Decido di ignorare quella tradizione tipicamente italiana di assegnare sottotitoli, come a dire "aspetta, ok, dal titolo non si capisce di che sto parlando ma ti do un indizio". Quindi non includo qui sopra quel "Colpo gobbo a Milano", ma insomma il film è quello. Una delle tante commedie italiane che di quando in quando comparsano al Coppi Club. Per la verità credo che il film goda di una certa fama, quindi non sto a descriverlo.
Se solitamente sono piuttosto ostile, o quanto meno insensibile, alle trame (presunte o reali) e al tipo di comicità sfoggiato in questo genere di film, stavolta invece credo di poter esprimere un parere positivo. La storia della rapina organizzata da un gruppo di disperati è un classico, ma qui reso in maniera ottima (se si considera che non stiamo parlando di megaproduzioni hollywoodiane) e, per quanto possibile, avvincente. Il piano messo in opera può sembrare improvvisato e sgangherato, ma, nelle stesse condizioni, voi avreste fatto di meglio? Il paragone con il più recente, famoso e fortunato Ocean's 11 viene quasi naturale, ma è chiaro che qui non siamo agli stessi livelli... basta confrontare le due coppie di protagonisti dei rispettivi film per farsi un'idea: quelli de I mitici hanno tutto un altro appeal rispetto a questi due. Tuttavia, i diversi rivolgimenti della trama e le occasionali sorprese tengono viva l'attenzione. Al tempo stesso, al contrario di come spesso avviene nei film italiani, non si cerca a tutti i costi di portare in primo piano l'aspetto "sentimentale", credendo che sia questo a dare profondità al film. La storia rimane focalizzata sull'obiettivo finale, quello della rapina, e le digressioni sono poche. Ci sono alcuni accenni all'attualità dell'epoca, che parlano di disoccupazione, crisi (toh, anche allora?), corruzione e così via, ma sono note a margine, rilevabili ma non pesanti nell'economia del film. Anche il finale è ben studiato, non banale ma soddisfacente.
Una menzione va fatta anche ad alcune interpretazioni. Smaila è meno macchiettoso del solito, anzi piuttosto efficace nel ruolo del direttore omosessuale, e pure la Bellucci risulta gradevole mostrandosi molto più vicina alla sua forma naturale, in un tempo in cui non era la dama di classe che millanta di essere adesso.
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