Rapporto letture - Agosto 2014

Generalmente si ritiene che in vacanza si legga di più, perché con più tempo da dedicare a passatempi e passioni c'è la possibilità di stare una giornata intera a leggere e aumentare il ritmo di assorbimento dei libri. Per me non è così, anzi vale quasi il contrario: sarà che la lettura fa già parte della mia routine quotidiana, per cui quando questa viene scombinata mi ritrovo di fatto con meno tempo di quello previsto solitamente per leggere.

È per questo che ad agosto ho letto solo due libri, ma in questo post parlerò praticamente di uno solo.


Non mi soffermo a parlare del primo libro letto (principalmente durante le due effettive settimane di ferie) semplicemente perché ho dedicato un post intero a The Adjacent, ultimo romanzo di Christopher Priest, che il pubblico generico forse conosce soprattutto per aver scritto il libro da cui è stato tratto il film The Prestige. Rimando all'altro post per un commento più approfondito, qui aggiungo solo che quando sei sulla nave che ti sta portando a fare il giro delle calette del golfo di Orosei e pensi che potresti approfittare per leggere, vuol dire che stai leggendo un buon libro. Voto 9/10, per questo e tutte le ragioni espresse di là.


Più riguardo a Falsi dèiMi rimane quindi tutto il resto del post per parlare di Falsi dèi (che preferisco scrivere con l'accentto grave per evitare equivoci), secondo romanzo di Francesco Troccoli con protagonista Tobruk Ramarren e ambientato nell'"Universo Insonne". Ho letto Ferro Sette, primo volume della serie, alcuni mesi fa, e mi è parso abbastanza buono da meritare di leggerne il seguito. Come nel libro precedente, il protagonista rimane Tobruk, il mercenario convertito alla causa del Sonno, qui in veste quasi ufficiale come diplomatico in viaggio verso un remoto sistema stellare per esportare il modello di Ferro Sette. Ma chiaramente si tratta di un libro che si basa soprattutto sull'azione, quindi non assistiamo per 300 pagine a dibattiti politici: qualcosa va storto già sulla nave che trasporta Tobruk e il resto della squadra di colonizzazione, e (lieve spoiler) durante l'atterraggio d'emergenza sul pianeta l'astronave attraversa un'ignota anomalia che scaraventa tutti di qualche migliaio di anni indietro nel passato. La missione quindi si complica, anzi, perde del tutto la sua natura iniziale, e starà perlopiù al protagonista riuscire a capire come venirne fuori e soprattutto perché il suo mentore ha deciso di andare proprio lì. Le rivelazioni si susseguono e si accumulano, e anche se non tutto è chiarito (lasciando presumibilmente il posto allo sviluppo di un terzo libro), la storia si incastra bene con quanto già stabilito nel libro precedente. Alcuni temi classici della fantascienza sono qui riproposti, dal viaggio nel tempo alla percezione extrasensoriale ad altre cose che non posso dire per non rovinare la lettura, ma il fatto di non contenere idee originali non penalizza la storia. Il ritmo è sempre incalzante, e anche durante i necessari infodump è difficile annoiarsi. Forse il finale è un po' affrettato, ma appunto questo è probabilmente il libro "di collegamento" tra la prima parte e la terza (ultima?) che speriamo di veder pubblicata presto. Voto: 7/10

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