Con questo episodio si conclude la "trilogia dei Monaci" iniziata con Extremis, e a posteriori si può affermare con una certa sicurezza che si tratta di una saga messa insieme a partire da storie tra loro scollegate. Non si spiega altrimenti come sia possibile che una razza tanto potente da pianificare un'invasione simulando l'intera storia dell'umanità si faccia fregare con tanta facilità, senza manifestare in altro modo le capacità e i mezzi straordinari di cui dispone. Questo episodio non contraddice solo Extremis, ma in una certa misura anche The Pyramid at the End of the World: lì infatti i Monaci si prendono tanto disturbo per poter avere il consenso e governare tramite la riconoscenza invece che con il terrore, ma in The Lie of the Land vediamo il classico regime dittatoriale che reprime il dissenso. È vero che i Monaci si impegnano a far credere agli umani di aver sempre vissuto sulla Terra e accompagnato l'evolversi della civiltà, ma all'atto pratico siamo alla polizia psicologica, deportazioni ed esecuzioni pubbliche. Niente che non si veda continuamente nell'average young adult movie.
Per la verità la puntata parte in modo interessante, con la favola dei Monaci bonari narrata dal Dottore stesso, promosso a frontman della propaganda. Questa prima parte culmina proprio nel momento in cui Bille Nardole raggiungono il Dottore nel suo ufficio/prigione, e scoprono le ragioni della sua alleanza coi Monaci. Bill nella sua frustrazione e perdita di punti di riferimento arriva a sparare al Dottore, per quanto ne sappiamo ignara del fatto che lui possa rigenerarsi ed evitare la morte: lei vuole ucciderlo. Ed è qui che si scopre che è tutta una messa in scena, pianificata dal Dottore, Nardole e alcuni soldati complici per testare su Bill la possibilità di rompere il legame inconscio che tiene soggiogate le persone agli invasori. Da qui in poi è la solita corsa verso il cervellone centrale per disattivare la macchina cattiva da cui dipende il dominio della Terra, il tutto grazie al Potere dell'Amore™.
Non è la prima volta che Doctor Who eccelle nella creazione iniziale della situazione per scivolare penosamente nella sua risoluzione, anzi diciamo pure che è un po' una delle caratteristiche distintive dello show. Per The Lie of the Land però è più difficile perdonare il peccato, soprattutto perché si sovrappongono una serie di occasioni sprecate che avrebbero potuto rendere memorabile (e degna conclusione di un three-parter) questo episodio. Per esempio:
- Sarebbe stato davvero tutta un'altra cosa se l'alleanza del Dottore con gli invasori fosse stata sincera. È ovvio che prima o poi il nemico sarebbe stato sconfitto, ma se per una volta il Dottore si fosse allineato dalla parte sbagliata e fossero rimasti i suoi compagni a combattere non solo senza, ma contro di lui, avremmo avuto una storia di tutt'altro impatto. D'altra parte pur essendo l'eroe della serie, abbiamo già visto in passato che il Dottore può sbagliare, di solito per eccesso di cinismo ed egocentrismo.
- La finta rigenerazione è un colpo basso. A parte il fatto che rimane da capire se si è trattato di un trucco ottico o se davvero il processo è stato avviato e interrotto solo per dare spettacolo (di fronte a un pubblico che nemmeno sapeva cosa stava succedendo). In ogni caso, sembra la classica scenetta girata apposta per finire nei trailer e generare hype, che in realtà non porta a niente.
- La cecità che il Dottore si porta dietro da Oxygen è stata completamente archiviata e non ha avuto in ultima analisi nessuna conseguenza rilevante (se non nell'universo simulato di Extremis). Ricollegandosi al punto sopra, quanto avrebbe potuto pesare se invece il Dottore fosse stato costretto a una rigenerazione parziale per curare la vista, invece di riottenerla magicamente dai Monaci?
- Missy: tutto qui il suo contributo? Una chiacchierata su come si può governare un pianeta diffondendo un'illusione collettiva? Ok, sicuramente è la persona adatta per una consulenza in materia, ma la disperata richiesta di aiuto alla fine di Extremis, di nuovo, faceva presagire un intervento molto più massiccio. Anzi, con un Dottore passato al nemico, Missy avrebbe potuto essere la forza opposta.
Preso di per sé, The Lie of the Land forse non sarebbe così terribile, ma inserito nell'arco narrativo dei Monaci, dell'universo simulato e della cecità, gioca male tutte le carte a disposizione, e da episodio solo mediocre diventa un chiario esempio di come le cose possano sfuggire di mano se non si gestiscono con un piano ben ordinato. Peccato, perché non vedevamo un three-parter dalla fine della stagione tre, e questo avrebbe potuto costituire il climax dell'era del Dodicesimo Dottore prima del suo abbandono. Voto: 5/10
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