Forse se siete "nel giro" ne avete già sentito parlare, ma nel caso siate dei parvenu vi aggiorno circa questo recente e interessante svilupo della disciplina giuridica italiana. Pochi giorni fa il Tribunale di Varese ha dichiarato colpevole Linda Rando, fondatrice e amministratrice della community Writer's Dream, per la diffamazione operata da un suo utente (oh, io non so i termini legali specifici, quindi se invece di "diffamazione" si parla di "ingiurie" fa lo stesso, la ciccia è quella, ok?).
Va bene, forse ho messo troppe nozioni in solo due righe. Proviamo a spiegare. Intanto: Writer's Dream è un portale dedicato alla scrittura, con particolare attenzione agli autori emergenti e ai meccanismi dell'editoria, vivo e attivo da diversi anni, e valorosamente impegnato contro l'editoria a pagamento (la infamous EAP!), ovvero tutte quelle forme di truffa legalizzata per cui un editore si comporta in pratica da tipografia, invece che da investitore sulle opere di un autore. Proprio per questa sua crociata, condotta su più mezzi, Writer's Dream, è spesso oggetto di querele, a volte a carico del sito stesso a volte contro i singoli utenti. E queto, miss Rando lo sa e lo accetta, e s'è già fatta crescere un fegato alla Bukowski a furia di sopportare le accuse.
La novità sta nel fatto che, proprio in questi giorni, Linda è stata condannata dal tribunale per i presunti insulti di un utente del forum Writer's Dream, senza che fosse fatto alcun tentativo di identificare il reale autore di tali affermazioni. In pratica, in quanto amministratrice del forum, è lei a essere responsabile di qualunque opinione venga espressa al suo interno.
È un po' come se voi avete un'osteria, e una sera un tizio entra e prende a sberciare dando del cornuto al sindaco* per poi uscirsene per i fatti suoi, e dieci minuti dopo arrivano i gendarmi e senza nemmeno chiedere chi era quel farabutto, vengono dietro il bancone ad ammanettarvi. Beh, oddio, può anche darsi che questa cosa sia successa in passato qualche volta, ma lo chiamavano "Medioevo" mica per nulla.
Allora, per capirsi, nessuno sta dicendo che la Rete (e già dargli la maiuscola sembra conferirgli un'identità, cosa impossibile da fare) sia un luogo di libertà assoluta e invalicabile, e che al suo interno le leggi non debbano essere applicate. Ma l'attribuzione di responsabilità per le affermazioni diffamatorie chiaramente non può essere applicata in questo modo, richiamando una normativa del 1948 della legge sulla stampa (anche qui, non so illustrare i dettagli tecnici, ma della vicenda hanno parlato molte testate sul web, potete facilmente ricercare le informazioni del caso), e soprattutto senza nemmeno tentare di cercare i veri responsabili delle affermazioni offensive, cosa che in passato era già stata chiesta e ottenuta da Writer's Dream.
Naturalmente Linda ricorrerà in appello, e il subbuglio del web è probabile che riesca a far ottenere una sentenza più ragionevole... ma certo sarà questione di mesi. Nel frattempo, se qualcuno che vi sta parecchio antipatico ha un sito, un blog, un forum, un profilo facebook, potete entrare nel suo spazio e offendere a più non posso il sindaco, tanto in galera poi ci va lui.
*Faccio questo esempio perché nella mia città qualche tempo fa è successa davvero una cosa del genere, solo che il sindaco poi è venuto direttamente al bar e ha preso a cazzotti il tizio, nda.
" Nel frattempo, se qualcuno che vi sta parecchio antipatico ha un sito, un blog, un forum, un profilo facebook, potete entrare nel suo spazio e offendere a più non posso il sindaco, tanto in galera poi ci va lui."
RispondiEliminaErrore :)
In galera ci va lui se NON CANCELLA i contenuti o se ne dissocia esplicitamente.
Non ho letto il caso specifico, ma ho paura che il fatto sia stato aggravato perchè l'imputata è proprietaria e referente del dominio in quanto tale, ed è quindi responsabile ufficiale di tutto ciò che ci viene pubblicato!
No, guarda, le sentenze di Cassazione e quant'altro hanno stabilito ben altro (e la mia ha stabilito che la colpa è della sottoscritta, ma vabbè. Confido nell'appello.)
EliminaIl principio è quello di denunciare Zuckerberg per i contenuti illeciti degli utenti.
Senza contare che:
- Io non so dove siano gli insulti. Se li cerchi nel forum non li troverai, onde per cui presumo siano stati scritti in chat, in mia assenza. La chat si autocancella ogni tot ore;
- Gli autori dei commenti non sono mai stati oggetto della denuncia. E non è nemmeno stata chiesta la cancellazione (o il riconoscimento degli stessi);
- La censura non dev'essere applicata, mai. Il mio forum non è nell'anarchia, veniamo additati come dittatori per come reprimiamo flame e cacciamo troll. Il WD si fonda sul rispetto reciproco, chi ne manca può andare fuori dai piedi.
uhm, ok, ma infatti so che tempo fa si parlava anche di responsabilità del provider, non so poi se è una cosa che effettivamente si applica, ma già quello sarebbe piuttosto ottuso. in questo caso però, almeno da quanto ho letto, non è nemmeno stato possibile ritrovare i post incriminati, e all'amministratore/proprietario non è stata chiesta nessuna cancellazione, si è proceduti subito a ritenerlo direttamente responsabile. che poi, giuridicamente può darsi che sia possibile, ma è palese che non rispetta nessun criterio di buon senso.
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