Come tutti i blog che si occupano di narrativa di genere oggi dedico un post ad Halloween, ed è per questo che parleremo del film visto durante l'ultima Coppi Night, ovvero lo Zootopia che è stato trasposto in italiano come Zootropolis. Spendiamo un minuto a chiederci come mai in italiano si sia deciso di eliminare dal titolo la parte "utopica" (forse si riteneva che non fosse chiaro il significato del suffisso?), poi possiamo procedere.
Zootopia parte da un'idea molto semplice, un mondo popolato da animali antropomorfizzati, specie diverse che coesistono in un'epoca contemporanea (si vedono smartphone e app) e hanno adattato la propria società a soddisfare le esigenze di creature tanto differenti, non fosse altro per questioni di dimensioni. Dagli accenni di lore che vengono buttati qua e là, si intuisce che questo processo di aggregazione non è stato immediato, nel senso che gli animali non sono nati tutti uguali, ma si sono evoluti dai loro antenati "selvatici" fino a raggiungere l'equilibrio attuale, non senza qualche difficoltà. La Zootopia del titolo (o Zootropolis se preferite) è la città ideale, un posto appositamente progettato per riunire tutte le specie insieme e garantire a tutti le stesse possibilità.
Seguiamo la vicenda attraverso gli occhi di Judy Hopps, giovane coniglietta fresca di accademia di polizia, la prima della sua specie a diplomarsi come agente (lavoro che di solito è svolto da animali ben più possenti). Judy è determinata a dimostrare il suo valore, ma i pregiudizi contro di lei sono forti, sia da parte dei colleghi che dei criminali con cui ha a che fare. Desiderosa di confutarli, decide di seguire uno spinoso caso di sparizioni che riguarda una decina di predatori, nel quale coinvolge Nick Wilde, una volpe che si guadagna da vivere con piccole truffe e ha una visione della vita (e di Zootopia stessa) disillusa e cinica, in contrasto con l'ottimismo e l'ingenuità di Judy. L'indagine segue una serie di tappe nelle quali entrambi hanno modo di sfruttare le proprie capacità, formando una squadra inaspettatamente valida. Ma quando arrivano insieme alla soluzione del mistero, questa si rivela ancora più pericolosa, e Judy si rende conto che le sue azioni rischiano di distruggere le fondamenta di Zootopia. La soluzione reale del mistero, quando arriva, mi ha in qualche modo ricordato A Scanner Darkly, ma secondo alcuni c'è anche una chiave di lettura più immediata che prende spunto dalla politica di lotta alle droghe adottata negli anni 80 negli USA (consiglio questo video molto istruttivo, ovviamente dopo la visione del film).
Il tema antirazzista di questo film è talmente evidente che sembra banale evidenziarlo. Ma credo sia importante notare come un'opera "per bambini" riesca a veicolare con semplicità ed efficacia un messaggio tanto forte. Alcune scene in cui i predatori sono discriminati solo in quanto tali (perché c'è un "fattore biologico" che li rende pericolosi anche se vivono in una società civile) sono davvero forti, così come è davvero toccante la rottura tra Judy e Nick, causata dagli stessi motivi. Inoltre è curioso notare come da una parte il film insista tanto sull'abbandono dei pregiudizi, dall'altro ci giochi sopra per alleggerirli (la lentezza dei bradipi, l'ululato dei cani, la cuteness dei conigli), facendo capire che le differenze non vanno semplicemente ignorate, ma piuttosto riconosciute e accettate serenamente.
Non serve certo che arrivi io a dire che i film prodotti dallo studio
Pixar si dimostrano in genere tutti ben fatti e interessanti, e cosa
ancora più importante, pienamente fruibili da un pubblico adulto,
piuttosto che orientati soltanto a bambini e ragazzi, come ci si aspetta
da film di animazione (e come altri studi sono soliti fare). Certo non
tutti sono capolavori, ma se penso agli ultimi 4-5 che ho visto non ne
trovo uno che mi abbia lasciato indifferente: The Good Dinosaur, Inside Out, Wreck-It Ralph, e ora anche Zootopia. Mi viene quasi da pensare che se la generazione dei bambini di oggi cresce con modelli del genere, tra venti-trent'anni ci troveremo con quanto di più vicino a un'utopia si possa realizzare. Ma forse spero troppo.
Nota di merito particolare in questo caso va anche al doppiaggio italiano, che mi è sembrato davvero di qualità, salvo per i cameo di un paio di comicucoli in ruoli secondari (credo siano le voci di Frank Matano e Paolo Ruffini), che hanno solo un paio di minuti di battute ma bastano per risultare irritanti.
Ho apprezzato moltissimo zootopia, sia come metafora (nella misura in cui gli animali sono figura delle caratteristiche e delle diversità umane - anche se mi rendo conto che questa affermazione potrebbe essere marcatamente razzista - sia alle lettera, ovvero come riflessione sull'alterità animale.
RispondiEliminaRicordo che mi colpì l'assenza dei primati: non ci sono scimmie, gorilla, macachi eccetera. Forse sarebbe caduta la quarta parete se avessero mostrato che una scimmia antrompomorfizzata non è altro che un "antropo", un Homo. Che ne dici?
non ci avevo fatto caso, però è vero. probabilmente una scimmia sarebbe troppo umana già di per sé.
Eliminaio invece ho notato l'assenza di cani e gatti, cioè i più comuni animali "da compagnia". anche questo mi è sembrato curioso, ma di certo non è un caso.
Una bella sorpresa dello scorso anno (anche se la Disney ha risentito della concorrenza in casa con Inside Out della Pixar, vero capolavoro).
RispondiEliminaMi ha sorpreso il brusco cambiamento di prospettiva nella seconda parte, che mette in luce i _nostri_ pregiudizi - di chi crede di non averne.
Spero anch'io nella tua ottimistica considerazione finale, di sicuro questi sono film che vedo volentieri con i miei figli.
P.S. se hai apprezzato la recente produzione Disney ti consiglio anche Big Hero 6, ambientato in una San Fransokyo dal sapore dickiano.
non presti attenzione! http://unknowntomillions.blogspot.it/2015/04/coppi-night-12042015-big-hero-6.html
Eliminalong story short: bh6 in realtà mi ha convinto poco, una storia troppo simile al tipico film di supereroi