Ultimamente sembra che all'interno del Coppi Club sia emersa una grande voglia di horror, cosa di cui non sono per nulla entusiasta. Dopo qualche recente puttanata e un classico, stavolta abbiamo provato un film di qualche anno fa che all'epoca ebbe un certo hype. In un'ipotetica suddivisione dei sottogeneri dell'horror che sicuramente esiste ma che io non conosco, questo si colloca nel filone non-soprannaturale e con lo schema delle vittime chiuse in casa e assediate dagli assalitori. Di fatto i due protagonisti (una coppia vagamente in crisi [quando chiedi alla tua compagna di sposarti e lei risponde di no, qualcosa di storto c'è], soli nella casa di campagna di lui) cercano per buona parte del tempo di fuggire dall'ambiente ostile, ma con scarsi risultati.
Il tutto inizia quando i due si recano in questa rustica casetta in mezzo al bosco (where no one can hear you scream), e alla ragazza viene in mente che ha bisogno di sigarette, ora, subito, anche se il tabacchino più vicino è a 130 miglia. Dopo questa sfuriata alla Filippo Nardi, lui decide che è il caso di assecondare la compagna (tanto più se vuole avere una chance che lei accetti l'anello di matrimonio), e la lascia quindi sola nello chalet. A questo punto inizia la lunga fase in cui la reazione dello spettatore si riassume in tre parole: "NON LO FARE!" Con una serie di mosse volpine in fatti gli stranieri si introducono in casa e iniziano ad accerchiare la ragazza rimasta sola, e si assiste a una sequenza infinita di occasioni in cui il comportamento di lei (e poi di entrambi, quando lui ritorna) appare estraneo a ogni logica e cautela. Bisogna ammettere che inizialmente la caccia è divertente, se si esclude la frustrazione per il comportamento idiota delle vittime, e le fasi in cui si vedono apparire fugacemente le maschere degli intrusi riesce a suscitare una certa inquietudine. La cosa però si fa ripetitiva, e soprattutto viene commesso un errore a mio avviso imperdonabile, che squalifica quasi tutto il lavoro svolto: i tre assalitori compiono azioni al limite del soprannaturale. Perché per quanto tu possa essere abile, se non sei Lupin né Houdini difficilmente riesci a introdurti all'interno di una casa, farti vedere alle spalle del tuo obiettivo e poi volatilizzarti quando questo gira la testa; non puoi far echeggiare la tua risata nel bosco e non essere visibile; non puoi ricevere una fucilata in pieno viso e non risentirne. Un caso è particolarmente eclatante: il ragazzo viene toccato sulla spalla da uno straniero (lo vediamo proprio dal pov di quest'ultimo), ma quando poi si gira non vede nessuno. Quanti devi essere veloce per riuscire in una cosa del genere? O sei un umano, e rispetti le leggi della fisica, o sei uno spettro, e allora non devi curarti di telefoni, armi, ferite e inseguimenti. Nel tentativo di far aumentare la tensione, il film scivola su questi particolari fin troppo evidenti.
Ma in realtà il problema è anche un altro: totale assenza di sviluppo del plot. Sì, ok, abbiamo questa situazione tipica da film horror, ma al di là del "assassino insegue vittima" non c'è altro, e tutti i ruoli rimangono piuttosto indefiniti. Lo spettatore non ha nessuna ragione per sperare che i ragazzi sopravvivano, né d'altra parte partecipa in qualche modo alla caccia degli assalitori, di cui non conosciamo alcuna motivazione. Anche le scene più drammatiche sono quindi svuotate di significato, perché non c'è nessun tipo di coinvolgimento, e l'esito della battaglia importa ben poco. Aggiungiamo una scena finale ripresa da qualunque abietto monster movie, e si ottiene un prodotto che ha delle potenzialità a livello "tecnico", ma fallisce clamorosamente quanto a gestione della trama.
Il tutto inizia quando i due si recano in questa rustica casetta in mezzo al bosco (where no one can hear you scream), e alla ragazza viene in mente che ha bisogno di sigarette, ora, subito, anche se il tabacchino più vicino è a 130 miglia. Dopo questa sfuriata alla Filippo Nardi, lui decide che è il caso di assecondare la compagna (tanto più se vuole avere una chance che lei accetti l'anello di matrimonio), e la lascia quindi sola nello chalet. A questo punto inizia la lunga fase in cui la reazione dello spettatore si riassume in tre parole: "NON LO FARE!" Con una serie di mosse volpine in fatti gli stranieri si introducono in casa e iniziano ad accerchiare la ragazza rimasta sola, e si assiste a una sequenza infinita di occasioni in cui il comportamento di lei (e poi di entrambi, quando lui ritorna) appare estraneo a ogni logica e cautela. Bisogna ammettere che inizialmente la caccia è divertente, se si esclude la frustrazione per il comportamento idiota delle vittime, e le fasi in cui si vedono apparire fugacemente le maschere degli intrusi riesce a suscitare una certa inquietudine. La cosa però si fa ripetitiva, e soprattutto viene commesso un errore a mio avviso imperdonabile, che squalifica quasi tutto il lavoro svolto: i tre assalitori compiono azioni al limite del soprannaturale. Perché per quanto tu possa essere abile, se non sei Lupin né Houdini difficilmente riesci a introdurti all'interno di una casa, farti vedere alle spalle del tuo obiettivo e poi volatilizzarti quando questo gira la testa; non puoi far echeggiare la tua risata nel bosco e non essere visibile; non puoi ricevere una fucilata in pieno viso e non risentirne. Un caso è particolarmente eclatante: il ragazzo viene toccato sulla spalla da uno straniero (lo vediamo proprio dal pov di quest'ultimo), ma quando poi si gira non vede nessuno. Quanti devi essere veloce per riuscire in una cosa del genere? O sei un umano, e rispetti le leggi della fisica, o sei uno spettro, e allora non devi curarti di telefoni, armi, ferite e inseguimenti. Nel tentativo di far aumentare la tensione, il film scivola su questi particolari fin troppo evidenti.
Ma in realtà il problema è anche un altro: totale assenza di sviluppo del plot. Sì, ok, abbiamo questa situazione tipica da film horror, ma al di là del "assassino insegue vittima" non c'è altro, e tutti i ruoli rimangono piuttosto indefiniti. Lo spettatore non ha nessuna ragione per sperare che i ragazzi sopravvivano, né d'altra parte partecipa in qualche modo alla caccia degli assalitori, di cui non conosciamo alcuna motivazione. Anche le scene più drammatiche sono quindi svuotate di significato, perché non c'è nessun tipo di coinvolgimento, e l'esito della battaglia importa ben poco. Aggiungiamo una scena finale ripresa da qualunque abietto monster movie, e si ottiene un prodotto che ha delle potenzialità a livello "tecnico", ma fallisce clamorosamente quanto a gestione della trama.
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