Io, neutrino

La prima volta che ho sentito la parola "neutrino" ero piccolo. Molto piccolo. Ero un bambino che andava alle elementari, e la mattina prima di salire sul pulmino giallo che fermava davanti casa facevo colazione guardando le Tartarughe Ninja (e forse qualche altro cartone, ma l'evento della mattina era quello). Solo un decennio abbondante dopo avrei scoperto che Teenage Mutant Ninja Turtles, rimanendo un po' sorpreso per l'aggettivo "teenage", che non mi sembrava così rilevante. Ma questa è un'altra storia. I neutrini di cui sentii parlare in una di quelle mattine erano dei ragazzetti (piuttosto irritanti, per la verità), che in un episodio spuntavano da una dimensione parallela e diventavano amici delle tartarughe. Avevano un'auto, lo ricordo bene, che funzionava con la pizza come carburante.

All'epoca non sapevo nulla dei neutrini, e a dirla tutta ne so molto poco anche ora. Ma in effetti credo che poche persone nel mondo possano dire di conoscerli, quindi non mi sento così in torto. I neutrini sono diventati popolari in questi giorni perché, con estrema e irritante noncuranza (al pari dei loro omonimi dell'universo TMNT) hanno distrutto una delle poche certezze su cui l'umanità era sicura di poter contare. Quello che nell'era moderna della fisica era sembrato un limite invalicabile è stato superato senza troppo clamore, come un post-it giallo appiccicato sul frigo con su scritto "oh, e comunque, sono più veloce della luce".

I neutrini sono sempre state particelle misteriose, questo va riconosciuto, e anzi si stanno rivelando tra le più sorprendenti, perché dopo averci rivelato che probabilmente, proprio a causa loro, l'universo terminerà in un colossale big crunch, adesso ci fanno anche sapere che una delle costanti più sacre della fisica è una cazzata. Non mi dilungo a parlare dell'esperimento, delle conclusioni, e nemmeno aggiungo il mio contributo all'affossamento della nostra esimia ministra dell'università per il clamoroso strafalcione del tunnel sotterraneo dal Gran Sasso (laboratorio che ho avuto il piacere di visitare, anni fa) a Ginevra. Di questo altri hanno già parlato con cognizione di causa maggiore, e non penso di poter dire niente di più, le fonti sono disponibili a tutti. Quello che mi preme sottolineare è come, ancora una volta, un vero e proprio paradigma della storia è stato sconvolto. Dalla Terra piatta all'eliocentrismo, dalla teoria atomica alla quantistica, sembra che a intervalli irregolari la concezione dell'Universo che abbiamo faticosamente guadagnato debba essere demolita. Insomma, se quando mi sono messo a lavorare a Discronia avessi scelto come idea di partenza l'ipotesi che la velocità della luce fosse superabile, sarebbe stata una premessa accettabile: una divergenza a livello paradigmatico che comporta differenze epistemologiche rispetto al nostro universo. Poteva funzionare, fino a qualche giorno fa.

Ora non più.

Verrebbe quasi da pensare che il neutrino sia una particella che noi stessi abbiamo cercato, e se fossi uno che crede davvero in concetti cosmogonifilosofici come il paradigma olografico, potrei arrivare a dire che esso è la più recente risposta alle nostre illusioni collettive. Non so quanto questo sia confortante: la consapevolezza che niente di quello che sappiamo è certo, nemmeno quando siamo sicuri che lo sia. Però, in un certo senso, non mi dispiace più di tanto. Sapere che esiste sempre un limite che può essere superato, come letteralmente hanno fatto quei bimbetti con la macchina a pizza, mi fa sentire meno piccolo e stupido. O meglio, ancora più piccolo e stupido, ma in un rapporto talmente infinitesimale di fronte ai segreti dell'Universo che ormai non ha più senso preoccuparsene.

Possiamo convincerci quanto vogliamo di conoscere ciò che ci circonda, ma alla fine l'Universo, o la Natura, o metteteci pure Dio se ve la sentite, ci ricorda che non siamo altro che delle appendici incidentali e del tutto irrilevanti di quella che è l'esistenza. Qualsiasi cosa facciamo, diciamo o pensiamo, non ha alcuna importanza in confronto all'incommensurabile incomprensibilità del posto che ci troviamo ad occupare. Possiamo stare sereni, perché niente di noi avrà mai nessun peso su nulla, alla fine. Non è meraviglioso?

Non so se quello che dico ha senso. Ma un tempo, un tempo che ormai dobbiamo dimenticare, non lo avrebbe avuto nemmeno pensare a qualcosa di più veloce di un fotone. Se non avete capito, chiedete al neutrino che vi sta sorpassando proprio ora. Se riuscite a vederlo.

2 commenti:

  1. La notizia ha giustamente fatto scalpore, ma per adesso conviene usare cautela e non dare retta ai sensazionalismi giornalistici.

    Non dimentichiamo che si tratta di un esperimento che come tutti gli altri segue un procedimento scientifico. Lo stesso tipo di test verrà (non so con quali tempi) riprodotto anche da laboratori negli USA ed in Giappone, per confermare o smentire ciò che è stato osservato ora.
    In ogni caso è assurdo voler screditare Einstein o rigettare in toto la relatività: in quasi un secolo ha dato prova di essere valida in molteplici applicazioni, se questa scoperta dovesse essere confermata bisognerebbe senz'altro correggerla ed ampliarla, ma certamente non bollata come inutile e come un errore.

    RispondiElimina
  2. sì certo, io ho usato un tono un po' semplicistico ma so che la notizia va gestita con calma. non ho parlato della teoria che sta dietro a tutto perché non sono in grado, e non ho nemmeno citato Einstein proprio perché so di non averne titolo (ho sentito dire a qualche tg "Einsten sbagliava", il che è piuttosto approssimativo). quello che mi premeva sottolineare, più della scoperta in sé, è il continuo allontanarsi dei limiti che crediamo di conoscere, e i continui cambi di prospettiva a cui siamo costretti da rivelazioni come questa.

    RispondiElimina