Dato che il mio post precedente ha avuto una svalangata di visite, mi pare il caso di ridimensionare le aspettative del blog con un sano post a tema musicale. È da un po' che non riprendo la rubrica degli ultimi acquisti, e la cosa è ampiamente giustificata dal fatto che dopo la chiusura di Disco Mastelloni (e soprattutto la morte del grandissimo Roberto Bianchi, che da quindici anni circa mi accompagnava nel mio percorso di selezione e formazione musicale) mi sono trovato senza un posto in cui farli, gli acquisti.
"Duh, siamo nel 2016, mai sentito parlare di Amazon?" Ovvio, e risparmierei anche parecchio. Ma non sarebbe la stessa cosa. La musica sì, sarebbe la stessa, gli oggetti sarebbero i medesimi... ma l'esperienza è diversa. Dopo un paio di mesi però ho dovuto fare pace con me stesso ammettendo che l'esperienza che avevo da Mastelloni non potrò più ritrovarla. Un negozio di musica (cd, vinili, attrezzatura, gadget) specializzato in elettronica? Ho provato a cercarli, ne esistono forse tre in tutta Italia. E se Firenze era alla mia portata, di certo non posso arrivare fino a Pordenone una volta al mese per comprare due dischi. Quindi sì, ho ceduto allo spirito dei tempi e, per stavolta, mi sono affidato ad Amazon per recuperare qualche uscita che mi ero perso e aggiudicarmi qualche novità. Non è la stessa cosa, ma non potevo continuare con l'astinenza.
Torniamo quindi a una parvenza di normalità, ed ecco i primi quattro dischi che puntavo da tempo e ho finalmente aggiunto alla mia collezione.
Di Holden ci sarebbe tanto da parlare, si tratta di uno dei personaggi più influenti per il rinnovamento della IDM avvenuto nei primi anni 2000, un dj che ha in una certa misura ridefinito i parametri di cosa si può fare nella musica elettronica, e il suo The Idiots Are Winning è ormai un classico. Nel 2013 ha pubblicato The Inheritors, il suo secondo album, a distanza di sette anni (e dopo diversi anni di inattività) dal precedente. The Inheritors a voler essere obiettivi non fa molto più di quanto faceva The Idiots, ma quello che fa lo fa bene. Le sonorità scomposte, asimmetriche, imprevidibili di Holden sono sempre lì, lyrics che non sei sicuro di comprendere e che forse non dicono proprio nulla. Questo album di certo non rimarrà nella storia come il primo, ma è un altro importante tassello di un percorso artistico preciso e consistente.
Mi era capitato di imbattermi spesso in Telefon Tel Aviv, ma non avevo ancora nessun loro disco. Trovando l'occasione ho quindi preso Immolate Yourself del 2009, che ho poi scoperto essere l'ultimo album del duo. La ragione dell'inattività dopo questo disco è che uno dei due componenti del gruppo è morto proprio nel 2009, in circostanze non chiare che includono il suicidio o un accidentale mix di farmaci letale. Fatto sta che Immolate Yourself è l'ultimo lavoro del gruppo così com'è nato. Sarebbe scorretto dire che si avverte l'imminente senso di catastrofe, ma di certo le atmosfere sono gravi e per lo più malinconiche. Quando sono presenti dei testi raramente apportano calore alla musica, ma spesso sono suggestioni, brandelli di parole volutamente ambigue. Qualche sprazzo di speranza compare, ogni tanto, quasi come un ripensamento finale, ma non basta a riscattare la sofferenza precedente.
Con Nathan Fake ci si risolleva un po' l'umore, perché il suo album Steam Days del 2012 si occupa principalmente di giocare con i suoni e la meccanica dei pezzi, anche questi riconducibili per lo più a techno/IDM, ma con toni più leggeri anche rispetto ad altri lavori precedenti dello stesso autore. Una raccolta di pezzi equilibrata, che riesce a seguire un tema fatto soprattutto di melodie semplici e ritmi serrati ma non asfissianti, con tracce che raramente superano i quattro minuti, durante i quali ci si occupa di trasmettere l'idea di base senza insistere incessantemente su di essa.
Dall'anno scorso ancora non avevo acquisito la Cocoon Compilation arrivata alla lettera O, cosa del tutto imperdonabile. Finalmente sono riuscito ad aggiungera alle precedenti e ascoltare la raccolta annuale dei pezzi selezionati tra dj di lunga carriera o nuovi talenti. Come sempre il livello qualitativo è medio-alto, si spazia per lo più tra techno, house e sfumature electro. Tra i contributi più interessanti ci sono alcuni pezzi ipnotici di Steve Parker, Dast e youANDme. Ottimi anche i contributi di Lee Van Dowski e l'esordiente italiano Luca Ballerini.
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