Magro bottino il mese scorso, visto che ho completato un unico libro. Anche se, in effetti, si tratta di un volume che contiene quattro romanzi insieme.
Sto parlando di Tschai, il libro uscito nel 2006 (cioè ce l'ho da più di dieci anni in casa e non l'avevo ancora toccato) nella collana Urania "Le grandi saghe", durata lo spazio di 3-4 numeri. Il libro contiene i quattro romanzi di Jack Vance ambientati sul pianeta Tschai, partendo dal naufragio di Adam Reith fino alla sua fuga. Una saga di un gustoso planetary romance che pochi altri autori erano in grado di scrivere a questi livelli, piena di avventura, esplorazione, passione, colpi di scena e nemici sempre più letali. Sapevo a cosa andavo incontro e ho cercato apposta qualcosa con questo livello di leggerezza, sempre con l'intenzione di disintossicarmi dalla hard sf dopo l'impegnativa lettura di Seveneves. Tschai fa bene il suo lavoro, fornire evasione e sense of wonder al lettore, anche se soffre di un paio di difetti minori dovuti forse all'epoca e alla storia editoriale delle opere. Abbiamo innanzitutto un protagonista infallibile: forte, astuto, coraggioso, esperto in molte discipline. Da solo riesce a sovvertire più di un regime in vigore su un pianeta alieno, e questo nonostante non avesse nessuna preparazione particolare oltre a quella di membro dell'equipaggio dell'astronave naufragata. Peraltro di lui non si sa quasi nulla, in quattro romanzi non si trova mai il tempo per raccontare qualcosa del suo passato e della sua vita sulla Terra. In secondo luogo, ho notato un certo atteggiamento nei confronti dei personaggi femminili che oggi farebbe rabbrividire. Quando ancora è immobilizzato e ostaggio di una tribù nomade, Adam Reith si concede di afferrare una donna e baciarla. La poveretta poco dopo verrà uccisa, ma Reith non imparerà la lezione e in seguito avrà comportamenti simili con tutte le altre donne che gli capitano a tiro, e dal tono usato dell'autore si capisce che questo atteggiamento è pienamente lecito. Infine c'è una certa tendenza in ogni storia a concludersi bruscamente, trovando una soluzione al problema in corso nello spazio di poche pagine. Quella più clamorosa è proprio la fuga finale dal pianeta, quando finalmente Reith riesce a ottenere un'astronave funzionante, e la sua partenza dal pianeta che ha occupato quattro romanzi si svolge letteralmente in mezza pagina, a poche righe di distanza dal confronto finale col nemico di turno. Per la verità mi sarei aspettato un finale diverso, come una grande rivoluzione degli umani di Tschai (che si capisce essere stati importati come schiavi dalla Terra millenni prima) guidata da Reith, invece il prodigioso cavaliere si accontenta di fare retromarcia e tornarsene alle comodità del suo pianeta natale. In fondo, chi può biasimarlo? Voto: 7/10
A essere onesto, devo ammettere che ho preso in mano un altro libro ad aprile. Dico "preso in mano" perché in effetti, dopo qualche giorno di lettura, l'ho abbandonato. Una cosa che a mia memoria non avevo mai fatto, ma stavolta dopo le prime 100 pagine non mi sono sentito di andare avanti, sia la storia che la scrittura erano di livello davvero basso. Non avendolo completato non posso commentarlo, e preferisco così, per non dover dare spazio al facile fuoco di fila su materiale scadente che è la linfa vitale di tanti altri recensori.
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