Non so quanto siano graditi i miei commenti sulle trasposizioni dei titoli dei film nelle versioni italiane, che spesso premetto alle recensioni vere e proprie. Tuttavia è un particolare che non posso fare a meno di notare, forse perché personalmente, in quanto a mia volta "autore", do molta importanza al titolo, che in pratica è il nome con cui un autore battezza la sua creatura. In questo caso poi, la versione italiana... non è italiana! Nel senso: Mientras duermes è stato presentato qui da noi come Bed Time, con l'aggiunta sui poster di una malandrina crocetta su quella prima e per farla diventare una a, creando così un pun piuttosto prevedibile. Ora, mi chiedo: a parte il fatto che Mentre dormi mi sembra un titolo molto evocativo, di grande impatto e coerente con l'opera, ma se proprio lo si vuole cambiare, perché inventarsi un titolo in inglese? Trallaltro, nella sua versione anglofona, lo stesso è stato trasposto come Sleep Tight, quindi non è nemmeno stato ripreso quello. Forse l'idea avanzata da qualche espertone di marketing è che un titolo anglofono tira più di uno italiano che tira ancora più di uno spagnolo? Vabbè, non mi voglio addentrare dentro menti del genere, ma ci tenevo a sottolineare l'anomalia.
Ho sostenuto Mientras duermes con poco entusiasmo, aspettandomi (forse anche per via di quel titolo sballato?) un tipico horror in cui, presumevo, spunta l'uomo nero o qualche mostriciattolo simile, magari ripreso con la videocamera a spalla, con tanto sangue ma senza la gioia dello splatter, urletti e attori neri che muoiono per primi... ma mi sbagliavo. Questo film non è un horror, a meno non nella sua definizione attuale più comune: non c'è niente di soprannaturale, e nemmeno maniaci che si divertono a sgozzare gli ospiti del loro albergo per farne degli snuff movie. Volendo definirlo, è forse più corretto parlare di "thriller psicologico", perché è un film che per tutta la durata tiene in tensione lo spettatore, ma lo fa senza scene di azione, inseguimenti e sparatorie. Tutto sta nel seguire il protagonista/narratore, comprendere i suoi obiettivi e cercare di partecipare alla sua missione.
Che poi, in effetti, questo protagonista si potrebbe tranquillamente chiamare maniaco. Stalker, quanto meno, anche se sta allo stalking come Darth Sidious sta al Lato Oscuro della Forza: magari non l'ha inventato lui, ma ne ha fatto una disciplina metodica e ordinata, quasi una ragione di vita a sé. Si presenta come un tipo mediocre, che lavora senza troppa dedizione come portiere in un palazzo, e si sente profondamente infelice. In uno degli appartamenti dell'edificio, però, vive una ragazza, giovane, bella, solare, che tutte le mattine lo saluta e gli rivolge un sorriso di buongiorno. César, il portiere, è ossessionato da Clara, la ragazza, ma se all'inizio la sua può sembrare una semplice infatuazione amorosa, ben presto si scopre che è molto di più e molto di peggio. Si tratta piuttosto di una seria, forte (e folle?) determinazione a renderla infelice quanto si sente lui, a "cancellarle quel sorriso dalle labbra". Il piano viene realizzato intanto con lettere ed sms minacciosi, ma soprattutto con delle intrusioni notturne in casa di Clara, mentre lei dorme, durante le quali riesce a lasciare segni più concreti, più fisici, della sua oppressione. In tutto questo, César ha anche un piano a lungo termine, un obiettivo lontano e terribile che, è sicuro, riuscirà a cancellare per sempre la serenità dalla vita di Clara.
Il film rende alla perfezione le atmosfere cupe e claustrofobiche che sperimenta il protagonista, specialmente nelle sequenze che si svolgono di notte nell'appartamento della ragazza. Sono lievemente scettico su come lui riesca a muoversi in libertà per casa sua senza farsi scoprire: è vero che la droga apposta con cloroformio o simili, ma mi pare strano che l'effetto sia così pesante e così duraturo da lasciargli tutto il tempo e la sicurezza di fare quello che deve. Comunque, dando per buono questo particolare, assistere alle sue macchinazioni incute una profonda inquietudine... ma non solo. Questa, forse, è la cosa più riuscita di Mientras Duermes: César è per sua stessa ammissione il "cattivo", le sue intenzioni sono malvagie e le sue azioni meschine (e quel che è peggio, lui sa di non essere nel giusto, è perfettamente cosciente di stare facendo del male), eppure il film è girato in modo che lo spettatore si trovi ad empatizzare con lui. Per quanto questo sia sbagliato, distorto, orribile, quando il portiere rischia di essere scoperto, si rimane in tensione per lui; quando si scontra con il ragazzo di Clara, si tifa per lui. E se anche ci si rende conto "ehi, aspetta, ma lui è lo stronzo!", per qualche incomprensibile effetto di straniamento in realtà appare come il punto di riferimento. Il suo terribile scopo, perseguito con tanta tenacia (nonostante lui stesso commetta alcuni errori, e rischi di mandare tutto a monte per alcune superficialità), lo fanno passare quasi come l'eroe, anche se le sue "virtù" sono certamente discutibili.
In conclusione, un film a suo modo disturbante, che lascia lo spettatore in uno stato di confusione morale. Forse, per questo, non è un "film per tutti", perché è crudo e diretto, e quello che si prova durante la visione non è del tutto piacevole. Ma non sempre piacevolezza e profondità coincidono, e questo ne è un ottimo esempio. Peraltro, si è trattata di una scelta azzeccata per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Il film rende alla perfezione le atmosfere cupe e claustrofobiche che sperimenta il protagonista, specialmente nelle sequenze che si svolgono di notte nell'appartamento della ragazza. Sono lievemente scettico su come lui riesca a muoversi in libertà per casa sua senza farsi scoprire: è vero che la droga apposta con cloroformio o simili, ma mi pare strano che l'effetto sia così pesante e così duraturo da lasciargli tutto il tempo e la sicurezza di fare quello che deve. Comunque, dando per buono questo particolare, assistere alle sue macchinazioni incute una profonda inquietudine... ma non solo. Questa, forse, è la cosa più riuscita di Mientras Duermes: César è per sua stessa ammissione il "cattivo", le sue intenzioni sono malvagie e le sue azioni meschine (e quel che è peggio, lui sa di non essere nel giusto, è perfettamente cosciente di stare facendo del male), eppure il film è girato in modo che lo spettatore si trovi ad empatizzare con lui. Per quanto questo sia sbagliato, distorto, orribile, quando il portiere rischia di essere scoperto, si rimane in tensione per lui; quando si scontra con il ragazzo di Clara, si tifa per lui. E se anche ci si rende conto "ehi, aspetta, ma lui è lo stronzo!", per qualche incomprensibile effetto di straniamento in realtà appare come il punto di riferimento. Il suo terribile scopo, perseguito con tanta tenacia (nonostante lui stesso commetta alcuni errori, e rischi di mandare tutto a monte per alcune superficialità), lo fanno passare quasi come l'eroe, anche se le sue "virtù" sono certamente discutibili.
In conclusione, un film a suo modo disturbante, che lascia lo spettatore in uno stato di confusione morale. Forse, per questo, non è un "film per tutti", perché è crudo e diretto, e quello che si prova durante la visione non è del tutto piacevole. Ma non sempre piacevolezza e profondità coincidono, e questo ne è un ottimo esempio. Peraltro, si è trattata di una scelta azzeccata per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.