Giugno è stato un mese insolitamente dedicato all'horror. Le mie letture infatti si sono stabilizzate su queste gener,e e per confermare la tendenza ho partecipato al festival La Serra Trema. Non che l'horror mi sia così lontano, ma generalmente parlo così tanto di fantascienza che mi fa strano un rapporto letture in cui non viene citata.
Il primo libro che ho completato a giugno è quello che si dice un classico. Our Lady of Darkness (Nostra signora delle tenebre in italiano) è infatti un romanzo di Fritz Leiber dai più considerato un masterpiece del genere. Leiber stesso è un autore di cui ho già parlato diverse volte in passato, principalmente perché la sua produzione è molto orientata sulla fantascienza, in questo caso però il focus va decisamente sul soprannaturale, anzi, sul paramentale. Il romanzo tratta essenzialmente di maledizioni, di presenze misteriose e di forze che l'uomo non è in grado di controllare. Sicuramente è una storia appassionante, e contiene una serie di idee davvero affascinanti, prima su tutte la megapolisomanzia, cioè la disciplina occulta che studia il potere soprannaturale generato dalle metropoli. Leiber è sicuramente bravo a mettere in campo tutte queste forze e teorie oscure, tuttavia quello che mi è mancato in questo libro è uno svolgimento classico della trama, un protagonista a cui affezionarsi e per cui parteggiare. Il protagonista infatti, per qualche ragione, mi è rimasto sempre distante e poco empatico, per cui pur rimanendo affascinato dalle idee non lo sono stato altrettanto dalla storia. Probabilmente il libro contiene anche tutta una serie di riferimenti alla cultura e letteratura dell'occulto che non ho saputo cogliere, e che arricchiscono notevolmente la letttura, quindi il mio giudizio potrebbe essere viziato. Non prendetemi quindi troppo in parola quando dico che per me è un voto 6.5/10, è probabile che in realtà meriti molto di più e sia io a non averlo capito del tutto.
Il secondo libro horror che ho letto è invece di un autore italiano, e nello specifico un collega della Factory: Andrea Berneschi, scrittore aretino specializzato in horror. Il suo Necroniricon è una raccolta di racconti horror, di lunghezza medio-breve, alcuni anche di una pagina o poco più. Negli oltre venti racconti contenuti c'è spazio per temi e declinazioni differenti del genere, anche se si trovano alcuni temi ricorrenti: quello dei morti viventi (chiamati o contestualizzati in modi diversi) è presente in almeno tre racconti, e altre tematiche di fondo, come il confronto tra normale e anomalo, si ripresenta spesso. La bravura di Berneschi sta nel fornire un punto di vista inusuale pur partendo da cliché ben conosciuti, come può esserlo la famiglia non-morta in I devitalizzati, o l'apocalisse zombie con una vecchina come sopravvissuta, oppure lo scopo dell'invasione aliena. Non per riportare sempre il discorso lì, ma l'approccio è simile a quello che si trova spesso nei racconti di fantascienza (tant'è che alcuni racconti, come Protozoi o La velocità del denaro si possono sicuramente ascriere anche alla sf), ed è per questo che in fondo reputo i due generi abbastanza affini. Nel complesso Necroniricon risulta una raccolta ricca di spunti, di facile lettura (grazie anche all'umorismo che emerge in quasi tutti i testi) e con più livelli di interpretazione, il giusto compromesso tra intrattenimento e approfondimento. Questo è a mio avviso uno dei migliori libri pubblicati dalla Factory finora (almeno tra quelli che ho letto), e pertanto non mi vergono a dargli un voto 8/10 pur trovandosi nello stesso post in cui ho dato a Lieber poco più della sufficienza.
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