Maggio è stato un mese del tutto in media, con alternanza di ebook in inglese, classici di sf, autori italiani, romanzi e racconti. Nello specifico:
Il primo è una raccolta di racconti di Edizioni Della Vigna, che su questo blog ho già citato in quanto è l'editore di alcuni libri che contengono miei racconti, come Fantaweb 2.0 e Strani nuovi mondi 2012. Un calice di soli, un piatto di pianeti contiene una serie di racconti di "fantascienza culinaria", ovvero storie digenere che hanno come tema o argomento la cucina o il cibo. Almeno, questa è l'intenzione iniziale: in effetti, non tutti i racconti rientrano in questa definizione: alcuni non sono di fantascienza (Tre boccali di birra ottobrina) e altri hanno ben poco di culinario (Il numero non numero). In compenso ce ne sono alcuni interessanti, come Strudel alla viennese di Francesco Troccoli, e i due contributi stranieri di Resnik e Silverberg. Tra gli altri anche un racconto di Massimo Mongai che si inserisce nel conteste delle Memorie di un cuoco di astronave. A fine volume anche due brevi saggi che illustrano il (possibile) collegamento tra la cucina e la fantascienza. Nel complesso un'idea sicuramente originale, ma non realizzata pienamente. Voto: 6/10
A maggio ho anche completato la serie di Avery Cates, antieroe protagonista della pentalogia di Jeff Somers di cui, dopo aver letto anni fa i primi due volumi tradotti su Urania, ho rintracciato di recente i libri seguenti per completare la storia. Ho parlato di The Eternal Prison e The Terminal State nel rapporto letture di aprile, e questo The Final Evolution conclude il ciclo riannodando tutti i fili lasciai sparsi negli episodi precedenti. Tutti i personaggi (almeno quelli vivi) tornano in scena e ci si prepara al confronto finale di Cates con il suo ultimo nemico, con la sua vendetta che si contrappone alla sopravvivenza di tutta l'umanità. Il tono è sempre quello pulp, violento, sanguinoso e volgare, e la conclusione si adatta perfettamente a questa tendenza. Jeff Somers si conferma così un'ottima lettura, e per chi vuole saperne di più rimando al post in cui ho parlato appunto di tutta la serie. Voto: 8/10
Di Joe Haldeman comincio a diffidare: se si esclude Guerra eterna, genuino capolavoro, ho letto davvero poco di lui che mi abbia convinto e che mi porti a considerarlo un "Grande Autore". Man mano che leggo le sue storie, mi sembrano sempre di più avventure costruite a tavolino, che partono da idee iniziali anche intriganti ma poi si risolvono nel nulla, come se l'autore stesso non avesse cognizioni (o voglia) di come finirle. Mi riferisco ad esempio al pessimo Missione eterna ("seguito" di Guerra eterna) o a Cronomacchina accidentale e I protomorfi. In questo Al Servizio del TB II (che poi non ho capito bene perché si chiami così) il protagonista è un agente di un servizio segreto interplanetario che svolge le sue missioni assumendo la personalità di individui chiave che gli permettono di infiltrarsi dove richiesto. Le avventure in sé sono anche gustose, ma lasciano ben poco, e non c'è nessun filo conduttore che leghi una storia all'altra. A fine libro si rimane quindi con un certo vuoto, incapaci di capire quali fossero le intenzioni dell'autore. Voto: 6/10
Quasi opposto l'approccio di Daniel Francis Galouye: storie affascinanti e cariche di contenuti, per un autore non proprio prolifico. Sono suoi capolavori come Psychon, Stanotte il cielo cadrà e Simulacron 3, dal quale è stato tratto il quasi-celebre film Il tredicesimo piano. Universo senza luce è una storia ambientata in un mondo post-apocalittico, ma la fine della civiltà è quasi un aspetto secondario: dopo l'imprecisata catastrofe, l'umanità si è rifugiata nel sottosuolo, e abita in caverne del tutto oscure, dove ha praticamente perso l'uso della vista. I superstiti vivono quindi immersi nel Buio, che è considerato un'entità malefica, mentre la Luce, fonte di ogni virtù, è un ideale astratto irraggiungibile. Il protagonista è un giovane deciso a scoprire la vera natura di queste parole, e si muove nel mondo orientandosi con l'olfatto e l'udito (tramite una sorta di ecolocalizzazione), combattendo con gli animali che popolano gli abissi e fuggendo dalla comparsa di nuovi "mostri" più pericolosi di quelli mai incontrati prima. La storia è avvincente, e soprattutto molto efficace nel dipingere tutto un mondo a partire da sensazioni non-visive, per quanto la conclusione sia in qualche modo intuibile. Voto: 8.5/10
Ultimo del mese è un romanzo italiano: La corsa selvatica, breve libro pubblicato a suo tempo dalle compiante Edizioni XII. La storia è ambientata in altitalia, a cavallo dell'unificazione del Regno, e tira in causa leggende montane e folklore con stregoneria (anzi: stregheria), evocazioni di animali, negromanzia e antichi "poteri della natura". Un horror "artigianale", quindi, un'interpretazione nostrana del genere che non fa rimpiangere i maestri internazionali. Nella prima parte una serie di brevi racconti da punti di vista diversi forniscono il contesto, ed è poi nell'ultima parte che si sviluppa la storia vera e propria, che vede un villaggio assediato da orde di cani, ratti e corvi che sembrano uccidere senza motivo gli abitanti. La storia in sé potrebbe non sembrare particolarmente originale, ma il contesto e lo stile la rendono davvero affascinante, evocando una dimensione "magica" del nostro paese che spesso sottovalutiamo. La scrittura asciutta di Riccardo Coltri (letto anche in Carnevale) è poi efficacissima nel sollevare l'inquietudine del lettore, e basta a rendere un libro apparentemente innocuo un prodotto impressionante. Voto: 8/10
A maggio ho anche completato la serie di Avery Cates, antieroe protagonista della pentalogia di Jeff Somers di cui, dopo aver letto anni fa i primi due volumi tradotti su Urania, ho rintracciato di recente i libri seguenti per completare la storia. Ho parlato di The Eternal Prison e The Terminal State nel rapporto letture di aprile, e questo The Final Evolution conclude il ciclo riannodando tutti i fili lasciai sparsi negli episodi precedenti. Tutti i personaggi (almeno quelli vivi) tornano in scena e ci si prepara al confronto finale di Cates con il suo ultimo nemico, con la sua vendetta che si contrappone alla sopravvivenza di tutta l'umanità. Il tono è sempre quello pulp, violento, sanguinoso e volgare, e la conclusione si adatta perfettamente a questa tendenza. Jeff Somers si conferma così un'ottima lettura, e per chi vuole saperne di più rimando al post in cui ho parlato appunto di tutta la serie. Voto: 8/10
Di Joe Haldeman comincio a diffidare: se si esclude Guerra eterna, genuino capolavoro, ho letto davvero poco di lui che mi abbia convinto e che mi porti a considerarlo un "Grande Autore". Man mano che leggo le sue storie, mi sembrano sempre di più avventure costruite a tavolino, che partono da idee iniziali anche intriganti ma poi si risolvono nel nulla, come se l'autore stesso non avesse cognizioni (o voglia) di come finirle. Mi riferisco ad esempio al pessimo Missione eterna ("seguito" di Guerra eterna) o a Cronomacchina accidentale e I protomorfi. In questo Al Servizio del TB II (che poi non ho capito bene perché si chiami così) il protagonista è un agente di un servizio segreto interplanetario che svolge le sue missioni assumendo la personalità di individui chiave che gli permettono di infiltrarsi dove richiesto. Le avventure in sé sono anche gustose, ma lasciano ben poco, e non c'è nessun filo conduttore che leghi una storia all'altra. A fine libro si rimane quindi con un certo vuoto, incapaci di capire quali fossero le intenzioni dell'autore. Voto: 6/10
Quasi opposto l'approccio di Daniel Francis Galouye: storie affascinanti e cariche di contenuti, per un autore non proprio prolifico. Sono suoi capolavori come Psychon, Stanotte il cielo cadrà e Simulacron 3, dal quale è stato tratto il quasi-celebre film Il tredicesimo piano. Universo senza luce è una storia ambientata in un mondo post-apocalittico, ma la fine della civiltà è quasi un aspetto secondario: dopo l'imprecisata catastrofe, l'umanità si è rifugiata nel sottosuolo, e abita in caverne del tutto oscure, dove ha praticamente perso l'uso della vista. I superstiti vivono quindi immersi nel Buio, che è considerato un'entità malefica, mentre la Luce, fonte di ogni virtù, è un ideale astratto irraggiungibile. Il protagonista è un giovane deciso a scoprire la vera natura di queste parole, e si muove nel mondo orientandosi con l'olfatto e l'udito (tramite una sorta di ecolocalizzazione), combattendo con gli animali che popolano gli abissi e fuggendo dalla comparsa di nuovi "mostri" più pericolosi di quelli mai incontrati prima. La storia è avvincente, e soprattutto molto efficace nel dipingere tutto un mondo a partire da sensazioni non-visive, per quanto la conclusione sia in qualche modo intuibile. Voto: 8.5/10
Ultimo del mese è un romanzo italiano: La corsa selvatica, breve libro pubblicato a suo tempo dalle compiante Edizioni XII. La storia è ambientata in altitalia, a cavallo dell'unificazione del Regno, e tira in causa leggende montane e folklore con stregoneria (anzi: stregheria), evocazioni di animali, negromanzia e antichi "poteri della natura". Un horror "artigianale", quindi, un'interpretazione nostrana del genere che non fa rimpiangere i maestri internazionali. Nella prima parte una serie di brevi racconti da punti di vista diversi forniscono il contesto, ed è poi nell'ultima parte che si sviluppa la storia vera e propria, che vede un villaggio assediato da orde di cani, ratti e corvi che sembrano uccidere senza motivo gli abitanti. La storia in sé potrebbe non sembrare particolarmente originale, ma il contesto e lo stile la rendono davvero affascinante, evocando una dimensione "magica" del nostro paese che spesso sottovalutiamo. La scrittura asciutta di Riccardo Coltri (letto anche in Carnevale) è poi efficacissima nel sollevare l'inquietudine del lettore, e basta a rendere un libro apparentemente innocuo un prodotto impressionante. Voto: 8/10
La corsa selvatica ce l'ho lì da un pò e devo decidermi.
RispondiEliminaTBII in effetti l'ho letto prima di guerra eterna e col senno di poi ho avuto le tue stesse sensazioni.
E dopo aver letto il tuo saggio sulla serie di avery cates mi hai fatto venire una voglia di leggerlo, ma a me l'inglese allontana parecchio. Prima o poi farò il salto, purtroppo, ma per ora ho tanta di quella roba da recuperare che non ci penso troppo! ;)
se devi iniziare con l'ingelse, non farlo con jeff somers! usa molto slang, acronimi, dialetti e contrazioni, non è proprio facile da seguire...
EliminaLa corsa selvatica l'ho letto anch'io! Anche Zeferina, sempre ambientato in quelle zone ma un po' meno orrorifico, di cui ho apprezzato le atmosfere ma un po' meno lo sviluppo caotico della trama e l'affollamento di quelle foreste. C'è sempre l'approccio cinematografico alle scene, e in particolare nei dialoghi. L'inizio di Zeferina è difficile da digerire, con le sue 4/5 pagine di dialogo realistico.
RispondiEliminadevo dire che questo genere fantastico/folkloristico mi affascina... per esempio anche i temi dell'ebook "bialere" di Musolino erano simili (si trova in un rapporto letture di qualche mese fa). non so però se è un genere proprio con una sua identità.
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