Doctor Who New Year Special 2021 - Revolution of the Daleks

A malincuore devo ammettere dopo il disastro del finale della stagione 12 del moderno Doctor Who, l'arrivo di un nuovo episodio della serie non mi esalta più. Non lo aspetto più con trepidazione, me ne interesso perché ormai è una cosa a cui sono abituato, ma non è più capace di monopolizzare la mia attenzione come un tempo. Per questo sono arrivato all'episodio di capodanno 2021 con aspettative basse, e un certo sonno per l'orario in cui ho visto la puntata. Se da una parte le aspettative basse mi hanno permesso di godere in parte dell'avventura, il sonno mi ha portato ad addormentarmi un paio di volte, il che non è un buon segno.

Revolution of the Daleks riaggancia il precedente speciale Resolution del 2019, in un cui un Dalek da ricognizione era stato riassemblato sulla Terra e aveva preso possesso di una ricercatrice, manovrandola come una marionetta in classico stile ultracorpo per ricostruire il veicolo e tenare di richiamare la flotta d'invasione (come se i Dalek non sapessero dove si trova la Terra, ma vabbè). Adesso si scopre che l'esoscheletro Dalek distrutto in quell'episodio è stato recuperato da qualcuno e sulla base di questo sono stati realizzati dei robot per servizio di sicurezza e contenimento delle rivolte, che spruzzano acqua e gas lacrimogeno. Il malefico complotto è portato avanti da Robertson, l'industriale-che-non-è-assolutamente-una-parodia-di-trump che era il villain di Arachnids in the UK, in accordo con la leader di un partito che corre per l'elezione come primo ministro inglese.


Nel frattempo come avevamo visto alla fine di The Timeless Children (brrr), i cari Ryan/Graham/Yaz sono stati abbandonati dal Dottore, che è stata invece catturata dai Judoon e messa in prigione. La "fam" di companion ormai ha capito che il Dottore non tornerà, a parte Yaz che continua a cercare indizi per riuscire a scovarla (fun fact: c'è tutta una sezione del fandom che spinge per una romance esplicita tra Yaz e il Dottore). I tre scoprono che il Dalek è stato ricostruito e quindi fronteggiano Robertson, ma malauguratamente si presentano senza un piano e quindi finisce in nulla.

Come faranno a salvre la situazione ora che il Dottore non è più lì ad aiutarli?

Say no more, perché abbiamo riportato dentro il capitano Jack Harkness proprio per questo! Dopo il cameo di Fugitive of the Judoon, ecco il capitano si presenta in prigione e con l'utilizzo di un aggeggio magico porta via il Dottore. L'evasione dura qurantaquattro secondi. Quindi il grosso cliffhanger con cui si era conclusa la stagione 12, che ci faceva pensare a una situazione estremamente difficile per il Dottore... no, niente, si scherzava.

Ho già parlato in precedenza della pistola a salve di Chibnall in precedenza, non mi ripeto qui. Comunque la meccanica è sempre quella, introdurre indizi per plot che non si svilupperanno mai e di cui ci si libera nel giro di un paio di minuti. Le basi dello storytelling, signori.

Grazie alla comparsa di Harkness il gruppo si riunisce e scopre che il Dalek clonato dalle cellule rimaste nella corazza distrutta sta controllando l'ingegnere di Robertson e ha generato altri cloni di se stesso. Se vi sembra familiare l'idea di un Dalek che usa un umano come una marionetta aggrappandoglisi alla schiena, è perché era letteralmente il concept dell'episodio a cui qusto si ricollega. Ma evidentemente gli sembrava così forte che hanno voluto riutilizzarlo pari pari. Ovviamente i Dalek clonati entrano negli scafandri e iniziano a pilotarli facendo strage di umani ignari. No davvero, ne ammazzano a decine: per strada, negli aeroporti. Ammazzano anche la nuova prima ministra in diretta tv.

Per fermare la minaccia il Dottore chiama altri Dalek, che scoprendo l'abominio dei Dalek ibridi si impongono subito di eliminarli. Questo è probabilmente l'elemento più riuscito della storia, perché vedere i Dalek esprimere il loro nazismo maccheronico è sempre spassoso, e le guerre tra i nemici del Dottore sono divertenti, anche se la guerra civile tra fazioni di Dalek si era già vista in precedenza nella serie classica. Peccato che duri pochi minuti, perché siamo già quasi a fine minutaggio, quindi la questione va risolta in fretta. I Dalek mutanti sono eliminati velocemente (ed è un peccato, perché il design moderno era interessante) e anche i Dalek classici vengono tolti di mezzo da un solito trick del Dottore.

Nel mezzo abbiamo due-tre scene "emotive" che ci spiegano come sia difficile e imprevedibile vivere con il Dottore, che ci preparano all'imminente separazione con i companion. Infatti una volta conclusa l'avventura, Ryan e Graham abbandonano il Tardis, perché quella non è più la vita che vogliono fare. Ci provano anche a renderla una scena toccante, con il gruppo che si riunisce in cerchio come una squadra di rugby prima della partita, ma il coinvolgimento è pressoché nullo, sempre per la ragione che questi personaggi non sono stati sviluppati e non abbiamo niente da spartire con loro, così come la loro relazione speciale con il Dottore non è credibile perché non lo abbiamo visto svilupparsi e renderli davvero una "fam". Ryan che se ne va ha lo stesso impatto emotivo del rider che ti porta la pizza e poi riparte per la prossima consegna. Sarà anche che la sua interpretazione è sempre, sempre, apparsa così piatta e disinteressata, come se non avesse nessuna voglia di fare quello che stava facendo. Non dico che sia colpa dell'attore, è una questione di script e regia, ma l'apatia di Ryan è sempre stata estremamente irritante e quindi vederlo andare via è quasi un sollievo.

Spiace più per Graham che aveva avuto di momenti più intensi ed era l'unico che aveva fatto da controparte al Dottore in alcune situazioni. Ma anche in questo caso, il personaggio è completamente inutilizzato: c'era una sottotrama della sua scoperta di avere il cancro e poco tempo da vivere ma evidentemente gli sceneggiatori se ne sono dimenticati e non ne hanno più fatto menzione. Yaz, poverina, forse ora che avrà più spazio potrà scoprire di avere un ruolo oltre a quello di exposition device per il Dottore.

La cosa paradossale è che in tutto l'episodio il personaggio che emerge di più è Robertson, il cattivo-ma-simpatico. Nemmeno il capitano Harkness riesce a tenergli testa, nonostante la sua solita esuberanza. E come abbiamo detto già in precedenza (perché è già successo!), quando il personaggio più interessante della tua storia è il villain usa e getta che non vedremo più, c'è un problema. Nella puntata dovrebbe esserci anche una sottotraccia satirica, con la propaganda a favore dei Dalek come agenti di sicurezza, ma questo aspetto è dimenticato presto e non costituisce il vero nucleo della storia. Colpi a salve, di nuovo.

E se vi stavate chiedendo in che modo le tremende rivelazioni di The Timeless Children impattano sulla storia, vi sorprenderà sapere che la risposta è: nessuno. Lo sconvolgimento del Dottore per le sue origini e la nuova distruzione di Gallifrey non comportano assolutamente niente, se non lo scambio di qualche goffa battuta che ci dovrebbe ricordare che sì, è avvenuto davvero.

Revolution of the Daleks è un episodio che tutto sommato funziona, ma dimostra ancora tutti i difetti della visione di Chibnall per il Dottore. Storie ripetitive, personaggi senza scopo, dialoghi legnosi e pieni di infodump (il Dalek manipolatore passa quasi due minuti a illustrare passo per passo tutto il suo piano), alchimia assente tra i protagonisti. Il tutto conduce alla cosa più pericolosa di tutte: la noia. E infatti ci sono cascato due volte, ma quando ho recuprato le parti che mi ero perso ho scoperto che non mi ero perso davvero nulla. Si merita un voto 6.5/10 solo perché i Dalek che si ammazzano tra di loro sono una sicurezza.

Non è ancora stabilito quando inizierà la stagione 13 anche se è già stato annunciato un nuovo companion, che dovrebbe essere un attore comico piuttosto conosciuto in UK. Vedremo se la sua presenza aiuterà a portare nuova linfa in DW, purtroppo però l'impressione è che il problema non siano gli interpreti.


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