A volte mi chiedo come faccio ad andare avanti per interi mesi senza nuova musica da ascoltare. In questo caso era da febbraio che non mi pregiavo di consumare una buona parte delle mie risorse per acquisire nuovi dischi, e non è certo stato facile. In effetti, questa volta gli acquisti sono stati piuttosto limitati, almeno come quantità di pezzi, soprattutto per il fatto che con l'occasione ho acquistato un nuovo paio di cuffie Allen&Heath... ma questa è un'altra storia. Ecco i sei cd acquisiti, tra cui se ne trovano un paio notevoli:
Leviamoci subito il dente e parliamo dei Daft Punk, con il Random Access Memories intorno al quale è stato montato un hype colossale da parecchi mesi prima dell'uscita. Forse proprio questo accento calcatissimo gli si è ritorto contro, perché con tanto clamore le aspettative erano parecchio alte. In realta, RAM non è affatto un brutto album, ma non è nemmeno un disco rivoluzionario e memorabile. D'altra parte i Daft Punk hanno già fatto la storia, ed è difficile che possano ripetersi e segnare di nuovo una pietra miliare dell'elettronica. Eseguendo quindi la tara del nome e delle aspettative, e valutando le tracce di per sé, ci sono sicuramente pezzi notevoli: Contact (nel cui intro è inserita una famosa comunicazione della missione Apollo 17), Instant Crush, Doin' It Right, ma anche la Get Lucky che già si sente in radio da diverso tempo, per quanto facilotta è sicuramente carina. Notevoli anche le collaborazioni, da Touch a Giorgio by Moroder (in cui c'è proprio Giorgio Moroder a raccontare in prima persona la sua carriera musicale). Nel complesso quindi un album validissimo, che spazia dall'electro al synthpop, dalla disco al funk, come il gruppo francese ci aveva già abituato decenni fa, che tuttavia non abbatte nessun paradigma: ascolto facile e canzoni di qualità, e questo basta.
Altra uscita recente (fine 2012) è Guten Tag, ultimo album di Paul Kalkbrenner. In realtà questo album lo avevo già ascoltato perché lo avevo comprato per un amico, ma non lo possedevo ancora, e quindi non lo avevo incluso nelle recensioni. Credo che si possa dire che questo album, dopo Berlin Calling (che però era troppo legato alla sua controparte cinematografica), sia quello che afferma maggiormente l'identità dell'autore. Già la presentazione è d'impatto: case completamente nero, con chiusura magnetica e cd nero cromato anche sul lato inferiore (e una serie di adesivi all'interno che non ho avuto il cuore di staccare e appiccicare sulla console...). L'album alterna poi brevi pezzi strumentali con le tracce vere e proprie, mantenendo sempre un'atmosfera delicata, quasi malinconica, pur rimanendo nei canoni di quella moderna techno di cui da diversi anni è un punto di riferimento. Segnatevelo, perché questo è un disco che rimarrà nelle top del decennio.
Sermpre di Paul Kalkbrenner, un altro pezzo acquisito per completare la discografia: Superimpose, album del 2001. Confrontandolo con Guten Tag di sopra la differenza è evidente: questa è una techno più essenziale, e, a dirla tutto, piuttosto monotona. In effetti delle tredici tracce nessuna spicca in modo particolare, e se una qualsiasi sarebbe più che adatta per un set di quelli pesanti, il semplice ascolto non è poi così soddisfacente. Penso si possa dire che rispetto a tutti gli altri album (anche Zeit che gli è contemporaneo) questo sia il lavoro di Kalkbrenner meno ispirato ed organico.
Isolée è un nome che mi è capitato di incrociare ma che non posso dire di conoscere a fondo. L'album Well Spent Youth del 2011 comunque, raccoglie una buona selezione di pezzi, un'elettronica raffinata e dolce, che riesce sia a convincere che a sorprendere. Paloma triste, Trop près de toi, Thirteen Times an Hour sono tutte tracce di ottima qualità, dietro alle quali si avverte la presenza di un "tema" che incanala tutta la produzione dell'autore, che quindi promuovo in pieno.
Discorso ben diverso per Recycled Plastik, altro pezzo delle recente ristampe degli album degli anni 90 di Plastikman. Come negli altri casi (Artifakts, Musik, e quelli che ancora mi mancano come Sheet One) qui abbiamo la minimal più essenziale, pulita, con loop crudi e freddi. Ma da Plastikman è quello che ci si aspetta, e lui lo sa (sapeva) fare. Psichedelico ma efficace.
Per ultima un'altra chicca: LISm è un prodotto di non facile definizione. A metà tra colonna sonora e studio album, questo ultimo lavoro di Ellen Allien nasce in effetti nel 2011 come produzione per un teatro francese (almeno a quanto ho capito), ed è poi stata ripresa, estesa e riadattata in questo cd, che contiene un'unica traccia di 44 minuti. In realtà non si tratta di un'unica lunga soundtrack, ma di pezzi che si possono distinguere, e sfumano l'uno nell'altro (non nel senso che sono mixati), creando così una sequenza ordinata ma fluida. Le sonorità richiamano l'ambient, e includono letteralmente suoni "ambientali" (acqua, vento, eccetera) che accompagnano durante tutto l'ascolto. Un disco insolito ma affascinante, difficile da ignorare anche se allo stesso tempo difficile da assimilare, visto che richiede un ascolto attento e prolungato, che tuttavia ripaga in pieno il tempo e l'impegno spesi.
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