Film di cui avevo sentito parlare nei mesi scorsi, apprezzato in particolare per la sua originalità. Questo senza dubbio non lo si può contestare: nel cinema i tentativi di veicolare una storia in una forma narrativa diversa si presentano ogni tanto, ma a quanto mi risulta (non sono un esperto, accetto smentite) questo è il primo film basato interamente sullo schermo di un computer. Beh, ok, quasi interamente, ma di questo accenneremo dopo.
Non c'è granché da dire sulla storia che sta dietro le conversazioni via skype e in chat dei protagonisti. Una ragazza si è suicidata in seguito alla diffusione di un video imbarazzante, e a un anno dalla sua morte quelli che erano i suoi conoscenti più stretti vengono presi di mira dal suo spirito, o quello che è, che li costringe uno per uno ad ammettere le proprie colpe, per poi ucciderli. Niente che non si sia già visto centinaia di volte nell'ambito dei film horror.
La novità di Unfriended sta appunto nel fatto che il tutto non è mostrato con le normali scene girate di un film, ma attraverso il monitor del computer di una delle protagoniste. Attraverso questo conosciamo gli altri ragazzi in videoconferenza, vediamo i video da youtube che documentano quanto accaduto un anno prima, seguiamo link e discussioni sulle possessioni di spiriti e così via. È sicuramente un modo innovativo e anche abbastanza immersivo di narrare la vicenda, ed è in definitiva il pregio maggiore del film. Inizialmente sembra che la presenza dei ragazzi sia solo un mezzo per mostrare una serie di morti successive, ma più avanti le dinamiche del gruppo si complicano quando il fantasma li costringe a rivelare piccoli segreti (menzogne, bassezze, tradimenti) che li mettono uno contro l'altro.
Ci sono anche alcuni aspetti negativi che possono far diventare la visione irritante. Uno è fondamentale: guardatelo su uno schermo abbastanza grande, o avrete difficoltà a seguire le conversazioni in chat che si susseguono per tutto il film. Senza la possibilità di leggere quello che la ragazza scrive vi perderete buona parte del background. Essenziale anche poter comprendere l'inglese, ma questo lo do quasi per scontato. Al secondo posto, devo citare un finale poco coerente con la storia e la forma del film: mi riferisco proprio all'ultima scena in cui (spoiler da qui a fine paragrafo!) la telecamera si sposta dal monitor e mostra la stanza in cui è apparso il fantasma della suicida. Questo tradisce in due sensi le intenzioni iniziali: in senso narrativo, perché fino a quel momento non c'era stata nessuna apparizione soprannaturale, e le vittime precedenti erano state forzate ad ammazzarsi da sole; in senso strutturale, perché si butta via proprio negli ultimi secondi l'idea originale che sostiene tutto il film. Ho il sospetto che il regista abbia avuto qualche perplessità su come concludere e si sia lasciato sedurre dal fascino del jumpscare.
C'è anche un'altra cosa da considerare: probabilmente Unfriended inveccherià male. Può darsi che già tra un paio di anni molte delle operazioni svolte sul monitor non risultino del tutto comprensibili: ai ritmi con cui la fruizione dei mezzi di comunicazione digitali evolve, può darsi che la memorializzazione di un profilo facebook, spotify e chatroulette non abbiano più degli omologhi a breve. Quindi guardatelo ora (dura anche meno dei 90 minuti standard), tra qualche anno potrebbe risultare incomprensibile.
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