Quante volte Doctor Who ha affrontato il tema di sogni, incubi e paure? A pensarci giusto venti secondi vengono in mente episodi di tutti i Dottori moderni, da Night Terrors a Amy's Choice, poi Last Christmas e in un certo senso anche The God Complex e Listen... insomma, niente di nuovo. Questa volta abbiamo il cattivo di turno che induce e si nutre della paura generata dagli incubi. A rendere interessante questo spunto è il fatto che il nemico in questione non è un mostro qualunque proveniente dal pianeta vattelappesca, ma una creatura molto potente, un immortale che vaga per l'universo da molto tempo, e fin da allora si è nutrito di questo sentimento.
Peccato che l'idea sia molto più interessante sulla carta che sullo schermo. Se inizialmente il mistero contribuisce a dare intensità al nemico, quando la storia viene rivelata (peraltro con un montaggio animato da video educational su youtube) e le intenzioni della creatura sono chiarite, si perde buona parte del suo appeal. Il fatto che nomini Guardiani, Eterni e Toymaker, altre razze di immortali che il Dottore ha incontrato nella sua storia (si parla degli episodi della serie classica) lo colloca all'interno di un universo più complesso, ma non gli dà alcuno spessore. Quando poi viene sconfitto con il solito piano attivato offscreen e sventolata di cacciavite, la delusione è completa: un avversario potenzialmente letale relegato a tre minuti di interazione col Dottore, e rimesso a posto.
C'è poi tutta la parte che si svolge ad Aleppo nel XIV secolo che, in buona sostanza, non ha nessuna funzione. Sì, è vero che il nemico viene sconfitto anche grazie all'intervento della ragazza aleppese, ma per la verità questo intervento rientra appunto in quella soluzione messa insieme al volo, per cui se invece di lei ci fosse stata Fantaghirò, un cane zoppo o nessuno non avrebbe fatto differenza. Se poi ci si ferma a pensare perché il cattivo avrebbe dovuto coinvolgerla, quando per sua stessa ammissione stava agendo apposta per attirare il Dottore e questa qui col Dottore non aveva niente a che fare, allora si perde completamente il senso.
La cosa più interessante di questo episodio però è il tempo dedicato ai companion. Quella degli incubi indotti è l'occasione per mostrare le situazioni temute da ognuno di loro, e i turbamenti proseguono anche fuori dal sogno. Pare quasi che l'intera storia sia stata costruita intorno all'esigenza di dare un momento personale a ognuno di loro, visto che il nemico si risolve tanto in fretta e lascia spazio a diversi minuti di sviluppo. Ed ecco che dopo diciassette ore che la vediamo sullo schermo, abbiamo finalmente un particolare che sia uno su Yaz, un flashback sul suo passato, il suo rapporto con la sorella. Valgono più questi pochi minuti nel definire il suo personaggio di tutto quanto successo finora. Ryan incontra un amico e da come il suo rapporto con lui è cambiato ricava diversi dubbi sulla sua esperienza con il Dottore: probabile che siano i primi accenni del suo imminente abbandono dello show, anche perché è noto che l'attore Tosin Cole ha ottenuto una parte importante per un film negli USA, quindi difficilmente sarà disponibile per la prossima stagione di DW. Infine, Graham ha un nuovo incontro con la sua Grace, che aveva già rivisto in It Takes You Away. È davvero un momento, e più che fargli tornare la nostalgia della compagna perduta, risveglia la sua preoccupazione per la malattia che non è sicuro di aver superato, e chiede conforto al Dottore.
Sono tutti approfondimenti validi, che finalmente danno una personalità ma soprattutto una individualità ai tre comprimari, che non hanno mai avuto occasione di distinguersi tra di loro e rispetto al Dottore. Bisogna riconoscere che il tentativo è stato fatto e avrebbe anche funzionato, non fosse che arriva davvero troppo tardi, a questo punto ormai
non ce ne frega quasi nulla. In particolare per Yaz, che non ha avuto altro ruolo del cartonato usato dal Dottore per le sue exposition, non c'è davvero speranza di recupero. Voto: 6.5/10
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