Viaggio nel tempo! Paradossi! Loooooop! Questo è quanto gridano locandina e tagline di questo film, e come potevamo lasciarcelo sfuggire? In effetti io l'avevo visto già diverso tempo fa, ma solo ora è emerso all'interno del Coppi Club e l'ho rivisto volentieri, trattandosi di uno di quei film che si capiscono meglio alla seconda visione.
La trama riassunta in dieci righe è questa: nel più o meno intorno al 2070 viene inventato il viaggio nel tempo, e di questa tecnologia si appropria la malavita per spedire nel passato la gente che vuole uccidere e toglierla di mezzo, visto che liberarsi del corpo nella loro epoca è pressoché impossibile. Gli assassini del 2040 pagati per compiere questo lavoro sono chiamati looper, e non fanno altro che aspettare in un posto preciso a un'ora precisa che si materializzi il malcapitato di turno, gli piantano un colpo in fronte e si disfanno del cadavere, sul quale trovano anche la loro paga in lingotti d'argento. Nel contratto di lavoro collettivo che il sindacato dei looper ha sottoscritto con la mafia è però inclusa la clausola che prima o poi, per liberarsi di tutte le prove, ogni assassino si vedrà comparire davanti il se stesso di trent'anni più avanti, e dovrà uccidere anche lui, chiuendo così la sua carriera con un bel carico di lingotti d'oro come buonuscita. Finora non ho rivelato nulla perché tutto questo viene spiegato nei primi dieci minuti di film, con una voce fuori campo e anche fuori luogo, giacché ci sono metodi più eleganti per eseguire il necessario infodump. La trama ingrana quando il protagonista si trova ad uccidere la sua versione più anziana (Bruce Willis) ma questo riesce a liberarsi e impedire di essere eliminato. Deciso quindi a vendicarsi di chi ha ammazzato la sua compagna, il vecchio looper si mette alla ricerca del futuro boss della malavita, che trent'anni prima è un bambino di appena dieci anni, per levarlo di mezzo ed essere quindi libero, ma nella sua caccia viene ostacolato dalla sua versione più giovane, che vuole che si faccia semplicemente ammazzare, com'era negli accordi.
Ciò detto, il film è improntato principalmente all'azione, non certo all'approfondimento psicologico, l'empatizzazione coi personaggi e così via. Quando Willis entra in scena, le nozioni sono già state trasmesse e ci si riduce in pratica a inseguimenti e sparatorie, con un paio di confronti diretti tra i due-che-sono-uno. Da questo punto di vista quindi il ritmo si mantiene sempre alto, con delle punte soprattutto quando il più anziano si prende la briga di sterminare tutti i membri dell'organizzazione che si serve dei looper. Più interessante è l'aspetto riguardante la teoria e le implicazioni dei viaggi nel tempo. La tecnologia che li rende possibili non è specificata, ma questo è accettabile perché non rientra negli scopi del film. Merita invece dedicare qualche riflessione a come vengono gestiti i classici paradossi generati dalle alterazioni del passato.
In Looper il viaggio nel tempo influisce sul futuro, ma con una sorta di "effetto ritardato", come se il tempo si muovesse in circolo su se stesso e, una volta subìta un'alterazione, necessitasse di un reboot per far girare gli aggiornamenti. Questo è particolarmente evidente quando (spoiler!) il looper collega del protagonista viene mutilato nella sua versione giovane e le mutilazioni si presentano un successione, presumibilmente alla stessa distanza in cui sono state eseguite nel "presente". Un altro esempio fondamentale (spoiler!) è proprio quello del protagonista, che in una prima timeline uccide il se stesso di trent'anni dopo, riscuote i lingotti d'oro e vive trent'anni, poi, quando viene prelevato per essere rispedito indietro, da vecchio si oppone alla cattura e riesce a liberarsi, per poi attaccare il se stesso più giovane e fuggire in cerca del boss bambino da trucidare. Sulle prime questa parte non è del tutto chiara, e solo in seguito si riesce a collegare che il film mostra alternativamente due diverse linee temporali, che necessariamente non possono convivere. Non è quindi chiaro come il paradosso si "risolva", e anzi questa possibilità di riscrivere la storia con effetto ritardato è vitale anche nel finale. In realtà il film non spreca troppo tempo a cercare di rendere coerente la sua visione del viaggio nel tempo, ma adatta la teoria alle necessità della trama, in contrasto ad altri film che privilegiano proprio il viaggio nel tempo in quanto elemento centrale, come L'esercido delle 12 scimmie, Primer, o La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo.
Se quindi non si sta troppo a ponderare troppo sul modello di consistenza universale implicito alla trama, il film risulta quindi gradevole: una buona storia d'azione con qualche elemento più intrigante rispetto al solito buono vs cattivo plus bambino da salvare. In effetti alcune "sorprese" sono tutt'altro che imprevedibili, così come altri aspetti sono gestiti in modo piuttosto grezzo (vedi la telecinesi accennata, poi dimenticata, poi ritirata fuori), ma tutto sommato la visione è stimolante, e riesce a soddisfare tanto chi cerca solo pistole e sangue quanto chi gode a sgarbugliare i nodi della trama non lineare.
In Looper il viaggio nel tempo influisce sul futuro, ma con una sorta di "effetto ritardato", come se il tempo si muovesse in circolo su se stesso e, una volta subìta un'alterazione, necessitasse di un reboot per far girare gli aggiornamenti. Questo è particolarmente evidente quando (spoiler!) il looper collega del protagonista viene mutilato nella sua versione giovane e le mutilazioni si presentano un successione, presumibilmente alla stessa distanza in cui sono state eseguite nel "presente". Un altro esempio fondamentale (spoiler!) è proprio quello del protagonista, che in una prima timeline uccide il se stesso di trent'anni dopo, riscuote i lingotti d'oro e vive trent'anni, poi, quando viene prelevato per essere rispedito indietro, da vecchio si oppone alla cattura e riesce a liberarsi, per poi attaccare il se stesso più giovane e fuggire in cerca del boss bambino da trucidare. Sulle prime questa parte non è del tutto chiara, e solo in seguito si riesce a collegare che il film mostra alternativamente due diverse linee temporali, che necessariamente non possono convivere. Non è quindi chiaro come il paradosso si "risolva", e anzi questa possibilità di riscrivere la storia con effetto ritardato è vitale anche nel finale. In realtà il film non spreca troppo tempo a cercare di rendere coerente la sua visione del viaggio nel tempo, ma adatta la teoria alle necessità della trama, in contrasto ad altri film che privilegiano proprio il viaggio nel tempo in quanto elemento centrale, come L'esercido delle 12 scimmie, Primer, o La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo.
Se quindi non si sta troppo a ponderare troppo sul modello di consistenza universale implicito alla trama, il film risulta quindi gradevole: una buona storia d'azione con qualche elemento più intrigante rispetto al solito buono vs cattivo plus bambino da salvare. In effetti alcune "sorprese" sono tutt'altro che imprevedibili, così come altri aspetti sono gestiti in modo piuttosto grezzo (vedi la telecinesi accennata, poi dimenticata, poi ritirata fuori), ma tutto sommato la visione è stimolante, e riesce a soddisfare tanto chi cerca solo pistole e sangue quanto chi gode a sgarbugliare i nodi della trama non lineare.
Nessun commento:
Posta un commento