Da quando Doctor Who è tornato in tv nel 2005, lo "speciale natalizio" è un episodio generalmente leggero, in cui la presenza del Dottore serve a scongiurare una qualche minaccia ma soprattutto a riunire qualche famiglia per il cenone della vigilia. Ci sono stati anche degli speciali più intensi e drammatici, e in effetti sia Ten che Eleven se ne sono andati nel corso di un episodio di Natale, facendo spazio alla rigenerazione successiva. In questo caso il tono dello speciale è decisamente cupo, in effetti in linea con quello che è stato l'andamento dell'ottava stagione portata a casa da Peter Capaldi.
Last Christmas si potrebbe definire un mash-up tra Alien, La cosa e Inception. Abbiamo la base polare, alieni ostili trovati nei ghiacci artici, creature che hanno l'aspetto e il comportanto dei facehugger del film di Ridley Scott, ma che invece di impiantarsi nell'ospite inducono uno stato di sogno durante il quale consumano il cervello della vittima. Le similitudini sono così sfacciate che non si può parlare di plagio (due di questi sono direttamente citati all'interno della storia), anche perché c'è differenza tra copiare una storia e utilizzare alcuni elementi di base per la sua costruzione. Senza addentrarsi in un discorso sugli archetipi e le storie originali che erano già finite ai tempi di Omero, penso che non si possa in questo caso parlare di una trama non originale: ci saranno anche i facehugger (che qui si chiamano dream crab, e rimangono attaccati alla testa delle vittime, facendoli quasi assomigliare agli headcrab di Half-Life), ma la loro funzione è diversa; così come ci sono sogni dentro i sogni, e la necessità di capire qual è il livello della realtà, ma anche questo non ha le stesse implicazioni di Inception (e se è per quello, non è nemmeno che questo concetto se lo sia inventato Nolan). Questi dream crab, che sono il mostro dell'episodio, sono un'altra invenzione tipicamente moffatiana: dopo quelli che possono muoversi solo quando non sono visti, quelli che non possono essere ricordati, quelli che si muovono solo quando non li vedi, quelli che non ti vedono se trattieni il respiro, ecco quelli che ti vedono solo quando pensi a loro. Di nuovo la prima forma di difesa è trattenersi dal fare una cosa istintiva e quasi impossibile: come puoi non pensare al mostro che ti sta per attacare, anche sapendo che il suo attacco sarà scatenato dal fatto che tu stai pensando a lui? Questo elemento fa dei dream crab delle creature sicuramente interessanti per l'insolito apparato sensoriale di cui dispongono, ma non è la loro caratteristica principale.
Infatti questi parassiti si attaccano alla testa e iniziano lentamente a digerire il cervello dell'ospite, inducendo un rassicurante stato di sogno come anestetico. Anzi, il sogno ha livelli multipli, si tratta di sogni-nei-sogni, ed è quindi molto difficile riuscire a capire quando la creatura sta ancora attaccando e quando è sconfitta. Ora, quando si gioca con elementi della trama che finiscono nel "era tutto un sogno" il rischio è alto, perché lo spettatore investe in una determinata situazione e su determinati personaggi, e socprire che tutto questo non è mai avvenuto può essere frustrante. In questa storia però non ci sono passaggi disonesti, anzi, l'idea del mondo onirico illusorio emerge abbastanza presto, e quando per la prima volta Clara entra in uno di questi sogni è chiaro fin da subito (anche perché c'è Danny Pink, che sappiamo essere morto già due volte). Non viene quindi usato il banale trucchetto del "tutto quello che avete visto non è mai successo", anzi, i personaggi coinvolti anche se si trovano in una situazione che è reale fino a un certo punto stanno comunque rischiando seriamente.
Quelli che potevano essere i due elementi di maggior diffidenza (l'affinità con altre opere e il tema del sogno) sono in realtà stati gestiti bene. Che cos'altro c'è in questo episodio di notevole? Beh, innanzituto la presenza di Babbo Natale: Moffat aveva dichiarato prima della messa in onda che non si trattava di un robot, o un alieno mascherato, o qualunque altro artificio del genere: è proprio lui, il Santa Claus che conosciamo... e in effetti è così, anche se come al solito Moffat ha giocato molto sul significato letterale delle sue frasi. Il ruolo di Babbo Natale (un ottimo Nick Frost) riesce a essere al tempo stesso epico e dissacrante, e il suo rapporto con il Dottore nel corso dell'episodio è valido, anche se ricorda per certi versi qualcosa di già visto in Robot of Sherwood. Peraltro a ben vedere la sua apparizione alla fine di Death in Heaven risulta coerente con la soluzione della storia. Gli altri personaggi, per quanto
marginali, svolgono un ruolo efficace, e una posizione di
spicco è quella della giovane ragazza, Shona, e forse questo potrebbe
essere un indizio delle cose che vedremo in seguito?
Ciò che mi ha convinto meno, anche in questo caso, è il rapporto del Dottore con Clara. O meglio, non sappiamo quanto tempo è passato dal loro ultimo abbraccio, quando entrambi hanno mentito all'altro fingendo di aver trovato quello che volevano, ma è chiaro che quella traccia di risentimento nei confronti del Time Lordo è svanita. Si era parlato molto della possibilità che questo fosse l'ultimo episodio di Clara, e quando il Dottore arriva a salvare una Clara ottuagenaria avevo pensato che potesse effettivamente essere questo il saluto definitivo. Sarebbe stata anche una conclusione circolare, visto che Clara ha visto invecchiare fino a un passo dalla morte la precedente incarnazione con il vosto di Matt Smith, in questo modo il cerchio si sarebbe chiuso, dando una degna conclusione al ruolo di Clara all'interno del percorso del Dottore. Invece non è così, e sappiamo che (probabilmente per banali esigenze di produzione) Jenna Coleman continuerà a essere in Doctor Who nella nona stagione, almeno per i primi episodi. In effetti si parla già di un suo abbandono entro metà della nuova stagione, e questo apre il totocopanion.
Infatti, pare che il prossimo companion fisso del Dottore sia in realtà un personaggio già incontrato: qualcuno punta sulla ragazzina che è già salita sul Tardis in Kill the Moon, anche se probabilmente è troppo giovane, almeno per esere l'unica companion. Ecco allora che l'attenzione si focalizza su questa Shona che abbiamo appena conosciuto, che si è subito fatta notare e che sembra avere un atteggiamento molto curioso nei confronti del Dottore. C'è anche un altro elemento a favore di questa ipotesi: sappiamo già che il titolo del primo episodio della stagione 9 sarò The Magician's Apprentice, e Shona ha detto un paio di volte che il Dottore ha l'abbigliamento e l'attitudine di un prestigiatore: vorrà forse dire che sia lei l'apprendista che vedremo arrivare? Al solito buona parte di queste sono solo speculazioni, rumors che alla fine dei conti non trovano nessuna conferma e su cui si possono perdere delle ore senza ricavare nulla di concreto.
Ma a parte questo, che cosa ci si può aspettare nella nuova stagione? Ci sono alcuni temi che, pur essendo centrali, non sono stati affrontati in questi tredici episodi. Innanzitutto la posizione di Gallifrey, che forse rimarrà per molto un arco narrativo di fondo da tirare fuori solo negli episodi cardine. Sarebbe stato però interessante vedere il Dottore cercare attivamente il suo pianeta e la sua gente, almeno un paio di volte. In secondo luogo, il Master, nella nuova versione Missy (interpretato da Michelle Gomez) sappiamo già che tornerà. Come facevo notare nella recensione del season finale, la sua fine era troppo anticlimatica per poter essere vera, e anche se ciò non toglie che il personaggio è stato gestito male in quell'episodio, è rassicurante sapere che lo rivedremo (magari con un po' di backstory, eh?). Infine, rimane la questione del volto scelto dal Dottore per la sua ultima rigenerazione: sappiamo (ed è stato confermato in Deep Breath) che l'aspetto che ha preso non è casuale, e che c'è una spiegazione concordata tra Moffat e RT Davies, ma dopo quel primo accenno non se ne è più parlato, eppure io credo che sia uno dei temi più avvincenti di tutta la serie.
Il bilancio complessivo della stagione è quindi positivo, nonostante qualche scivolone (terribile In the Forest of the Night e superficiale il season finale), quindi si può sperare che la successiva si mantenga su buoni livelli. Si inizia a sentire l'esigenza di un rinnovamento e questo sarà probabilmente ottenuto sostituendo il companion principale. Vedremo se basterà a far tornare lo show dedicato principalmente al Time Lord, invece di una sorta di Clara Who, come alcuni si sono lamentati ultimamente. Per questo episodio di Natale in ogni caso la valutazione finale è un voto 7.5/10
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