Piccole cose inutili

Oggi avrei dovuto pubblicare sul blog il commento all'ultimo film del Coppi Club, ma quando ho scoperto quello che era successo ieri notte ho preferito rimandare il post, anche perché per una sgradevole coincidenza conteneva anche alcuni accenni al terrorismo (anche se non quello "islamico"). Ho preferito il silenzio, e non ho voluto aggiungere parole inutili al marasma che già si è sollevato. D'altra parte, su questo blog non si parla di cose così importanti, si trattano argomenti frivoli: libri, musica, fantascienza, film... non è certo con questi che si affronta la situazione odierna.

Volendo lasciare a mio modo un commento, trovare qualcuno che parlasse con me, mi è venuto in mente di citare proprio l'ultimo episodio di Doctor Who, trasmesso la settimana scorsa, e che per un'altra sgradevole coincidenza affrontava in maniera diretta temi come l'integrazione, la convivenza, la guerra. Su facebook ho inserito un video tratto dalla puntata, e lo ripropongo qui:


 

"Ma ti pare il caso?" si potrebbe obiettare. Ti sembra che una cosa così grave vada commentata con una cazzata del genere, sminuita al livello di una serie tv?

Ci ho pensato un pochino, e dopo mezza giornata sono arrivato alla conclusione che sì, mi pare davvero il caso. Mi sono reso conto che quello che sono, quello che penso, quello che voglio, è influenzato in maniera forte dai libri che ho letto, i film che ho visto, la musica che ho ascoltato. Che tutte quelle piccole cose inutili con cui ho perso tempo hanno contribuito a formarmi e rendermi, per molti versi, migliore di quello che sarei altrimenti.

Un episodio di Doctor Who o un libro di Kurt Vonnegut mi hanno fatto acquisire una consapevolezza maggiore di qualunque libro di storia, hanno provocato in me reazioni più forti di qualunque discorso alle Nazioni Unite. E mi viene quindi da pensare come sarebbe la situazione, se tutti nel mondo avessero letto Mattatoio n. 5 o Straniero in terra straniera o The Adjacent, se tutti avessero visto Wall-E o Her, se tutti avessero ascoltato Moderat o Paul Kalkbrenner, solo per citare qualcuno che forse non ha nemmeno un collegamento diretto con la situazione attuale. Mi chiedo se non sia possibile cambiare qualcosa senza usare i paroloni e scomodare le poltrone più in alto. Se non abbiamo tutti bisogno di storie che ci accompagnino sulla strada della ragione e della comprensione, piuttosto che nozioni, ideali e programmi.

Mi viene quasi da pensare che queste cose frivole, queste cose inutili e superflue siano in fondo quelle che potrebbero salvarci. Non ne sono sicuro, forse è solo un modo per ripulirmi la coscienza. Ma se si dice che tutti dobbiamo fare qualcosa, forse partire dal basso può servire a qualcosa.

1 commento:

  1. Mi pare proprio il caso, in effetti.
    Anzi, io non riesco a pensare che chi scrive un libro o dirige un film o esprime in qualunque altro modo la sua creatività e professionalità, e tocca certi argomenti, non lo faccia intenzionalmente; con la fondata speranza di trovare un lettore o uno spettatore che dal suo lavoro tragga non solo divertimento o svago, ma anche, appunto, consapevolezza.
    Credo che i migliori scrittori, registi, artisti e intellettuali siano quelli che hanno un forte senso della propria deontologia professionale.

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