La minaccia di cenoni e pranzacci festivi non ci ha impedito di portare avanti la mission del Coppi Club. E per mantenere un appropriato clima natalizio, è stato scelto un film che parla di morti, sortilegi, matrimoni forzati e inganni! Per la verità, La sposa cadavere lo volevo vedere da parecchio ma non avevo avuto occasione, per cui l'ho accolto con entusiasmo. E devo dire che alla fine sono rimasto soddisfatto.
Partiamo premettendo che non sono un grande fan di Tim Burton. Sia per quanto riguarda i film che l'animazione, la sua vena fantastica, per quanto apprezzabile, a volte mi sembra troppo tendente al favolistico. E va bene che di favole si tratta, con roba tipo Nightmare Before Christmas e La fabbrica di cioccolato, ma anche altre cose tipo i Batman da lui realizzati mi sono parsi inopportunamente slegati dalla realtà. Predisposizione mia, lo ammetto, perché che sia un grande artista non c'è nessun dubbio. Quello che intendo è che non ho quell'adorazione zelota di alcuni suoi seguaci, e se un suo film mi fa cagare lo dico senza problemi.
Mentre invece La sposa cadavere, per buona parte, mi è piaciuto. Questo accavallamento dei regni dei mortali e dei morti, questro intreccio di promesse e sentimenti, riesce a creare un racconto che, se anche non brilla certo per originalità, ha comunque una buona presa. I personaggi, per quanto stilizzati, appaiono credibili nelle loro azioni e motivazioni, in particolare proprio la sposa del titolo, che pare il più tormentato (e giustamente) di tutti, assieme ai due giovani promessi ostaggi delle rispettive famiglie. Come la storia procede e si conclude non serve dirlo, e quelle due-tre sorpese che vengono fuori, anche se intuibili, danno un tocco in più di sapore al tutto. Quello che mi interessa sottolineare è come l'ambientazione nelle due diverse "dimensioni", quella dei vivi e quella dei morti, appaia capovolta: grigio (letteralmente) e noioso il mondo terreno, colorato e festoso quello ultraterreno. Dove da una parte i genitori dei due rampolli complotanno un matrimonio di interesse, fregandosene della felicità dei rispettivi figli, dall'altra bande di scheletri si suonano a vicenda le clavicole e festeggiano i nuovi arrivati. Penso che il significato del film risieda più o meno tutto in questa contrapposizione: una forma di esorcismo nei confronti della morte, si potrebbe dire, o un'accettazione serena di quello che, presto o tardi, ci attende tutti.
Quello che ho gradito meno sono state le canzoni, che non sono molte, ok, però i musical non mi sono mai piaciuti quindi le ho sopportate male. Ma anche qui, problema mio. Mi chiedo sempre in questi casi come abbiano fatto i traduttori ad adattare il testo originale all'italiano mantenendone il senso, problema che mi assilla dai tempi di Aladdin. Ma questo è un altro discorso. Un altro particolare forse un po' superficiale è la volatilità del protagonista, che sembra accettare con troppa facilità il giuramento (involontario) e sembra cambiare direzione del suo amore troppo alla leggera. Ma forse più che di amore in questo caso si parla della dedizione che il giuramento comporta, nei confronti di chiunque sia pronunciato. A fronte di queste imperfezioni ci sono però alcune scene davvero belle, poetiche e commoventi, come il ritrovamento del cane e il finale, in cui la sposa si allontana. Per cui la bilancia pende decisamente verso il positivo, e La sposa cadavere risulta come un buon film.
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