Con la sospensione del blog ero rimasto un po' indietroi coi rapporti letture, per questo per recuperare accorpo due mesate in unico post. Non garantisco di riuscire a ricordare l'ordine in cui ho consumato i seguenti titoli (fore non lo sapete, e probabilmente non vi interessa, ma di solito li inserisco proprio in ordine cronologico di lettura), ma i commenti rimangono validi. Peraltro sono stati due mesi dedicati quasi interamente ad autori italiani, quindi potreste scoprire qualche nome interessante.
Il primo libro è un piccolo classico della fantascienza italiana, scritto da un'autrice schiva e non molto prolifica, ma che va sempre a segno: Rupes Recta di Clelia Farris. È una storia ambientata sulla Luna, colonizzata e popolata da gente fiera della propria lunarità, il cui protagonista è un ricordante, ovvero un professionsita allenato a esercitare la memoria perfetta, utilizzato come ausilio mnemonico nei tribunali. Il protagonista si trova in qualche modo coinvolto nelle indagini di un assassino seriale, e cerca quindi di raccogliere gli indizi che sembrano riguardare anche la morte del suo compagno di diversi anni prima. L'intrecco di per sé non è particolarmente complicato, e la risoluzione dei delitti non appare come la vera chiave di volta nella storia. A catturare è soprattutto la storia personale del protagonista, il suo passato e le sue capacità, così come l'ambientazione lunare, ricca di consuetudini e personaggi eccentrici (le superstizioni, le maschere, le corporazioni, l'archeologia aliena, i ricordanti...). Rupes Recta riesce a coinvolgere e catapultare in un mondo eccentrico che tuttavia appare familiare, perché molte delle sue caratteristiche sembrano in realtà un'esasperazione ai limiti della parodia di una società che conosciamo bene. L'unico appunto è una conclusione frettolosa, che mi ha quasi fatto pensare che l'ebook fosse danneggiato, e che cala all'improvviso troppo come spiegone finale, che comunque chiarisce tutto quanto rimasto in sospeso. Rimane comunque un ottimo libro: voto 8/10
Con entusiasmo più contenuto passo a L'enigma del vetro di Sergio Oricci, autore di cui avevo letto e apprezzato il dittico horror Gioie e sapori / Fame. Il romanzo inizia come una sorta di distopia ambientata a Firenze (il cui centro storico è appunto preservato da una cupola di vetro), si evolve poi come un'apocalisse zombie, e si conclude come un fantasy per ragazzi. Non è tanto la commistione di generi a rendermi scettico, quanto un'esecuzione non del tutto chiara, con un focus non definito (non ho ben capito chi sia l'eroe della storia, ci sono più personaggi ma non è chiaro quale sia il primario e in quale realtà avvenga la storia principale) e una certa faticosità della lettura, perché spesso non si riesce a ricollegare un capitolo con i precedenti. Insomma mi sono trovato un po' in difficoltà, nonostante la scrittura sia buona e alcuni personaggi piuttosto interessanti. Potrebbe essermi sfuggito qualcosa, ma ho il sospetto che in effetti non ci sia molto di più di quello che ho trovato. Quindi sono costretto a limitare la valutaizone a un voto 5/10
Raccolta di racconti particolare, L'abisso di Coriolis. I racconti di Lukha Kremo Baroncinij prendono lo spunto iniziale da nozioni fantascientifiche piuttosto vaghe, afferenti ai campi della quantistica e teorie del multiverso, e le estremizzano poi in storie rudi e spietate, decisamente al di fuori dei canoni. I racconti colpiscono per l'immaginazione al limite del lisergico, e in molti casi sembra di rileggere una stessa storia scritta da punti di osservazione diversi (il caso palese è il racconto eponimo, di cui sono presenti tre diverse versioni che sviluppano la stessa idea di partenza in modo diverso, ma troviamo anche altri personaggi e temi ricorrenti). Interessante la commistione tra scienza, religione, mistica, e semplice follia. Difficile riassumere o dare una valutazione oggettiva, ma i racconti per lo più colpiscono e affondano (con qualche eccezione minore), anche se probabilmente non si tratta dell'antologia più adatta agli amanti della fantascienza classica, siamo più dalle parti della narrativa postmoderna. Voto: 7/10
Quintessenza è un libro che avevo acquistato appena scoperto della sua uscita (salvo poi tenerlo in standby sul kindle per qualche mese, come al solito). Lo avevo preso a scatola chiusa perché i nomi degli autori erano sufficienti a convincermi: Daniele Bonfanti e David Riva sono stati due punti di riferimento per la narrativa di genere (sf, horror, weird) nel periodi in cui iniziavo a sviluppare le mie doti (o per lo meno, le mie aspirazioni) di autore, e se cercate nel blog qualche menzione dei loro romanzi e racconti, in post di qualche anno fa, dovrebbe uscire fuori. Per questo l'idea di un loro romanzo a quattro mani mi ha subito esaltato. Purtroppo, e credetemi, lo dico col cuore a pezzi, il risultato non mi ha emozionato come speravo. Quintessenza è una (lunga) storia che segue più personaggi in piani temporali differenti, tutti coinvolti (consapevolmente o meno) nell'utilizzo di antiche arti in grado di manipolare la realtà stessa. Il romanzo è colmo di nozioni e riferimenti a discipline "non scientifiche", come alchimia, mistica, occultismo, fantarcheologia. Il protagonista è Raul, giovane scrittore che praticamente per un semplice errore (una mail di spam) diventa il bersaglio di un'organizzazione segreta che copre il potere della Quintessenza. Il resto del romanzo segue a capitoli alterni l'origine di questa organizzazione (con un lungo passaggio di consegne dal XVI secolo ad oggi) e una terza fazione che cerca di smascherare proprio la società segreta. Ce n'è di che tirare fuori un mistery alla Dan Brown (intendo solo come struttura, non per la portata delle idee di base), ma non tutto funziona come dovrebbe e il libro si perde spesso per strada. I problemi a mio avviso sono principalmente due: un protagonista che non riesce a risultare convincente, con un fascino un po' posticcio, che fa tante cose estreme e interessanti (arrampicata, scrittura, musica, cucina) ma per quasi due terzi del libro è totalmente ignaro di ciò che gli avviene intorno, e passa buona parte del tempo a contemplare bicchieri di birra descrivendone riflessi e fragranza; in secondo luogo la trama forse troppo avvolta su sé stessa, che non permette di seguire bene cosa sta succedendo, perché e in quale momento. Io mi ritengo un lettore piuttosto attento, capace di seguire anche trame non lineari, ma in questo caso l'alternanza continua dei tre punti di vista mi sembra che aggiunga soltanto confusione piuttosto che complessità, tant'è che arrivato alla fine non so di preciso cosa sia la Quintessenza (anche se forse non esiste una definizione precisa). Anche il ruolo e gli obiettivi dei vari attori della vicenda non mi sono del tutto chiari, e anche se c'è una buona costruzione per il climax finale, non sono sicuro di come il protagonista l'abbia scampata e cosa intenda fare nell'epilogo. Insomma, grandi potenzialità, e forse aspettative troppo alte da parte mia, ma sono rimasto scottato, posso se non altro premiare la bontà della scrittura e la ricchezza degli spunti, ma poco altro. Voto 6/10
Unico libro di autore non italiano è Regina del Sole, il secondo capitolo della trilogia di Virga di Karl Schroeder. Se ne Il sole dei soli l'autore introduceva a aVirga (la gigantesca sfera cava in cui orbitano le singole nazioni sospese nel vuoto e scaldate da piccoli soli artificiali), accompagnando il lettore in un tour guidato del mondo insieme a vari personaggi, in questo secondo capitolo la scala cambia, e tutta l'azione si svolge in un unico luogo, la nazione di Spyre, seguendo soltanto Venera Fanning, uno dei personaggi secondari del primo romanzo. Regina del sole, ancora più del primo libro, è principalmente una storia di intrighi e guerre di potere, in cui Venera cerca di guadagnare la sua posizione (sempre con l'intenzione di perseguire i suoi propositi di vendetta) in un territorio a lei sconosciuto e dai costumi piuttosto bizzarri. In questo senso il romanzo ha poco del sense of wonder che si poteva trovare ne Il sole dei soli, ma risulta comunque un ottimo page-turner, e rimane la voglia di conoscere la fine della storia, che si spera riprenderà anche i fili rimasti in sospeso nel primo libro. Voto: 7/10
Con entusiasmo più contenuto passo a L'enigma del vetro di Sergio Oricci, autore di cui avevo letto e apprezzato il dittico horror Gioie e sapori / Fame. Il romanzo inizia come una sorta di distopia ambientata a Firenze (il cui centro storico è appunto preservato da una cupola di vetro), si evolve poi come un'apocalisse zombie, e si conclude come un fantasy per ragazzi. Non è tanto la commistione di generi a rendermi scettico, quanto un'esecuzione non del tutto chiara, con un focus non definito (non ho ben capito chi sia l'eroe della storia, ci sono più personaggi ma non è chiaro quale sia il primario e in quale realtà avvenga la storia principale) e una certa faticosità della lettura, perché spesso non si riesce a ricollegare un capitolo con i precedenti. Insomma mi sono trovato un po' in difficoltà, nonostante la scrittura sia buona e alcuni personaggi piuttosto interessanti. Potrebbe essermi sfuggito qualcosa, ma ho il sospetto che in effetti non ci sia molto di più di quello che ho trovato. Quindi sono costretto a limitare la valutaizone a un voto 5/10
Raccolta di racconti particolare, L'abisso di Coriolis. I racconti di Lukha Kremo Baroncinij prendono lo spunto iniziale da nozioni fantascientifiche piuttosto vaghe, afferenti ai campi della quantistica e teorie del multiverso, e le estremizzano poi in storie rudi e spietate, decisamente al di fuori dei canoni. I racconti colpiscono per l'immaginazione al limite del lisergico, e in molti casi sembra di rileggere una stessa storia scritta da punti di osservazione diversi (il caso palese è il racconto eponimo, di cui sono presenti tre diverse versioni che sviluppano la stessa idea di partenza in modo diverso, ma troviamo anche altri personaggi e temi ricorrenti). Interessante la commistione tra scienza, religione, mistica, e semplice follia. Difficile riassumere o dare una valutazione oggettiva, ma i racconti per lo più colpiscono e affondano (con qualche eccezione minore), anche se probabilmente non si tratta dell'antologia più adatta agli amanti della fantascienza classica, siamo più dalle parti della narrativa postmoderna. Voto: 7/10
Quintessenza è un libro che avevo acquistato appena scoperto della sua uscita (salvo poi tenerlo in standby sul kindle per qualche mese, come al solito). Lo avevo preso a scatola chiusa perché i nomi degli autori erano sufficienti a convincermi: Daniele Bonfanti e David Riva sono stati due punti di riferimento per la narrativa di genere (sf, horror, weird) nel periodi in cui iniziavo a sviluppare le mie doti (o per lo meno, le mie aspirazioni) di autore, e se cercate nel blog qualche menzione dei loro romanzi e racconti, in post di qualche anno fa, dovrebbe uscire fuori. Per questo l'idea di un loro romanzo a quattro mani mi ha subito esaltato. Purtroppo, e credetemi, lo dico col cuore a pezzi, il risultato non mi ha emozionato come speravo. Quintessenza è una (lunga) storia che segue più personaggi in piani temporali differenti, tutti coinvolti (consapevolmente o meno) nell'utilizzo di antiche arti in grado di manipolare la realtà stessa. Il romanzo è colmo di nozioni e riferimenti a discipline "non scientifiche", come alchimia, mistica, occultismo, fantarcheologia. Il protagonista è Raul, giovane scrittore che praticamente per un semplice errore (una mail di spam) diventa il bersaglio di un'organizzazione segreta che copre il potere della Quintessenza. Il resto del romanzo segue a capitoli alterni l'origine di questa organizzazione (con un lungo passaggio di consegne dal XVI secolo ad oggi) e una terza fazione che cerca di smascherare proprio la società segreta. Ce n'è di che tirare fuori un mistery alla Dan Brown (intendo solo come struttura, non per la portata delle idee di base), ma non tutto funziona come dovrebbe e il libro si perde spesso per strada. I problemi a mio avviso sono principalmente due: un protagonista che non riesce a risultare convincente, con un fascino un po' posticcio, che fa tante cose estreme e interessanti (arrampicata, scrittura, musica, cucina) ma per quasi due terzi del libro è totalmente ignaro di ciò che gli avviene intorno, e passa buona parte del tempo a contemplare bicchieri di birra descrivendone riflessi e fragranza; in secondo luogo la trama forse troppo avvolta su sé stessa, che non permette di seguire bene cosa sta succedendo, perché e in quale momento. Io mi ritengo un lettore piuttosto attento, capace di seguire anche trame non lineari, ma in questo caso l'alternanza continua dei tre punti di vista mi sembra che aggiunga soltanto confusione piuttosto che complessità, tant'è che arrivato alla fine non so di preciso cosa sia la Quintessenza (anche se forse non esiste una definizione precisa). Anche il ruolo e gli obiettivi dei vari attori della vicenda non mi sono del tutto chiari, e anche se c'è una buona costruzione per il climax finale, non sono sicuro di come il protagonista l'abbia scampata e cosa intenda fare nell'epilogo. Insomma, grandi potenzialità, e forse aspettative troppo alte da parte mia, ma sono rimasto scottato, posso se non altro premiare la bontà della scrittura e la ricchezza degli spunti, ma poco altro. Voto 6/10
Unico libro di autore non italiano è Regina del Sole, il secondo capitolo della trilogia di Virga di Karl Schroeder. Se ne Il sole dei soli l'autore introduceva a aVirga (la gigantesca sfera cava in cui orbitano le singole nazioni sospese nel vuoto e scaldate da piccoli soli artificiali), accompagnando il lettore in un tour guidato del mondo insieme a vari personaggi, in questo secondo capitolo la scala cambia, e tutta l'azione si svolge in un unico luogo, la nazione di Spyre, seguendo soltanto Venera Fanning, uno dei personaggi secondari del primo romanzo. Regina del sole, ancora più del primo libro, è principalmente una storia di intrighi e guerre di potere, in cui Venera cerca di guadagnare la sua posizione (sempre con l'intenzione di perseguire i suoi propositi di vendetta) in un territorio a lei sconosciuto e dai costumi piuttosto bizzarri. In questo senso il romanzo ha poco del sense of wonder che si poteva trovare ne Il sole dei soli, ma risulta comunque un ottimo page-turner, e rimane la voglia di conoscere la fine della storia, che si spera riprenderà anche i fili rimasti in sospeso nel primo libro. Voto: 7/10
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