Dopo la prima parte dedicata ai dischi degli anni passati che ho acquisito il mese scorso, in questo post parliamo invece delle aggiunte alla mia collezione recenti, sono in effetti tutti album del 2016, mese più mese meno.
Trentemoller è uno dei miei artisti preferiti ever, e anche uno dei pochi che sono riuscito a sentire durante un live. La sua carriera è iniziata come autore di tracce techno/electro, poi il suo stile si è ibridato sempre di più con rock e pop, e oggi è difficile inquadrare la sua musica in una casella definita, perché tutte le tappe del suo percorso continuano a emergere di traccia in traccia. Fixion è uscito un mesetto fa, quarto album di Trentemoller (anche se ormai il nome si riferisce più all'intero gruppo piuttosto che a lui soltanto). Fixion mi è sembrata un'opera più coesa rispetto a Lost di qualche anno fa. Si può quasi pensare che dopo un periodo di ricerca di un nuovo stile, rappresentato appunto da Lost (e il titolo forse non è casuale), adesso Trentemoller abbia trovato con Fixion una sua nuova collocazione. Le sonorità sono ben riconoscibili, l'uso di bassi e percussioni sempre determinante, così come la voce delle sue ormai regolari cantanti. Le tracce riescono a variare nel tono e nella struttura senza perdere la loro aderenza ai canoni di fondo, abbiamo così canzoni più spigliate come River In Me, pezzi strumentali sincopati come Circuits e ambient come Sinus. Il punto di equilibrio tra pop, rock e IDM non è facile da trovare, ma lui sta facendo un gran lavoro nell'interpretare al meglio qualcosa che potrebbe rivelarsi "la musica del futuro".
Anche i Moderat nel 2016 hanno tirato fuori un nuovo album, il terzo, chiamato semplicemente III. E mi sento di dire che questo sia il lavoro migliore che hanno fatto finora. Certo se si parte da Moderat e si passa a II il livello qualitativo è sempre alto, ma se il primo album era in un certo senso la novità e il secondo la conferma, questo terzo sembra affermare la maturità raggiunta dal gruppo, che forse solo adesso (trattandosi di una composizione di tre artisti che lavorano anche indipendentemente) è riuscito a trovare la propria armonia. Così, se anche non ci sono particolari innovazioni per quanto riguarda lo stile e la concezione dei pezzi (i ritmi sono quelli dell'IDM e del downtempo, i testi sono cantati da Apparat/Sascha Ring), si sente però una maggior consapevolezza di quello che si sta facendo, un'efficacia maggiore nel veicolare un messaggio di fondo, che è unitario per tutto l'album. È difficile individuare una traccia più rappresentativa delle altre, perché tutti i pezzi riescono a trasmettere in modo diverso e sorprendente la stessa idea di fondo. Un grandissimo album, e a questo punto un live dei Moderat passa di diritto tra le mie priorità per i prossimi mesi.
Mi trovo invece in una certa difficoltà a parlare di Ultra, album di poche settimane fa di Zomby. Sono abituato ad ascoltare musica insolita e difficile da descrivere, ma questo è uno dei casi più al limite che mi sia capitato (non il peggiore eh, vi ho mai parlato di TXRF di Felix Kubin?). La musica di Zomby sembra dubstep a cui sia rimosso il dub, è un continuo rimandare un momento che non arriva mai. Composta principalmente di suoni va videogame e percussioni, costruita con una metrica dissonante, che sulle prime fa pensare a suoni composti casualmente, salvo poi accorgersi che ci sono degli schemi ricorrenti, ma non sono quelli che ti aspetteresti. Non sono nemmeno sicuro di poter dire che questo album mi piaccia in senso stretto, ma di certo lo trovo affascinante, curioso, in grado di solleticare un pizzicore che non sapevo di avere. Non so se esista qualcun altro che fa musica di questo tipo, ma credo che dovrò approfondire.
E concludiamo con la Cocoon Compilation P, la raccolta annuale dell'etichetta dedicata al 2016. Sappiamo già di trovarci di fronte a una compilation di buona techno interpretata da autori noti ed esordienti. Quest'anno i nomi forti sono abbastanza presenti, troviamo infatti Mirko Loko, Alex Smoke, Einzelkind, Ilario Alicante, Alex Bau. Livello qualitativo medio-alto che ci si aspetta, ma forse le sorprese come spesso accade arrivano dai nomi meno noti, sono infatti i pezzi di Atelier Francesco e Jacob Korn a spiccare. Forse nessuna perla indimenticabile, ma è sempre una raccolta che merita il tempo e i soldi spesi.
Anche i Moderat nel 2016 hanno tirato fuori un nuovo album, il terzo, chiamato semplicemente III. E mi sento di dire che questo sia il lavoro migliore che hanno fatto finora. Certo se si parte da Moderat e si passa a II il livello qualitativo è sempre alto, ma se il primo album era in un certo senso la novità e il secondo la conferma, questo terzo sembra affermare la maturità raggiunta dal gruppo, che forse solo adesso (trattandosi di una composizione di tre artisti che lavorano anche indipendentemente) è riuscito a trovare la propria armonia. Così, se anche non ci sono particolari innovazioni per quanto riguarda lo stile e la concezione dei pezzi (i ritmi sono quelli dell'IDM e del downtempo, i testi sono cantati da Apparat/Sascha Ring), si sente però una maggior consapevolezza di quello che si sta facendo, un'efficacia maggiore nel veicolare un messaggio di fondo, che è unitario per tutto l'album. È difficile individuare una traccia più rappresentativa delle altre, perché tutti i pezzi riescono a trasmettere in modo diverso e sorprendente la stessa idea di fondo. Un grandissimo album, e a questo punto un live dei Moderat passa di diritto tra le mie priorità per i prossimi mesi.
Mi trovo invece in una certa difficoltà a parlare di Ultra, album di poche settimane fa di Zomby. Sono abituato ad ascoltare musica insolita e difficile da descrivere, ma questo è uno dei casi più al limite che mi sia capitato (non il peggiore eh, vi ho mai parlato di TXRF di Felix Kubin?). La musica di Zomby sembra dubstep a cui sia rimosso il dub, è un continuo rimandare un momento che non arriva mai. Composta principalmente di suoni va videogame e percussioni, costruita con una metrica dissonante, che sulle prime fa pensare a suoni composti casualmente, salvo poi accorgersi che ci sono degli schemi ricorrenti, ma non sono quelli che ti aspetteresti. Non sono nemmeno sicuro di poter dire che questo album mi piaccia in senso stretto, ma di certo lo trovo affascinante, curioso, in grado di solleticare un pizzicore che non sapevo di avere. Non so se esista qualcun altro che fa musica di questo tipo, ma credo che dovrò approfondire.
E concludiamo con la Cocoon Compilation P, la raccolta annuale dell'etichetta dedicata al 2016. Sappiamo già di trovarci di fronte a una compilation di buona techno interpretata da autori noti ed esordienti. Quest'anno i nomi forti sono abbastanza presenti, troviamo infatti Mirko Loko, Alex Smoke, Einzelkind, Ilario Alicante, Alex Bau. Livello qualitativo medio-alto che ci si aspetta, ma forse le sorprese come spesso accade arrivano dai nomi meno noti, sono infatti i pezzi di Atelier Francesco e Jacob Korn a spiccare. Forse nessuna perla indimenticabile, ma è sempre una raccolta che merita il tempo e i soldi spesi.
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