Devo ammettere che inizio a sentirmi in difficoltà a commentare questa stagione di Doctor Who. Nel senso che non mi piace dare l'impressione del fanboy, quello che per ogni sopracciglio alzato scatta a saltellare di emozione, insomma, quando c'è stato bisogno sono stato critico anche con Futurama, e lì sì che sono un fanboy. Quindi è quasi imbarazzante dover riconoscere una puntata di buon livello dietro l'altra, e assegnare una media di voti superiore al 7... ma sarei disonesto a fare altrimenti, perché a questa stagione le stanno davvero azzeccando tutte.
Ci eravamo lasciati con un prevedibile cliffhanger: la UNIT neutralizzata, Kate Stewart eliminata, Clara copiata, il Dottore in procinto di essere abbattuto sul suo aereo. Sembra quindi che il piano degli Zygon ribelli (che sono comunque una minoranza) abbia funzionato alla perfezione, e ora le forze si ricompattano per l'offensiva finale, che prevede di far scoprire l'esistenza degli alieni in mezzo agli uomini, forzando uno Zygon integrato nella società umana a manifestare la sua vera natura. Dopodiché si va alla ricercha dell'Osgood Box, l'apparecchio lasciato dal Dottore che serve appunto a gestire una simile situazione di emergenza.
Ma naturalmente il Dottore non è morto, e lui e Osgood (umana o zygon che sia) proseguono con il loro piano per fermare la guerra imminente, inizialmente credendo Clara morta, anche se si scopre presto che non è così. In un certo senso in questo episodio succede l'opposto del precedente: mentre lì ogni personaggio seguiva un suo percorso diverso, qui le strade convergono di nuovo, e così arriviamo al climax finale in cui tutti i personaggi sono nella stessa stanza, davanti all'Osgood Box, per mettere in scena l'ultimo atto della storia.
E l'ultimo atto è un monologo. Ogni tanto tocca al Dottore fare una delle sue esposizioni, esortazioni, celebrazioni... più o meno tutti i Dottori ci sono passati. Ma questo è forse il monologo più lungo visto finora, siamo a dieci minuti di intensa interpretazione da parte di Peter Capaldi. Una lunga riflessione sulla guerra, il senso dei conflitti, le conseguenze del "noi contro loro", riportata da qualcuno che queste cose le conosce di prima persona. Il tema è profondo, e quando il Dottore parla nessuno riesce a interrompere, anzi, tutti abbassano lo sguardo, sentendosi in un modo o nell'altro coinvolti e colpevoli. La soluzione del Dottore per il conflitto che sta per esplodere è semplicemente quella di fermarsi a parlare, pensare alle proprie ragioni e quelle della parte avversaria, e concludere che quello che stanno per fare è un immenso errore. D'altra parte lui ci è già passato, molte volte, e sa che cosa significa.
È una sequenza molto forte, ed è impossibile non rimanerne catturati, grazie alla straordinaria performance di Capaldi, che ancora una volta si dimostra perfettamente nella sua parte. Si potrebbe dire quasi che, a nove anni di età, il Doctor Who moderno sia diventato grande, e abbia finalmente raggiunto una maturità di temi e situazioni mai toccati prima. Certo, si potrebbe ravvisare una certa retorica in quello che il Dottore dice, ma il coinvolgimento emotivo reso dall'attore rende il tutto credibile. The Zygon Inversion è così un'altra ottima puntata, che pur con ritmi diversi si inserisce bene a seguito di The Zygon Invasion, proseguendo il riferimento (allegorico o indiretto) a temi profondi e attuali. Il che non è affatto scontato per uno show che viene ancora considerato "per bamini". Voto: 8/10
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