Il post arriva con un certo ritardo, come già paventato, ma non mi è stato possibile mettermi al lavoro pirma per fornire la cronaca del film visto nell'ultima domenica di gennaio. Peraltro, si trattava del mio turno da Anfitrione, per il quale avevo selezionato una serie di film tutti ambientati al di fuori della Terra. Forse intimoriti dalle distanze siderali, i membri del Coppi Club hanno infine deciso di affacciarsi giusto sul pianeta accanto, dando fiducia a questo film di Carpenter.
Marte è da sempre uno dei pianeti più cari alla tradizione fantascientifica, personificazione extraplanetaria della "frontiera", e protagonista di saghe di valore storico come quella di John Carter di Burroughs (Edgar, non William) e le Cronache Marziane di Bradbury. In questo senso, il film interpreta nel modo più "classico" l'ambientazione, facendo di Marte un pianeta sostanzialmente abitabile, anche se gli occupanti usano alcune accortezze praticamente invisibili per poter respirare l'aria rarefatta (nessun problema di pressione o temperatura, a quanto pare). La storia, comunque, ha ben poco di fantascientifico, e anzi si svolge secondo canoni horror piuttosto semplici, con i "fantasmi" che si impossessano dei corpi degli umani cercando di cancellare così l'occupazione del loro pianeta. Come ci si può aspettare da un film di Carpenter, tutto si basa sull'azione, con il gruppo di protagonisti prima assediati e poi in contrattacco contro la minaccia supernaturale. Ci sono sorprese e voltafaccia e morti e rivelazioni, ma niente che non si possa intuire già con diversi minuti di anticipo. Forse più originale del solito il sistema narrativo adottato in parecchie situazioni (fin dalla scena iniziale), nel quale un personaggio racconta attraverso un flashback nei quali compaiono altri flashback.
In sostanza, non un film memorabile, ma una storia valida nella sua leggerezza, che non pretende di colpire troppo e riesce bene nel semplice (ma non banale) intento di intrattenere.
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