La saga di Dune: cronistoria di uno sciacallaggio

Non si fraintenda il titolo del post: lo sciacallaggio a cui mi riferisco non riguarda certo la saga creata da Frank Herbert, piuttosto i seguiti realizzati da Brian Herbert (figlio di Frank) e Kevin J. Anderson, che proseguono incessantemente dal 1999. Credo che pochi lettori in italia abbiano seguito Dune fino alle pubblicazioni mai tradotte da noi, per cui, come nel caso di The Prestige, ritengo di svolgere un servizio pubblico affrontando questo argomento a beneficio di chi non può farne esperienza diretta (salvo poi dover rettificare una settimana dopo...). Quest articolo, quindi, può considerarsi una sorta di "consiglio per non-acquisti", come nel caso in cui mi sono scagliato con una certa acrimonia contro gli ultimi Premi Urania.

Disclaimer: questo post, da un certo punto in poi, sarà infarcito di spoiler, che mi serviranno a dimostrare con varietà di esempi gli scempi perpetrati dal duo di autori, per cui, se proprio non ve la sentite, saltate quelle parti. Tuttavia, proprio perché il mio obiettivo è non farvi acquistare quei libri, vi consiglio di gustarvi le assurdità che vi rivelerò, e scoprire così di cosa vi ho risparmiato la lettura.


Facciamo prima un rapido riassunto delle puntate precedenti. Per chi non lo sapese, Dune è una delle saghe della fantascienza più vaste, fantasiose, e diffuse. Probabilmente, all'interno del genere, viene in ordine di fama e successo soltanto dopo la saga delle Fondazioni di Asimov. Da qualche parte ho letto anche che Dune, il primo libro della serie, è il singolo romanzo di fantascienza più venduto di tutti i tempi (ma non so riportare la fonte di questo dato, non garantisco). L'impatto di Dune è stato così forte che da esso sono stati realizzati film (nel 1984 ci ha pensato David Lynch, e pare che un remake sia in produzione), serie tv, videogame, e così via. Dune, pubblicato nel 1965, è un romanzo complesso, che affronta temi impegnativi come ecologia, religione, guerra, politica, autocontrollo. Avrebbe dovuto essere un libro autoconclusivo, e di fatto lo è, ma l'enorme successo ottenuto convince Herbert a sviluppare ulteriormente l'enorme universo narrativo cui aveva dato vita, e così la saga, dal 1969 al 1985, si arricchisce di cinque ulteriori romanzi, che spaziano su un orizzonte temporale di circa seimila anni di storia della Galassia, in cui nuovi personaggi si avvicendano e alcuni già noti si riprsentano. L'ultimo libro, Chapterhouse: Dune (in italia: La rifondazione di Dune), si sconclude con un cliffhanger che lascia intuire l'esistenza di forze misteriose e potentissime che stanno manipolando i protagonisti, e pone così le basi per il romanzo conclusivo della serie. Nel 1986, però, Frank Herbert muore. Il suo progetto di "due trilogie con un perno centrale" rimane quindi incompiuto.

E così sarebbe rimasto, se intorno alla fine degli anni '90 Brian Herbert non avesse dichiarato di aver trovato, in una cassetta di sicurezza appartenuta al padre, un floppy disk e un'intera cartella di documenti etichettata "Dune 7 outline". Secondo quanto detto da Herbert junior, negli appunti lasciati dal padre erano presenti tutti gli elementi per completare la serie, e non solo, anche accenni e personaggi riferiti al passato del "Duniverse". Materiale sufficiente per scrivere il tanto atteso Dune 7, ma attenzione, non solo: no, perché, sempre secondo i futuri autori, per poter chiudere la saga era prima necessario raccontare altri eventi, risalenti all'epoca del primo Dune e antecedenti fino a cento secoli prima, durante la mitica Jihan Butleriana, la rivolta degli uomini contro le macchine pensanti. Insieme a Kevin J. Anderson, autore americano famoso soprattutto per le sue novelization, Hebert jr si è così imbarcato nell'opera di completamento della saga di Dune. L'immane lavoro consiste nella pubblicazione di un buon numero di romanzi a cadenza precisa (uno all'anno dal 1999 in poi):

  • Prelude to Dune: trilogia che parte circa 30 anni prima dell'inizio di Dune, e racconta l'ascesa del Duca Leto Atreides, dell'Imperatore Shaddam IV, i piani di vendetta degli Harkonnen, il procedere del programma genetico delle Bene Gesserit, e così via, e si conclude pressappoco con la nascita di Paul Atreides (di questa serie, i primi due volumi sono stati pubblicati anche in italia, a loro volta divisi in due parti);
  • Legends of Dune: trilogia ambientata 10000 anni prima di Dune, e racconta la rivolta dell'umanità contro le macchine pensanti, la scoperta della Spezia, la nascita dei Navigatori, dei Mentat e dei fremen, l'inizio della faida tra Atreides e Harkonnen, la conquista dell'Impero da parte dei Corrino;
  • Dune 7: chiaramente suddiviso in due parti, Hunters of Dune e Sandworms of Dune, che riprendono gli eventi alla fine di Chapterhouse: Dune e completano finalmente la saga secondo le intenzioni di Frank Herbert.
Avete letto le ultime parole? "Completano la saga secondo le indicazioni di Herbert": qui infatti il progetto avrebbe dovuto concludersi. Invece dopo Sandworms, i due hanno proceduto a scrivere, per riempire tutti i buchi possibili, con degli interquel che si collocano cronologicamente tra i primi libri della serie originale, gli Heroes of Dune. E nel 2012 (stavolta, con ben tre anni di intervallo), è stato pubblicato Sisterhood of Dune, il primo di una nuova trilogia di romanzi, ambientati ancora nel post-Jihad, per seguire l'affermarsi delle "Grandi Scuole" di Dune (Bene Gesserit, Mentat, Gilda Spaziale, Dottori Suk...). Per quanto mi riguarda, comunque, sono arrivato a leggere solo i libri sopra elencati, nella speranza di trovare appunto la conclusione della storia che Frank Herbert avrebbe voluto scrivere. Purtroppo, non è stato così.

Perché dico questo? Non è stato spiegato che gli autori hanno seguito gli appunti lasciati da Herbert prima della morte improvvisa? Sì, questo è vero. Ma gli appunti in sé non sono mai stati mostrati. E, se pure ci sono sprazzi di idee che paiono adattarsi bene alla concezione del Duniverse che Herbert immaginava, per la maggior parte si percepisce soltanto una massa di eventi che si accumulano, si sovrappongono, contraddicono la serie originale e se stessi. In molti casi, poi, i fatti non sono impossibili di per sé, ma estremamente "stiracchiati" per poter essere credibili all'interno del contesto. E qui vi fornisco volentieri qualche esempio.


Siamo arrivati agli spoiler: da qui in poi riferirò direttamente dettagli delle trame tanto della serie originale di Dune che dei libri successivi di Herbert/Anderson. Rileggete però il disclaimer che ho messo all'inizio, vi consiglio comunque di procedere, poi mi ringrazierete.

I fan della serie originale, che si riuniscono sul forum Jacurutu (dal dei fremen ribelli di Messia di Dune), si impegnano da anni ad annotare tutte queste inconsistencies, di cui vi faccio un elenco puramente dimostrativo, ma lungi dall'essere completo:

  • In House Atreides, il giovane Leto Atreides accoglie al propri palazzo i due discendenti della Casa Vernius, fuggiti dal loro pianeta Ix invaso dai Tleilaxu. Peccato che per tutti i sei libri della serie originale, Ix sia presentato come una "confederazione" e non come un pianeta governato da una Casa.
  • In seguito, nel corso dei Prelude, Leto ha una storia con Kailea Vernius, una dei due rampolli, e da lei ha un figlio, Victor, che poi morirà in un attentato. Paul Atreides, quindi, non sarebbe l'unico figlio di Leto, come tutto lascia supporre in Dune. Certo, non è impossibile, ma è altamente improbabile che Leto, il cui punto di vista viene mostrato durante il libro, non accenni o pensi nemmeno una volta al suo primo figlio perduto.
  • In House Harkonnen, Gurney Halleck e Liet-Kynes entrano a far parte dello stesso gruppo di contrabbandieri, e diventano buoni amici. Ma quando si incontrano in Dune non si conoscono.
  • Sempre in House Harkonnen, Duncan Idaho, durante il suo addestramento su Ginaz, uccide il suo primo avversario, un membro della casa Moritani. Eppure in Dune dice chiaramente (da sbronzo): "La mia spada ha bevuto il suo primo sangue su Grumman! Ho ucciso un Harkonnen per il Duca!"
  • In House Corrino, Paul Atreides nasce su Kaitain, pianeta-capitale dell'Impero. Ma l'epigrafe del primo capitolo di Dune dice che Paul è nato su Caladan e ha vissuto lì per i primi quindici anni, e il trasloco su Arrakis è il suo primo viaggio spaziale.
  • In Dune viene riferito che la lunga faida tra Atreides e Harkonnen risale all'epoca della Jihad Butleriana, quando un Harkonnen tradì un Atreides al "ponte di Hrethgir", rischiando di causare la sconfitta dell'umanità nella guerra contro le macchine. Per adattarsi a questa versione, durante i Legends, la parola "hrethgir" diventa il termine dispregiativo con cui le macchine si riferiscono agli umani (senza una ragione etimologica precisa, e non è nemmeno chiaro perché delle macchine dovrebbero utilizzare termini dispregiativi), e il "ponte di hrethgir" diventa una serie di astronavi cariche di umani "innocenti" che le machine mettono in orbita per scoraggiare il bombardamento di un pianeta. Tecnicamente, la cosa rispetta quanto detto da Herbert, ma con un tasso di credibilità davvero ridotto.
  • In I figli di Dune, Alia impazzisce gradualmente, ossessionata dalle voci della sua Altra Memoria (formate dai ricordi di tutti i predecessori nella sua linea genetica), e in particolare da quella del Barone Harkonnen, di cui lei è la nipote a sua insaputa. In Sandworms of Dune, il ghola del Barone Harkonnen viene a sua volta perseguitato dalla voce di Alia nella sua mente... senza alcuna spiegazione, dato che Alia non può far parte della sua memoria genetica, se pure lui fosse in grado di accedervi (cosa già impossibile di per sé).
  • Sempre in Sandworms, nell'Altra Meoria di Sheeeana si affaccia Serena Butler, eroina della Jihad Butleriana. Il fatto che compaia nei suoi ricordi genetici implica che la sua linea di discendenza conduca a Sheeeana: peccato che l'unico figlio di Serena (personaggio inventato e descritto da Herbert jr/Anderson, nemmeno da Frank!) è morto in fasce, dopodiché le è stato asportato l'utero. Difficile che possa essere un'ava di Sheeeana...
E così via, e così via, e così via. Dopo un po' diventa anche noioso stare a elencarle tutte. Trovate liste più complete sul forum che ho linkato prima, dove ci sono un paio di topic dedicati proprio a queste inconsistencies, e un'intera sezione per sparlare dei nuovi libri! In ogni caso, quel che è peggio è che non solo i due nuovi autori scrivono apparentemente senza rispettare il canone già stabilito, arrogandosi il diritto di delineare un universo di cui non sono i creatori, ma arrivano anche, con estrema mancanza di vergogna, ad affermare che gli errori derivano dal lavoro di Frank Herbert stesso, e non dalla superficialità del loro. Addirittura, per giustificare l'incoerenza di Paul Atreides nato su Kaitain, Anderson osa rispondere che quanto detto in Dune, poiché fa parte degli scritti di Irulan, non è neccessariamente vero. Vale a dire: "Dune è una storiella, io so la verità!" Questo non solo conferma la loro scarsa (assente?) professionalità, ma anche pesanti carenze a livello di dignità. Ma questo è un altro discorso.

Arrivato a questo punto, mi rendo conto di aver scritto un sacco, ma di non aver toccato quello che riteneto il punto focale del post, ovvero: come finisce Dune, secondo quanto scritto dai due autori? L'argomento è abbastanza ampio, e consiste in pratica nel fare un riassunto di Hunters e Sandworms, per evidenziare poi i punti di incoerenza, e mostrare come la conclusione della saga chiaramente non sia quella prevista da Frank Herbert. Rimando pertanto la trattazione a un post successivo, ideale prosieguo di questo, che pubblicherò nei prossimi giorni.

5 commenti:

  1. Io ho ancora il primo capitolo sulla libreria e devo trovare la volontà di leggerlo... :)

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  2. molti non hanno apprezzato l'intera saga (mi riferico sempre ai sei volumi scritti da Frank, non i seguenti), ma tutti sono concordi nel dire che "Dune" di per sé è un romanzo eccezionale. trallaltro tutta la serie è stata recentemente ristampata da fanucci (no, forse felrinelli?) a un prezzo accessibile.

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  3. Ecco, molto interessante questo articolo.
    Avevo diversi dubbi sul se affrontare i seguiti di Dune, probabilmente la saga "intermedia" ripresa dagli appunti dovrò affrontarla.

    Una piccola nota riguardo le famose inconsistencies ,se me la concedi, riguarda il concetto di memoria genetica.
    Non credo che hai tempi di Herberth l'immaginario della fantascienza sapesse lavorare bene sulla genetica, di fatto credo che lui si sia ispirato più ad un concetto pseudo-scientifico:
    la genetica è il mezzo di trasmissione dell'informazione , ma accede ad una pool universale di dati e memorie.
    Di fatto sia Alia che , più tardi, i Gemelli della saga originale hanno spesso contatti con personalità esterne alla famiglia stessa.

    Questo concetto Herberth non l'ha mai descritto accuratamente, chiamandolo "genetico", e usandolo come un accesso riservato al database universale del sapere umano.
    Uno dei casi speciali di questo collegamento, addirittura, avviene quando Paul vede attraverso i sensi dei suoi figli.

    Per quanto fuori contesto, questo è un tema prettamente cyberpunk, solo che nell'universo estremamente luddista di Herberth, diventa una capacità biologica acquisita.

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  4. uhm, aspetta però. è vero che Herbert non fornisce certo un'impalcatura biologico-tecnologica per spiegare la cosiddetta "memoria genetica", ma che sia questa la capacità ottenuta tramite l'agonia della spezia è reso in modo chiaro, forse non nel primo libro ma sicuramente nel secondo e nel terzo.

    nell'altra memoria di alia a quanto ricordo emerge solo il barone (che in effetti è suo nonno), mentre per i gemelli il discorso è diverso perché si tratta di abominazioni. paul che vede attraverso gli occhi di suo figlio neonato è un caso diverso, non ben spiegato probabilmente, ma che non riguarda l'altra memoria.

    si può quindi riconoscere che non ci siano basi rigorose per spiegare di cosa si tratti, e il termine "memoria genetica" è forse solo la migliore approssimazione, ma una volta accettato il concetto, è chiaro che bisogna rispettare questa impostazione.

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  5. sì l'agonia della spezia fa da rituale per poter sfruttare questi poteri, ma è solo un catalizzatore:
    chi non è biologicamente e psicologicamente pronto per affrontarla, semplicemente muore.

    i vari personaggi posseggono le più diverse forme di miglioramento biologico interno: dalla bene gesserit che controlla la struttura chimica del corpo, ai volti danzanti che possono stravolgere la loro identità.

    Non ricordo quanto esplicito fosse nel racconto stesso, ma il barone rappresenta in Alia sia una presenza scomoda per come era fatto il barone, sia una parentela scomoda che Alia stessa ha inconsciamente sovraddimensionato fino a farsi schiacciare.
    Si tratta in sostanza di una vicinanza quasi più concettuale e gravosa che non effettivamente una precedenza di parentele.

    Poi in effetti Herberth non ce lo abbiamo più, sarebbe stata una cosa interessante da chiedergli :)

    Mi son reso conto spesso che alcune delle sue affermazioni sembrano un po' usate alla "deus-ex-machina", ovvero fanno da potere che risolve un inghippo senza dare troppe spiegazioni al caso... tocca pescare nel contesto per vederci un po' di coerenza, a volte nemmeno alla terza lettura è così evidente.

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