Questo sarà un post a carattere personale, nel senso che racconterò una fettina di cazzi miei personali che di norma evito di condividere qui, ma ogni tanto può capitare. Così da una parte dimostro di essere comunque una persona veri con una vita veri, dall'altra do una mano a G a profilarmi meglio, ché mi rendo conto di essere un po' reticente sui cazzi miei. Se i cazzi miei non vi interessano, ci vediamo alla prossima.
A gennaio mi sono dimesso dal mio lavoro di ufficio che avevo da sei anni e qualcosa. In realtà avevo annunciato le dimissioni con larghissimo anticipo, perché essendo una richiesta dettata unicamente da mie esigenze personali (i.e., niente screzi con l'azienda o strabilianti prospettive di un futuro migliore), volevo dare modo a chi mi aveva dato lavoro di prepararsi. Le ragioni della mia decisione di lasciare il lavoro stavano sostanzialmente nella voglia di cambiare, evitare di fossilizzarmi in un lavoro che pur rispettando tutti i crismi di un sano rapporto di subordinazione non mi offriva (o almeno non mi offriva più) grandi soddisfazioni. Le dieci ore al giorno seduto in ufficio iniziavano a parermi asfissianti, e prima che la situazione peggiorasse e soprattutto che io stesso arrivassi a un'età in cui non sarei più stato "spendibile" sul "mercato del lavoro" (che brutto modo di pensare a se stessi, eh?), ho preferito allontanarmi con serenità. Leggasi anche: crisi di mezza età. Ripeto, non avevo nessun approdo pronto, nessuno che mi stesse aspettando per offrirmi una posizione migliore. È stato un salto nel vuoto, certo con il paracadute, ma comunque senza sapere dove sarei atterrato.
Così da settembre a gennaio il mio lavoro è stato in buona parte quello di formare le 2 persone che mi hanno poi sostituito (in realtà 3, ma una non ce l'ha fatta). Parallelamente ricerca di altri lavori, aggiornamento curriculum e rispolvero linkedin, colloqui sparsi qua e là senza grossi risultati. Dalla prima settimana di febbraio mi sono ritrovato quindi a non dover essere alle 8:50 alla scrivania. Avevo tutto il tempo per fare "le mie cose". E quel tempo ho cercato di sfruttarlo.
Intanto ho preparato le lezioni per il mio primo corso di scrittura, in sostanza un esperimento che mi sta servendo per capire se questa cosa poteva funzionare. Siamo a metà del percorso, e posso dire che per quanto mi riguarda l'esperienza è soddisfacente. Se lo penseranno anche gli studenti, lo sapremo solo alla fine. Sto già cercando qualche contatto per provare a riproporre il corso in altri contesti, e magari estendere anche quest'attività. Forse andrà avanti, forse no. Già che ci siamo, se avete interesse per una cosa del genere, fate un fischio.
Ma di tempo ne avevo ancora a disposizione, e soprattutto non avevo un'idea chiara di quanto ne avrei avuto. Perché prima o poi la pacchia finisce, questa parentesi di "inattività" dovrà terminare e dovrò per forza scegliere di accettare una di quelle posizioni che per il momento ho scartato perché posso permettermelo, ancora per qualche mese. Quindi meglio sfruttare la libera uscita finché dura.
Allora mi sono iscritto anche a un workshop di scrittura intensivo. Dodici ore in due giorni, un concentrato di nozioni che in buona parte avevo già se pure in forma diversa, e tanti altri contenuti che invece mi mancavano. Allora mi sono iscritto a un corso di apicoltura, che è sempre stato il mio progetto a medio-lungo termine, certo non come attività di sostentamento principale, ma come hobby con indirizzo post-apocalittico, perché avere una fonte di calorie quando non ci sarà più l'Esselunga per fare la spesa potrebbe essere utile. Purtroppo il corso è stato sospeso da questa settimana per l'ordinanza relativa all'epidemia, ma se l'emergenza rientra dovrei riuscire a completare anche quello. Ho considerato anche di frequentare corsi di sceneggiatura, ma non ne ho trovato nessuno che fosse aperto alle iscrizioni in questo momento quindi per il momento ho dovuto lasciar perdere.
Fin qui tutti soldi spesi e nessun introito. Ma bisogna anche pensare a fatturare, no? Quindi ho provato a mettere a frutto anche qualcos'altro che mi sono accorto essere nelle mie corde. Proprio durante quel periodo di formazione dei miei sostituti, mi sono reso conto di come questa cosa di insegnare agli altri mi stesse piacendo. Impressione confermata con il corso di narrativa che sto tenendo. E allora il tentativo dell'insegnamento, perché no? Il mio percorso di studi e le mie predisposizioni naturali mi rendono abbastanza appetibile come docente di matematica, ma senza i titoli per partecipare a concorsi pubblici, mi sono proposto a istituti privati e centri di formazione. La risposta è stata quasi immediata, perché di matematici a quanto pare c'è fame: sto già seguendo un paio di studenti e ho fatto qualche ora di sostituzone in classe. Poi è arrivato pure lì il virus, 'tacci sua, quindi per ora siamo fermi.
Ma siamo o non siamo nell'era dello smartworking? Quindi mi pareva appropriato sfruttare anche il canale dell'insegnamento a distanza. Mi trovate infatti anche su Schoolr, e in tempi di scuole chiuse magari può essere utile. Non voglio sciacallare sull'emergenza, questa coincidenza di tempi è stata anzi piuttosto sfortunata, ma se avete dei pargoli in età di studi, con la maturità in arrivo oppure vi volete levare la soddisfazione di calcolare un integrale, potete contattarmi da lì. Scoprire che so ancora (più o meno) risolvere gli integrali è stata anche una discreta botta di autostima.
E sì, sto anche lavorando a cose da scrivere: ho completato due racconti in uscita nei prossimi mesi, sto rimettendo mano al romanzo finito in prima stesura a novembre, ho aperto la newsletter e sto curando un po' di più la mia presenza social. Il mio young adult invece, mannaggia a me che mi metto a scrivere roba intaducibile, è sempre al palo, ma non dispero.
Ah, e ho anche iniziato a fumare la pipa, altra cosa che mi ripromettevo da tempo di voler iniziare ma che avevo sempre rimandato in attesa di un momento che mi permettesse di dedicargli la pazienza che richiede.
Ah, e ho anche iniziato a fumare la pipa, altra cosa che mi ripromettevo da tempo di voler iniziare ma che avevo sempre rimandato in attesa di un momento che mi permettesse di dedicargli la pazienza che richiede.
La cosa che mi ha sorpreso è che questo mese di febbraio così variegato, con l'agenda che effettivamente mi era utile per tenere traccia di impegni e promemoria, mi pare durato quanto una stagione intera. I primi del mese ho fatto un colloquio seguito da un passeggiata in città, ma la settimana scorsa ripensando a quando era avvenuto quel giro mi sembrava si parlasse di mesi e mesi prima. In un certo senso è confortante constatare come l'assenza di una routine preordinata mi abbia dato l'impressione (illusione?) di riappropriarmi del mio tempo, di "viverlo in pieno", esagero? Probabilmente non durerà perché appunto dovrò cedere prima o poi alla necessità di mangiare, dormire sotto un tetto e mantenere una connessione internet. Pandemia permettendo, come ci siamo abituati a premettere in questi giorni.
Quindi, allo stato attuale la situazione è questa. Ci tenevo a lasciarne traccia perché forse tra un anno avrò perso la memoria muscolare di questi giorni. E magari, buttando lì che ora come ora sono aperto a queste nuove opportunità, a qualcuno di passaggio potrebbe venire in mente di propormi qualcosa.
See you on the other side.
DAJE!
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