In Futurama esistono essenzialmente due tipi di storie "struggenti", di quelli i cui ultimi due minuti ti ritrovi a vederli tuo malgrado attraverso i lucciconi agli occhi: quelle in cui Fry cerca di conquistare Leela (o dopo la stagione 6, di tenerla con sé), e quelli in cui Fry si confronta con il mondo che ha abbandonato il 31 dicembre 1999, quando si è accidentalmente ibernato per 1000 anni. Game of Tones rientra in quest'ultima categoria, e per la precisione ci mostra proprio tutto quello che è avvenuto quel fatidico 31 dicembre 1999.
La storia inizia quando un'astronave non identificata si avvicina alla Terra emettendo una serie di note (dei toni, got it?), che a causa dell'alta frequenza sono potenzialmente in grado di distruggere l'intero pianeta. Sentendo da lontano le note, Fry afferma di conoscerle già, e che ricorda di averle già sentite proprio durante quel suo ultimo giorno nel XX secolo. Pensando che capirne l'origine sia l'unico modo per scongiurare il pericolo, il Professore pone Fry in uno stato di trance che gli permette di rivivere mentalmente l'intera giornata, prestando attenzione a tutti i suoni fino a scovare quando e come ha già sentito quei toni misteriosi. Vediamo quindi Fry risvegliarsi nel letto con Michelle, mangiare coi genitori e salutare il cane Seymour, recarsi a lavoro da Panucci e imbarcarsi per quell'ultima consegna che lo porta al centro criogenico, ma la melodia ancora non viene fuori. Inoltre, trascorrendo del tempo con la sua famiglia da tempo perduta, Fry inizia a cambiare idea e pensa che tutto sommato non gli importa di risolvere l'enigma, vuole solo godersi quelle poche ultime ore con i suoi, abbracciare sua madre un'ultima volta, dirle quanto è importante per lui... ma all'interno del sogno non c'è spazio per cose nuove, e il mondo onirico che sta visitando si limita a quello che lui ha effettivamente visto e fatto in quel giorno.
Alla fine, ma proprio alla fine, la natura delle note viene scoperta, e si rivela essere qualcosa di direttamente collegato a Fry e alla sua missione nel futuro (perché ricordiamo che non è arrivato nel 3000 per caso). Tuttavia sembrerebbe mancare qualcosa, perché in rivivendo quell'ultimo tragico giorno Fry non ha avuto modo di fare quello che davvero riteneva importante. Ed è qui che arriva il finale da lucciconi, che di nuovo, come sempre hanno saputo fare gli autori di questa serie, ti prende direttamente alle costole e ti torce le viscere.
Nel corso di passati episodi ambientati o collegati al passato, abbiamo imparato a conoscere la famiglia di Fry, e nonostante questa apparisse sulle prime disunita, superficiale, meschina, lentamente abbiamo capito che le cose non stavano così. Un po' per volta siamo venuti a pace con suo fratello, con suo padre, e non nomino nemmeno il cane perché sennò so che vi strappate i capelli dalla tristezza. Mamma Fry era l'ultima per la quale non avevamo ancora avuto una parola di conforto, e questo episodio assolve precisamente quella funzione, mostrandoci qualcosa del rapporto più profondo tra il ragazzo e la madre.
Come in tutti gli episodi più orientati sulla parte sentimentale che quella umoristica, Game of Tones ha una struttura ben congegnata, con il mistero delle note che fa da tema di fondo che ricollega passato e presente (cioè futuro). Vedere inoltre l'ultimo giorno di Fry nella sua epoca natale è un regalo inestimabile per tutti i fan, che hannon così l'occasione di cogliere numerosi riferimenti e fatti e personaggi visti o citati in tanti episodi precedenti. Non mancano le gag, anche se in questa storia sono quasi un elemento secondario rispetto alla ricerca, dapprima ufficiale e poi solamente personale, di Fry. Voto 9/10
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