Quando è uscito Grand Budapest Hotel, i nomi presenti sulla locandina facevano pensare a un kolossal di quelli che si vedono una volta ogni 15-20 anni e segnano un'intera generazione di produzioni e attori hollywoodiani: Ralph Fiennes! Bill Murray! Jude Law! Edward Norton! OwenWilson! Jeff Goldblum! Adrien Brody! Deve essere qualcosa di epocale, no?
In realtà la parte di molti di questi attori è davvero minima (Murray tra tutti), e buona parte dello screentime è occupata da Fiennes e dallo sconosciuto ragazzino (sconosciuto a meno che non sia una qualche star di bollywood) che gli fa da compagno per tutto il tempo. Questo può quindi aver inzialmente misdirezionato le aspettative, tuttavia il film non è comunque da squalificare. Senza stare a riassumere la trama, che tutto sommato è abbastanza lineare, lo si può definire una commedia, una di quelle storie piene di viaggi e personaggi sopra le righe e sotterfugi, con qualche deriva verso il grottesco e un po' di humor nero. Inizialmente si può rimanere leggermente spiazzati dai successivi salti temporali all'indietro, ma la storia si svolge tutta nell'epoca più lontana, in quelle successive è solo la narrazione di quegli eventi a procedere.
È difficile valutare oggettivamente un film di questo tipo, che apertamente non fa nessuno sforzo per sorprendere lo spettatore con finezze ed effetti, ma basa tutto sulla performance dei suoi attori e sulla regia. Sicuramente, per quanto non sia competente in materia, ci sono delle interessanti scelte in ambito di fotografia, scenografia e direzione, ma al netto di queste non so se rimane poi molto. Forse il modo migliore per godersi un film del genere è proprio quello di non pensare all'aspetto formale, di non cercare a tutti i costi il capolavoro declamato da più direzioni, ma seguire senza pretese la semplice storia che si snoda e accontentarsi di un'ora e mezzo di intrattenimento onesto.
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