Dopo il cliffhanger di Extremis che aveva rivelato il primo two-parter di questa stagione (salvo poi scoprire che in realtà è un three-parter), questo episodio aveva una responsabilità pesante: riprendere una storia intensa lasciata a metà e ricavarne una maggiore tensione e senso di pericolo, dal momento in cui la vicenda si sposta "nel mondo reale". Purtroppo, non è stato all'altezza.
La piramide del titolo è quella che compare dal nulla al centro di una zona di guerra contesa da russi, americani e cinesi. Il Dottore, informato dal suo alter ego simulato, sa che questa apparizione in prossimità dei tre eserciti più forti del pianeta non è un caso, e capisce che i nemici (i Monaci) vogliono attirare l'attenzione del pianeta. Richiamato al suo ruolo di Presidente della Terra come alla fine della stagione otto, il Dottore tratta con gli invasori e scopre cosa vogliono: dominare il mondo, chiaramente, ma solo quando l'umanità è disposta a cederglielo. È una sorta di ricatto al contrario: i Monaci prenderanno il comando quando gli uomini acconsentiranno al loro dominio, salvandoli dall'imminente catastrofe che si sta per scatenare per via di qualche bioingegnere distratto. Il Dottore è chiaramente contrario a affidare il pianeta alle mani dei mostri, quindi cerca di inviduare la causa dell'apocalisse che si sta avvicinando, per impedirla e invalidare così il ricatto dei Monaci.
Ci sono diversi problemi nel modo in cui la trama si svolge, divise tra superficialità, incoerenze e plot hole veri e propri. Innanzi tutto per quanto sia anomala la comparsa della piramide, il ricatto dei Monaci si basa su una proiezione da loro eseguita, per cui la distruzione del pianeta non è affatto credibile come moneta di scambio sulla quale basare l'offerta di dominio. Il fatto che poi il ricatto si basi su una circostanza fortuita (il classico scienziato che scatena accidentalmente la fine del mondo) piuttosto che su un piano ben costruito dei Monaci, riduce la portata della loro minaccia: se devono contare sulla presenza di un evento imprevedibile per poter portare avanti la loro conquista, non sono poi così onnipotenti, no? Possibile che nella loro simulazione perfetta non abbiano trovato occasioni più sostanziose di questa per intervenire?
Ma la cosa che forse mi irrita di più è come il potenziale della cecità del Dottore sia stato sprecato. Certo, alla fine si rivela determinante perché è questa a impedirgli di salvarsi e costringere Bill ad accettare il patto, ma il modo in cui l'handicap si manifesta è forzato e poco plausibile: una tastiera numerica con un quadrante analogico? Ma quando mai è esistito un dispositivo del genere, a maggior ragione in un laboratorio biologico che dovrebbe avere misure di sicurezza impenetrabili? Il momento della confessione del Dottore a Bill è comunque toccante, ma solo grazie (come sempre) all'interpretazione di Capaldi, perché la situazione è al limite del ridicolo.
Forse l'unico spunto degno di nota è quello dei Monaci che hanno bisogno di un esplicito e onesto consenso, non motivato dalla paura o dal calcolo strategico, per poter mettere in atto la loro invasione. Ma il resto dell'episodio è mal strutturato e totalmente in discesa dopo il climax di Extremis. Ma soprattutto, che fine ha fatto Missy? Pareva che il Dottore la stesse per liberare per aiutarlo a combattere la minaccia, perché non l'ha fatto prima di affrontare i Monaci?
A questo punto speriamo che il prossimo episodio sia all'altezza, probabilmente vedremo una sorta di distopia con il Dottore dalla parte dei cattivi, il che potrebbe essere interessante. Per adesso, il perno di questa ipotetica trilogia è poco efficace. Voto: 5/10
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