Nuovo report degli articoli che ho scritto sul portale Stay Nerd, con cui ho iniziato a collaborare da inizio anno. Ho iniziato a riversare lì molti degli argomenti per post più corposi che avrei potuto pubblicare anche qui, ma che condiviso su un sito del genere hanno sicuramente una portata di pubblico più ampia. Se seguite questo blog è presumibile che questi pezzi siano comunque di vostro interesse, quindi ve li segnalo come ho fatto per quelli del primo trimestre, e così vinciamo tutti.
Ad aprile è uscita su Netflix questa serie antologica composta da una ventina di ministorie animate tutte in stili diversi, in molti casi tratte da racconti di autori di tutto rispetto. Mi sono quindi permesso di partire da qui e fare una panoramica degli autori coinvolti e delle loro opere più importanti. Si parla di gente come Ken Liu, John Scalzi, Alastair Reynolds. Insomma, roba buona.
Ogni tanto torna fuori questa storia, e stavolta è toccato a Ian McEwan, che parlando del suo ultimo romanzo Machines Like Me (una storia con robot umanoidi che hanno tutte le caratteristiche degli uomini) si affretta a dire che lui non ha scritto una storia di fantascienza, e anzi la fantascienza dovrebbe imparare da lui e iniziare a proporre storie con risvolti filosofici invece delle solite astronavi. Cosa che la fantascienza fa da almeno sessant'anni, come McEwan avrebbe potuto scoprire se non fosse stato impegnato a leggere e scrivere solo "letteratura vera". Quindi invece di andare a cercarlo e prenderlo a nocchini nel capo, ho scritto questo pezzo.
Sempre su Netflix è arrivato The Wandering Earth, blockbuster apocalittico cinese che ha fatto incassi eccezionali in patria e ha avuto buoni riscontri anche all'estero. Il film si basa su un racconto di Liu Cixin, autore di primo piano della fantascienza cinese e non solo, qui ho esaminato il film con tutti i suoi pregi e difetti. Spoiler: niente di diverso dalle "americanate" di un Michael Bay, salvo per il fatto che non c'è traccia di americani.
Altra serie tv ma stavolta di casa HBO. Chernobyl in cinque puntate ripercorre il disastro nucleare del 1986 e ne mostra le conseguenze prima e le cause dopo. Oltre alla funzione storica, magari non del tutto fedele ma comunque ben rappresentativa, questa miniserie ha il grande merito di porre l'attenzione non tanto al caso specifico ma a un certo sistema di pensiero che elude o finge di non vedere i problemi e che oggi si sta manifestando di nuovo, per temi diversi ma altrettanto importanti.
Quest'anno sono 50 anni dall'allunaggio quindi pareva l'occasione giusta per fare una retrospettiva su come la narrativa di fantascienza abbia influenzato la corsa allo spazio, e viceversa. Dai planetary romance alle storie scientificamente accurate, fino alle saghe moderne di Kim Stanley Robinson o Ian McDonald, e poi un salto anche su Marte.
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