Avevamo lasciato il Dottore nella prima parte con la rivelazione di trovarsi davanti a una nuova versione del Master, che aveva al suo solito messo in atto un piano convoluto per prendere il controllo del pianeta, o sterminare l'umanità, o entrambe, con l'aiuto di qualche forza estranea di dubbia affidabilità. Solito Master. In questa seconda parte il tono cambia decisamente e si lascia il mock della spy story per finire in un episodio di Doctor Who pompato al massimo con salti temporali, personaggi storici, mitologia, plot twist e deus ex machina.
Ho parlato già in precedenza di quali elementi tipici di Doctor Who mi sono sembrati mancare nella direzione di Chris Chibnall, e qui sembra che lo showrunner (che ha anche scritto questo episodio) abbia fatto un'inversione di marcia improvvisa e completa. Se tanti fan si erano lamentati che la stagione 11 fosse priva di riferimenti alla storia della serie, ecco che in Spyfall e in particolare nella parte 2, ci viene rovesciato addosso tutto quello che è mancato.
Il Dottore, trasportato non si sa bene come nella dimensioni degli alieni invasori, ne esce proiettandosi non si sa bene come nella Londra del 1830 circa, dove incontra Lord Babbage e Ada Lovelace, che a quanto pare sono già stati contattati dagli esseri luminosi che stavano minacciando il mondo nel Ventunesimo secolo. Ma il Master è già sulle sue tracce e li vediamo confrontarsi per la prima volta alla pari. Ci sono momenti di tensione in cui il Master chiede al Dottore di inginocchiarsi di fronte a lui e chiamarlo "master", una scena che con il gender swap dei due ha un retrogusto poco gradevole. Il Dottore poi scapperà nella Parigi del 1946, dove avremo l'occasione di vedere finalmente il Master in divisa nazi, come sapevamo che prima o poi sarebbe successo. Naturalmente ala fine il piano del Master e dei suoi collaboratori viene sventato, il Master viene esiliato e il tech lord che era sembrato il cattivo principale nell'episodio precedente riesce a scappare (forse lo rivedremo? no, non credo).
In tutto questo, la cosa più importante che succede è che il Master parla di Gallifrey al Dottore, raccontandgli di come è completamente distrutta. Di nuovo. Sto Gallifrey non ce la fa a rimanere in piedi per più di un paio di stagioni. In ogni caso, alla fine della puntata si scopre che è stato il Master stesso a radere al suolo il pianeta dei Timelord, dopo aver scoperto qualche segreto devastante sull'origine della loro specie. "È tutta una menzogna" dice al Dottore, ma non gli spiega perché. Si presume che questo possa essere l'arco narrativo che vedremo svolgersi in questa stagione, e urrà per avere finalmente un arco narrativo, anche se mettere sul piatto la distruzione di Gallifrey è un po' cheap, visto che è lo abbiamo visto spesso nelle ultime stagioni.
Si può speculare molto su dove voglia arrivare Chibnall, certo è che se vuole andare a pescare nell'origine stessa dei Timelord si sta infilando in un territorio pericoloso, Moffat è stato stigmatizzato per molto meno. Vengono fatti dei riferimenti al "Timeless Child" che era stato nominato en passanto all'inizio della stagione 11 e dimenticato, e qui dovremmo credere che era sempre stato progettato di fare questa rivelazione successive, piuttosto che avessero usato una formula generica buttata lì nell'attesa di sapere come usarla. Ma Doctor Who è fatto di questo, quindi non possiamo fargliene una colpa. Piuttosto, la preoccupazione è che il grande mistero sia qualcosa di terribilmente scontato del tipo "i timelord in realtà sono umani" che è nell'aria dai tempi dell'Ottavo Dottore e sarebbe una rivelazione meno sconvolgente di quando il tg dice che d'estate fa caldo.
Una cosa su cui invece vale la pena soffermarsi è il percorso del Master. Nel commento dell'episodio precedente avevo detto che era un peccato vedere annullata tutto il suo percorso di redenzione avvenuto con Missy nella stagione 10, adesso però è possibile trovare un'altra interpretazione: può darsi che Missy, sopravvissuta (come sempre), ma sapendo di aver fallito perché il Dottore non ha mai saputo del suo atto finale di ribellione contro se stesso, sia tornata da sola su Gallifrey. Qui ha scoperto questi segreti terribili che l'hanno sconvolta di nuovo e l'hanno portata a perdere quel nuovo ruolo che aveva trovato, distruggere tutta la sua razza e poi studiare il solito piano improbabile per "attirare l'attenzione" del Dottore, come dice esplicitamente in questa puntata. È un arco plausibile, e anche se non è stato esplicitato mi pare che potremmo tenerlo come headcanon e non sprecare così tutto il percorso fatto da Missy.
Andando oltre gli aspetto riguardi trama e lore, in questo episodio Jodie Whittaker è finalmente il Dottore. Sarà che per tutto il tempo è lontana dai suoi companion (la sua "fam") e allora ha il tempo e lo spazio per prendere il controllo. Pur trovandosi in una situazione senza appigli, agisce e ragiona, collega gli elementi, escogita piani e risolve il problema. È vero che la soluzione finale non la vediamo perché avviene offscreen, ma è comunque un sollievo vedere il Dottore fare il Dottore. Anche il trio di compagni se la cava bene in sua assenza, e anche da parte loro c'è un minimo di sviluppo con i dubbi sul Dottore e le sue origini, di cui alla buon'ora si sono accorti di non sapere nulla.
Basta questo a rivalutare Chibnall? No, non del tutto, non ancora. Rimango ancora diffidente e aspetto di vedere con quanta cupidigia si avventerà sulla mitologia di DW dopo averla snobbata per due anni. Comunque, il tutto è comunque un gran miglioramento rispetto a ogni cosa vista nella stagione 11. Diciamo che, se quella stagione non fosse esistita e questo fosse stato l'inizio delle avventure del Tredicesimo Dottore, non avrei avuto niente da dire. Voto: 7/10
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