Ah che belle le letture da spiaggia, quelle leggere e spensierate mentre i bimbi giocano con la sabbia e la brezza spira portando la salsed... ehm, no. Qui su Unknown to Millions siamo professionisti, non c'è vacanza o estate o mare che tenga. Si legge duro giorno per giorno, e non c'è natale pasqua o ferragosto che tenga. Anche perché con "professionisti" si intende implicitamente anche "poveri sottoproletari" quindi tutte ste risorse da dedicare alle vacanze mica ci sono. E allora meglio viaggiare con la fantasia, anche se viaggiare con le navi da crociera sarebbe di certo più soddisfacente.
Il nostro viaggio consolatorio parte dalla Cina, con The Wandering Earth, la raccolta di racconti di Liu Cixin che ho letto propedeuticamente alla visione del film omonimo, anche per poterne scrivere con cognizione di causa nell'articolo pubblicato su Stay Nerd. Avevo già letto altri racconti di questo autore sparsi in varie antologie, ma leggendone diversi di seguito ho capito megli perché viene definito l'equivalente cinese di Arthur Clarke. I suoi sono racconti dalle idee davvero imponenti, anche se forse non scientificamente solidi come quelle di Clarke. Dalla storia che dà il titolo al volume, in cui per sfuggire alla prematura morte del Sole tutto il pianeta Terra viene spostato dall'orbita, fino alla civiltà miniaturizzata di The Micro Era, oppure il cannone spaziale che passa dal centro del mondo in Cannonball. C'è anche una certa tendenza al tell don't show che porta molti personaggi a raccontare le loro storie in lunghi paragrafi di wall of text, che possono essere affascinanti ma certo ammazzano un po' il ritmo per noi occidentali abituati alle storie raccontate per fotogrammi. In sottofondo c'è anche una certa venga propagandista, si percepisce una certa esaltazione del popolo cinese e delle sue magnifiche sorti a discapito del resto del mondo. Quando vuole però riesce a essere davvero intrigante, come in For the Benefit of Mankind, dove un assassino viene assoldato dai più ricchi del pianeta per uccidere i più poveri, oppure in Taking Care of God, dove gli dèi tornano sulla Terra a passare la vecchiaia. Quest'ultimo è forse l'unico racconto in cui i personaggi manifestano una gamma di emozioni, mentre per il resto le storie sono abbastanza fredde e impersonali, come appunto è tradizione per una certa hard sci-fi come quella di Clarke. Voto: 7/10
Mi sono poi recuperato uno dei tanti titoli del catalogo di Future Fiction che mi ritrovo nel kindle, in questo caso Corpi ospiti di Tendai Huchu. Il racconto che dà il titolo alla raccolta parte dall'idea non originalissima di "prestatori di corpi" che possono essere collegati a distanza, ci costruisce sopra una storia abbastanza semplice, con un finale forse un filo prevedibile ma comunque adatto. Più interessante forse il secondo, Leggere le nuvole che mischia realtà virtuale, rapporto creatore-creatura visto anche come scontro generazionale. In questo caso la storia ha più livelli di lettura e riesce a evocare alcune immagini di forte impatto. Anche qui non si può dire che ci sia grande originalità nelle idee, ma lo svolgimento è senza dubbio affascinante e coinvolgente. Voto: 7/10
Infine un autore italiano, con un romanzo di cui avevo letto qualche commento in giro e mi aveva incuriosito, anche se non tutte le opinioni erano positive. Fabio Carta infatti scrive con uno stile particolare, volutamente pesante rispetto agli standard della narrativa e in particolare di quella di fantascienza. In Ambrose il protagonista è CA, che sta per "controllore ausiliario", il cui compito è in sostanza quello di occupare un mecha da guerra che viene poi controllato a distanza tramite il suo corpo (lo dicevo io, che non era un'idea così originale...), impiegato in un conflitto praticamente senza fine tra il Patto Atlantico e un'alleana di stati musulmani. La scrittura verbosa non aiuta ad ambientarsi, e i primi capitoli non sono facilissimi da seguire, anche perché si infilano in una serie di disanime socio-politiche da talk show (in senso letterale). Poi si familiarizza con l'ambientazione e lo stile e il resto scorre meglio, e si arriva ad alcune sequenze interessanti, con una narrazione costituita per lo più di dialoghi tra CA e il suo amico immaginario Ambrose (ma immaginario davvero?) e occasionalmente qualche altro personaggio secondario. Gli argomenti trattati sono vari e pur partendo dal mondo del futuro prossimo con le sue colonie spaziali e le divinità artificiali, è chiaro l'intento allegorico di molte delle situazioni descritte. Quello che forse manca a questo romanzo è un'ossatura di trama vera e propria, una storia con un percorso che porti il protagonista a un qualche forma di cambiamento. Certo, CA impara o realizza alcune cose, ma non si può dire che le sue (poche) azioni nel corso del romanzo abbiano un impatto sensibile su ciò che gli succede intorno, o anche dentro se è per quello. Comunque un esperimento curioso, una lettura non facile ma interessante, fuori dagli schemi a cui siamo abituati, ma in un senso diverso rispetto a come lo intendevo poco sopra riferito a Liu Cixin. Un libro da affrontare con tenacia ma che riesce nell'intento di lasciare qualcosa, il che non è affatto scontato. Voto: 6.5/10
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