma efficaci illustrazioni
del libretto mostrano).
Dance Europe Express
quindi è un'opera a più livelli: quello più elementare è proprio
la musica in sé, ma ad essa è collegata una storia, che è tanto
quella dei personaggi quanto quella della musica stessa, ed entrambe
seguono un tema che le lega e le compenetra. Per questo l'ascolto non
è soltanto piacevole, ma anche appagante poiché è in grado di
evocare una serie di impressioni che vanno oltre l'apparenza
iniziale. Sicuramente non si tratta di un prodotto adatto a tutti,
perché molti (probabilmente gli stessi che mi fanno quelle domande
che ho elencato a inizio post) non sono in grado o non vogliono
sforzarsi di capire la bellezza che sta dietro a un “semplice”
giro di chitarra accompagnato dalle percussioni. Senza fare paragoni
azzardati, si può sicuramente percepire un che di Mike Oldfield,
quello delle origini, di Tubular Bells e
Hergest Ridge, in
questa capacità di estrarre il cuore della musica popolare e
renderla epica.
Per
chi volesse provarlo, il cd può essere acquistato online, mentre su youtube si trovano un'anteprima e il video
del brano Novelty (qui sotto).
Potete anche seguire Cristiano/Tryfux su facebook, che di certo non
può che fare del bene a entrambi.
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