Solitamente, quando un film viene tradotto dal titolo originale con una formulazione completamente diversa (e perversamente fantasiosa), uso il titolo originale per denominare il film, proprio per non dare credibilità a questa pratica (quindi, per esempio, se mi chiedete "Hai visto il film Se mi lasci ti cancello?", io rispondo di no, nonostante sia il mio film preferito... con il suo nome vero). In questo caso ho voluto fare un'eccezione proprio per sottolineare la bassezza e l'autentica malafede di questa traduzione. "Tre uomini e una pecora" infatti non solo non ha niente a che vedere col titolo originale (A Few Bestmen), ma è anche colpevolmente fuorviante. I protagonisti infatti sono quattro, non tre, e vedere il titolo così impostato fa pensare che sia stato scelto appositamente per ricordare il Tre uomini e una gamba che ebbe all'epoca tanto successo e cercare di richiamare spettatori con questo grossolano effetto subliminale. Ora, è vero che anche i tre moschettieri di Dumas in realtà erano quattro, ma lì certo l'autore non aveva scelto il titolo "sbagliato" per cavalcare l'onda di qualche successo precedente. Almeno credo.
Questa amara constatazione è solo la punta dell'iceberg per un film comico che non fa ridere, traboccante di banalità, e peraltro girato e montato male. Alcune sequenze durano lo spazio di dieci secondi, con un taglio brusco sulla successiva, alcune inquadrature non hanno proprio senso (primi piani su bambini!?) e pure la colonna sonora è irritante e fuori luogo. La storia è quella ormai classica del matrimonio e degli amici dello sposo che combinano casini, e in questo gli autori hanno chiaramente voluto a loro volta cavalcare l'onda di The Hangover, ma i risultati sono ben diversi. Intanto, la comicità estrema e grottesca di quel tipo di film non può essere presente in un film inglese, è ampiamente noto che la risata english è di un altro tipo ed è stupido aver pensato di poterla riproporre. Poi, i quattro protagonisti vanno per il matrimonio in Australia, ma questo non ha alcun senso visto che non c'è niente di "australiano" nelle vicende mostrate, e se invece che nell'outback si fosse svolto nello yorkshire non sarebbe cambiato nulla. Tralasciamo poi personaggi piatti e senza alcuna caratterizzazione (o almeno, niente che vada oltre lo stereotipo: l'imbranato, il fricchettone, il padre autoritario...), e l'assenza di qualsivoglia trama vera e propria, al di là di un generico canovaccio "casini durante la cerimonia di nozze". Di risate per tutta la durata del film ne ho fatte due, e non intendo "poche", intendo proprio due: per il discorso dell'amico che tira in ballo il sesso anale, e quando si decide chi dovrà infilare un braccio nel retto della pecora per estrarre le capsule di cocaina. Il fatto che entrambi i momenti vertano intorno al tema generico "culo" dovrebbe dirla lunga. Peraltro il film non è nemmeno volgare, ma proprio non offre alcuna occasione di divertimento. Dovrei forse ridere per una pecora truccata da donna? O per la madre fatta di cocaina che balla? Per i due sposini che quando si rivedono dopo mesi sbattono la fronte uno sull'altro (magari quest'ultima era un omaggio a Stanlio e Olio e non l'ho capito io...)? L'elenco sarebbe ben più lungo ma solo ripercorrere le infinite scene mi innervosisce per cui smetto. Aggiungo solo che anche il finale è smielato nel modo più disgustoso possibile, con battute di chiusura veramente da facepalm.
Abbiamo quindi la perfetta sintesi dello schifo: un prodotto di merda trasposto in un modo di merda.
Abbiamo quindi la perfetta sintesi dello schifo: un prodotto di merda trasposto in un modo di merda.
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