L'avevo anticipato nell'ultimo post, che la rubrica avrebbe chiuso prima del previsto. Le ragioni sono principalmente due: innanzitutto ho notato con il tempo che il riscontro ottenuto è abbastanza scarso, e visto che cerco di equilibrare le distribuzione dei post, questa rubrica toglieva spazio vitale ad altre che potevano suscitare più interesse; ma ancora più importante, il problema è che la stesura dei resoconti e la ri-visione insieme alla cavia ignara della serie non procedevano di pari passo. Di solito, il ritmo normale era quello di due-tre episodi la settimana, il che mi permetteva di mettere insieme un post a consuntivo anche con un breve ritardo. Ma poi, finita la quarta stagione, perché la cavia aveva sempre più voglia di scoprire "come va a finire", e ci siamo trovati a guardare anche 3-4 puntate di fila in una sola serata. In questo modo il divario tra episodi visti e commentati si è allungato sempre di più, e mi è risultato difficile tenere traccia delle impressioni da riportare. Fatto sta che la visione della sesta stagione (per me era la prima volta che la rivedevo) si è conclusa a maggio, per cui ormai non ha più senso seguire una scaletta.
Cerchiamo quindi di riassumere velocemente quelle che sono state le impressioni complessive di quanto rimane nella quinta e sesta stagione di Lost. Se la prima parte della quinta stagione sembrava interessante, da una parte con i salti temporali, utili anche per mostrare un po' di mitologia dell'isola, dall'altra con il gruppo dei Six che viene rimesso insieme, dopo il rientro di questi ultimi sull'isola nell'epoca della Dharma la marcia cambia, e anche se è simpatico veder sviluppare la storia di cui avevamo sentito parlare, alcuni punti sono trattati con fin troppa leggerezza. La gestione del viaggio nel tempo e dei possibili paradossi è teoricamente buona (whatever happened happened), ma si scontra con alcune evidenze contrarie risolte con troppa semplicità (Ben ragazzino che dopo essere portato al Tempio dimentica tutto e non riconosce Sayid da adulto; la Rousseau che non riconosce Jin conosciuto 16 anni prima perché... è pazza?). Se poi un personaggio come Daniel Faraday viene buttato via (nonostante la sua sia una delle puntate migliori della serie), si rimane davvero confusi. Il finale della quinta serie lascia spazio a molti interrogativi, ma quando la storia riprende non abbiamo indizi per capire cosa effettivamente stiamo vedendo. Se le prime puntate sono abbastanza sorprendenti, perché ricche di nuove scoperte sull'isola (la gente del Tempio, la forma del Mostro, la caverna coi nomi numerati), anche qui via via che il conflitto finale va delineandosi si perdono pezzi per la strada, e la prevedibile Battaglia per la Terra non riesce a conquistare fino in fondo. Non che questo significhi che non ci sono buoni episodi: la storia di Alpert è molto bella, e così anche l'episodio di Desmond (Happily Ever After) che dopo metà stagione segna finalmente un punto di contatto tra la trama sull'isola e i flash, fino a quel momento indefiniti. Peccato che quando si arriva a scoprire cosa siano effettivamente i flash si rimanga piuttosto interdetti, e anche qui la cosa che viene da pensare è che sia stata scelta la soluzione più semplice, il jolly inattaccabile non poi molto diverso dal classico "era tutto un sogno".
Ora, ci sono stati molti fraintendimenti all'epoca sul finale di Lost, e c'è gente che ha capito che tutto quanto avvenuto sull'isola fosse un'anticamera della morte per tutti i naufraghi, che in realtà non sono mai arrivati in quel posto. Questo è palesemente errato, perché le uniche parti "sognate" sono i flashsideways della sesta stagione; ciònondimeno, proprio il fatto che questa parte della stagione non sia "mai avvenuta" sembra sprecare il tempo dello spettatore, anche perché numerosi indizi portano a credere che quanto avviene dopo l'atterraggio dell'Oceanic 815 abbia in realtà una connessione diretta con gli eventi che già conoscevamo. L'ipotesi più accreditata, per me, era quella della realtà alternativa creata dall'esplosione della bomba innescata da Julieta alla fine della quinta stagione, e un successivo collasso e sovrapposizione delle due realtà, ma gli autori (che secondo me si sono tenuti aperta questa possibilità almeno fino all'episodio 13-14) hanno poi deciso di virare sul mistico piuttosto che rimanere nel fantascientifico, forse per semplice pigrizia: con argomenti metafisici non c'è bisogno di essere completamente coerenti, e si può più facilmente chiudere una storia che si sa bene ha troppi punti rimasti in sospeso per poter essere commpletamente coerente. Qualcuno ci ha visto una forte componente religiosa, e in particolare cristiana, ma io credo che il finale si possa interpretare in senso mistico al di là della precisa definizione di un pantheon. Rimane comunque il fatto che appare come qualcosa di raffazzonato all'ultimo momento.
La mia cavia è rimasta turbata per qualche giorno, dopo il finale. Ma non nel senso di sconvolta, intendo proprio incazzata, tanto di malumore da non poter essere avvicinata. "Io ho sprecato un anno della mia vita a guardare questa roba?", si lamentava. Le ho spiegato che la sua reazione non è certo isolata, e che più o meno 3/4 del pubblico ha pensato la stessa cosa, inizialmente. Per quanto mi riguarda, rivedendo la sesta serie con più distacco a 4 anni dall'ultima volta, sono riuscito ad assimilarla meglio, pur continuando a vederne le evidenti pecche. Rimane comunque il fatto che, al di là (o aldilà?) di una chiusura approssimativa, Lost è una storia straordinaria, che ha saputo piazzare diversi colpi e, che piaccia o no, ha profondamente segnato tutto il settore delle serie tv, diventando un nuovo punto di riferimento (dopo Twin Peaks e X-Files, e prima di Game of Thrones). Quindi disconoscergli questo merito sarebbe disonesto. Peraltro, proprio ieri, la cavia mi ha detto che avrebbe quasi voglia di rivederlo, perché forse, dopo aver buttato giù l'amarezza iniziale, potrebbe essere interessante ricominciare per coglierne i molti aspetti secondari. Quindi, vuol che in fondo qualcosa di questa serie rimane comunque.
Concludo riportando un video in cui Damon Lindelof, uno degli autori maggiormente responsabili per lo svolgimento dello show dalla terza serie in poi, commenta a mente fredda alcuni degli aspetti pù controversi della serie. A me ha aiutato molto:
"Lost in Lost" finisce qui, e posso dire nonostante la debacle finale è stato molto interessante per me portare avanti questa rubrica. E forse voi non l'avete notato, ma alla fine i post di questa rubrica sono 23. Vi lacio trarre le dovute conclusioni.
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