Inizialmente credevo che questo titolo corrispondesse alla trasposizione italiana di Labyrinth, per quello sono rimasto un po' spiazzato notando che era un film spagnolo e non si vedeva David Bowie nei titoli di testa. Passato lo smarrimento mi sono quindi disposto a seguire una storia che si preannunciava impegnativa, visto che si capisce da subito che la protagonista è una ragazzina fissata con le fiabe, e se c'è un PoV che mi irrita è quello dei ragazzini (peggio dei bambini, con la loro supposta complessità-di-persona-che-sta-crescendo). Comunque, la storia che scorre in parallelo tra il mondo fantasy e quello reale aveva un potenziale interessante, quindi proviamo a dargli retta e vediamo dove va.
La componente fantastica del film si riduce all'incontro con una fata che conduce la protagonista nel labirinto eponimo, dove il fauno eponimo, riconoscendola come la Principessa scomparsa del Regno, le affida tre quest per provare la sua natura. Il loot di ogni quest serve a procedere nella successiva, di livello di difficoltà crescente (si presume che abbia guadagnato anche un certo livello di XP). Nel frattempo nel mondo reale la madre della bimba si è trasferita dal suo nuovo marito, un capitano franchista stazionato in un bosco in mezzo alle montagne a combattere alcuni gruppi di partigiani locali. Cosa che non incide minimamente sulle azioni della protagonista, che se ne va in giro a far esplodere rospi e mangiare uva... pare in effetti che nessuno si accorga che passa intere giornate fuori dalla cascina in cui dovrebbe stare ad assistere la madre in fin di vita e il nascituro fratellino. Alla fine della storia non si capisce se il mondo fantastico esisteva davvero o era tutta una fantasia della ragazzina, vuoi per desiderio di evasione, suggestione e così via. Alcuni elementi portano a propendere per una direzione (il capitano che non vede il fauno, la visione che termina nel momento in cui lei muore), altri nell'altra (la mandragola sotto il letto, la porta magica usata per uscire dalla camera chiusa): non è del tutto chiaro, e forse non deve esserlo. Insomma, non è il tipo di film in cui la coerenza è da ricercare in ogni aspetto, e questo ci può anche stare.
Quello che secondo me non funziona, è che i ruoli sono fin troppo definiti e la morale che sta sotto a tutto questo mi sembra alquanto superficiale. Abbiamo la mamma disperata e morente, il capitano che è un cattivo-super-cattivo che ammazza e tortura e tratta di merda tutti (appena conosciuta la bambina, le stritola una mano), la collaborazionista coraggiosa e integra, i partigiani allegri e determinati. Il film si trascina un sottinteso politico (forse dato quasi per scontato) secondo cui franchisti = cattivi, partigiani = buoni, così quando sono i primi a sparare e uccidere è un atto brutale, quando lo fanno gli altri è un atto di liberazione. Ecco, insomma, per un film che forse ha un intento didascalico/educativo (credo che tutto sommato il target sia abbastanza giovane) mi sembra una distinzione artificiosa e approssimativa. Tanto più che proprio la ragazzina si rifiuta di uccidere un innocente quando le viene richiesto, ma poi nessuno alza un sopracciglio quando vengono sterminati soldati a decine. Quindi anche se è da apprezzare il tentativo di affiancare la storia fantasy a qualcosa di storico, forse il fatto di volerlo collocare nell'ambito della dittatura spagnola tende ad appiattire il tutto, perché la storia si sviluppa in un contesto in cui per forza di cose si è tenuti a dire che il bene sta da una parte e il male dall'altra, e ciao ciao a qualunque tipo di sviluppo più profondo del livello di Might and Magic.
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