Come avevo annunciato qualche post fa, a partire da questa terza stagione inizierò a commentare i singoli episodi di Westworld. Non l'avevo fatto in precedenza perché ancora non avevo realizzato la portata di questa serie, e iniziare a metà del percorso non mi sembrava utile. Ma la terza stagione segna un punto di svolta abbastanza distinto, si può quasi dire che le stagioni 1 e 2 fossero il primo atto della storia complessiva, e quindi adesso abbiamo un'ambientazione diversa, nuovi obiettivi e nuovi personaggi. Prima di partire, potete recuperare la mia FAQ e la timeline completa delle prime due stagioni, anche se ho l'impressione che la stagione 3 sarà piuttosto lineare e non richiederà di riprendere in continuazione la cronologia precedente.
In questo primo episodio vediamo la storia riprendere da dove l'avevamo lasciata: Dolores nel "mondo esterno" che sta cercando di attuare il piano di liberazione della sua razza, con la collaborazione della versione host di Charlotte Hale, di cui ancora non sappiamo l'identità sotto la skin. Mentre Charlotte è ancora parte del board Delos, e può quindi continuare (almeno per il momento) a dirigere la politica dell'azienda e la produzione di host, Dolores acquisisce i contatti di persone di alto rango che hanno visitato in precedenza il parco e di cui ha potuto raccogliere tutte le informazioni personali all'interno della Forgia. Entra così in contatto con Incite, un'altra azienda che pare stia traendo profitto dalla ricerca Delos sulla raccolta e aggregazione di dati.
Per chi non avesse seguito il marketing rilasciato nei mesi scorsi, Incite è un nome che era già saltato fuori, e che come la Delos ha il suo bel sito di presentazione che dice: if data is destiny, then you chart the path. Incite a quanto pare si occupa di "trovare una strada" a ogni suo cliente, ovvero sostanzialmente gestisce la sua vita per minimizzare lo stress e massimizzare la soddisfazione. I parallelismi con gli host che si trovano una narrazione già scritta è piuttosto evidente. Incite dispone di un potente algoritmo chiamato Rehoboam (nome biblico del figlio di Salomone), che suona tanto tanto familiare al Samaritan di Person of Interest. Fun fact: POI è una serie scritta anch'essa da Jonathan Nolan, e anche lì partiva come un thriller procedural per poi sconfinare nella distopia una volta che le IA si rendevano più complesse del previsto. Non è quindi un caso che questa tematica sia riemersa, anzi si potrebbe quasi pensare che le due serie siano in qualche modo collegate, con Rehoboam come versione aggiornata e potenziata di Samaritan. Le brevi schermate che vediamo prima di alcune scene, con i punti di "divergenza" sono in pratica le deviazioni dall'algoritmo rilevato dal programma, che infatti assomigliano tanto alle persone "relevant" individuate dalla Macchina e Samaritan. Se in questa stagione avessimo un cameo di Michael Emerson sarei il nerd più felice del mondo, ma non chiedo tanto. In ogni caso, Dolores sta proprio cercando informazioni su Rehoboam, probabilmente per assumerne il controllo così da poter disporre a suo piacimento dell'umanità, da brava assassina assetata di vendetta qual è.
Tutto il piano sarà probabilmente scombussolato dall'entrata in scena di Caleb, il nuovo personaggio interpretato da Aaron Paul. Caleb è un Tizio Qualunque, reduce di qualche conflitto, che si barcamena tra lavoro come operaio e qualche piccolo crimine per arrotondare. Il suo percorso lo porta a incontrare Dolores e come già sappiamo dai trailer la loro relazione sarà centrale per tutta la serie. È interessante notare come il loro incontro sia assimilabile a quello di Dolores con William durante la prima visita di lui al parco. Qui c'è però un altro aspetto interessante da considerare: se già abbiamo visto che la vita di Caleb è orchestrata da Incite, e anche la app di reclutamento dei crimini è in qualche modo collegata agli uomin dell'azienda, quante probabilità ci sono che il loro incontro non sia casuale, ma che Caleb sia stato messo sulla strada di Dolores volutamente? Tutto suggerisce che Rehoboam sia già al corrente dell'anomalia. Vedremo.
Nel frattempo Bernard, dopo essere stato ricreato e lasciato libero, sta cercando di far perdere le sue tracce in quanto è stato incastrato come principale responsabile dell'incidente di Westworld, da cui sono passati tre mesi. Bernard è in qualche modo riuscito a isolare la parte "robotica" di sé, e si sottopone ad autointerrogatori per essere sicuro che il suo codice non venga manomesso. Costretto a fuggire quando viene scoperto, prende un mezzo clandestino per tornare a Westworld. Non è ancora chiaro se sappia dei piani di Dolores, ma è sicuramente al corrente di non poterla fermare da solo.
Da segnalare che c'è anche una breve scena post-credit, in cui vediamo Maeve riattivata in un parco finora sconosciuto, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, in un paese occupato dai nazisti che potrebbe essere francese o italiano. Probabilmente quest'ambientazione durerà poco, perché Maeve sarà presto chiamata anche lei fuori dal parco. Con ogni probabilità, dei parchi originali questa stagione vedremo molto poco, ed è giusto così, perché adesso stiamo giocando a un nuovo livello.
Qualche altra piccola nota sparsa: l'ambientazione futuribile è davvero ben realizzata, dalle scenografie ai mezzi di trasporto agli outfit: la maglietta che cambia a seconda dell'umore spero diventi davvero un must della stagione primavera-estate 2028. Nel corso di questa prima puntata si possono notare molti spunti riconducibili a episodi di Black Mirror: gli occhiali che riproducono scene di ricordi, la voce artificiale di un amico morto, il sistema di assegnazione diffusa di crimini. Non si può però gridare al plagio, perché in un certo senso si tratta di "complementi d'arredo", indizi che servono a far capire come il mondo si è evoluto dal punto in cui ci troviamo adesso. E visto che lo scopo di Black Mirror era proprio quello, in questo caso WW non ha fatto altro che confermarme la visione. Future is bright!
Un'altra cosa da notare è che i frammenti che componevano il trailer sono stati in buona parte visti già tutti, escluso forse soltanto le scene con William, che ancora non è comparso in scena. Questo èun buon indizio, perché significa che il trailer non ha puntato a rivelare niente di più di quanto avremmo visto già nel primo episodio. Fare previsioni è prematuro, e a questo punto anche le teorie hanno poco senso, ma mi sento di puntare sull'idea di Caleb come agente involontario di Incite.
Infine, due parole sulla sigla: l'aquila come simbolo di libertà, che si invola verso una fonte di luce ma ne viene consumata. Due dita che si toccano come nella Creazione di Michelangelo (a cui già Robert Ford aveva fatto riferimento), ma che poi si rivelano appartenere a un riflesso di un'unica persona: la creazione come atto di autodeterminazione. Direi che i temi sono già tutti qui dentro.
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