In realtà domenica scorsa non abbiamo visto questo film. Il film scelto dal Coppi Club è stato Synecdoche, New York, ma avendone già parlato diffusamente in un post dedicato, non mi sembra utile ripetermi (anche se, a ogni visione [e questa credo fosse la quarta, ma per la prima volta in italiano], saltano fuori nuovi dettagli per questo film). Preferisco allora cogliere quest'occasione di vuoto per parlare di un film che abbiamo visto invece un mese e passa fa, subito prima che fossi costretto a mettere in pausa il blog.
Makkhi è un film bollywoodiano, forse il primo che vediamo. Noto anche come Eega (a quanto pare "makkhi" è la traduzione in indi della stessa parola), inizia come la classica storia d'amore non corrisposto del cinema indiano. C'è una bella, c'è un bischerone che le va dietro, e c'è il rivale in amore, bello ricco e cattivo, che decide che il bischerone va eliminato fisicamente, così la bella può essere tutta sua. E il bischerone, in effetti, muore davvero. Il che è un bel colpo, se si considera che è il protagonista.
Ma la storia non può finire qui, e infatti il protagonista si reincarna... in una mosca, la makkhi/eega del titolo. Dopo qualche primo turbolento minuto di ambientamento, la mosca si ricorda la sua vita precedente, e allora decide di perseguire due obiettivi: vendicarsi del suo assassino e riconquistare il suo amore. Cosa che, non serve che avverta per gli spoiler, riuscirà davvero a fare. Ma è davvero gustoso vedere quanti modi si riesce a inventare una mosca per tormentare un uomo, spingendo il nemico verso la paranoia, e anzi a risultare con le sue intrusioni addirittura letale.
Ora, non si può dire che sia un film intenso e profondo, questo no. Ma Makkhi riesce a imbroccare diverse sequenze, seppur utilizzi per le scene con la mosca una CGI da avventura punta-e-clicca dei primi anni 2000. Certo fa sempre strano vedere tutta questa teatralità nei rapporti, ma probabilmente Bollywood (e forse l'India in generale?) gode proprio nell'esagerare le reazioni. Per questo l'atteggiamento del protagonista nei confronti della ragazza, qui da noi gli avrebbe valso due-tre denunce per stalking, lei nega totalmente la sua attenzione nonostante sia interessata, il cattivo non si fa scrupoli a uccidere il rivale, e così via. Ma la storia funziona, riesce a divertire e appassionare, e incredibilmente confezione anche qualche momento di epicità.
Il film non è doppiato in italiano, si può vedere in indi con sottotitoli, ed è stato piuttosto insolito sentire questa lingua dove ogni tanto si sente qualche parola di derivazione inglese. Il generale senso di straniamento di questi elementi cumulativi ha reso la visione una continua sorpresa, e per questo, nonostante sia indubitabilmente un film di basso livello, mi sento comunque di consigliarlo a chi voglia provare qualcosa di diverso dal solito.
Perché poi anche la canzone merita (leggeri spoiler nel video!):
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