Dopo la doverosa pausa per la finale dei mondiali (sì, dai, quella me la guardo anch'io che a volte ho dei dubbi su quale forma dovrebbe avere un pallone da calcio), siamo tornati al regolare Coppi Club, e le votazioni hanno inusualmente favorito un film storico (nel senso di un film che ha fatto la storia, non un film su un evento/personagio storico). Ho già avuto modo di dire quanto il genere horror mi sia solitamente avverso, per il semplice fatto che mi pare che non abbia niente da offrire attualmente, tutti i film del filone seguono lo stesso schema e basano il loro elemento "orrorifico" su jumpscares, che magari ti fanno pure sobbalzare sulla sedia, ma allo stesso modo in cui lo fai quando ti trovi una vespa che ti ronza intorno (ci sono esempi recenti di questa abitudine). Per questo mi accosto al genere con parecchia diffidenza, anche se in questo caso avevo a incoraggiarmi quarant'anni di commenti positivi.
In effetti, Rosemary's Baby riesce a sviluppare un contesto inquietante senza bisogno di ricorrere ad artifici come mostri in cgi ed effetti sonori improvvisi. Pur trattandosi di una storia che gira intorno al satanismo, non si vedono qui i tipici segni di possessioni e le stereotipate adorazioni del maligno che risultano più ridicole che spaventose. Tutto invece si muove sul filo del dubbio, dell'inquietudine, di una gravidanza problematica e sospetta a cui troppe persone sembrano interessate. La cosa sconvolgente è che le azioni dei satanisti in questo film sono tutte "buone": persone premurose, efficienti, forse un po' morbose ma sempre educate e (apparentemente) benintenzionate. E si fatica quindi a credere che i loro obiettivi siano più reconditi e, in ultima anlisi, malefici. Anzi, alla fine del film, il dubbio rimane: si tratta davvero di persone malvagie, o soltanto molto unite e dedite a qualcosa di non ordinario?
Anche se scorre un po' lentamente (è pur sempre un film degli anni 60), l'equilbrio è perfetto, e la tensione sempre presente, a volte appena accennata, altre solo come sottofondo, una specie di acufene di cui non si riesce a identificare l'origine. Non si può dire che il film "faccia paura", ma di sicuro destabilizza le aspettative dello spettatore e riesce a turbarlo. Il tutto senza nemmeno uno schizzo di sangue. Non male, eh?
In effetti, Rosemary's Baby riesce a sviluppare un contesto inquietante senza bisogno di ricorrere ad artifici come mostri in cgi ed effetti sonori improvvisi. Pur trattandosi di una storia che gira intorno al satanismo, non si vedono qui i tipici segni di possessioni e le stereotipate adorazioni del maligno che risultano più ridicole che spaventose. Tutto invece si muove sul filo del dubbio, dell'inquietudine, di una gravidanza problematica e sospetta a cui troppe persone sembrano interessate. La cosa sconvolgente è che le azioni dei satanisti in questo film sono tutte "buone": persone premurose, efficienti, forse un po' morbose ma sempre educate e (apparentemente) benintenzionate. E si fatica quindi a credere che i loro obiettivi siano più reconditi e, in ultima anlisi, malefici. Anzi, alla fine del film, il dubbio rimane: si tratta davvero di persone malvagie, o soltanto molto unite e dedite a qualcosa di non ordinario?
Anche se scorre un po' lentamente (è pur sempre un film degli anni 60), l'equilbrio è perfetto, e la tensione sempre presente, a volte appena accennata, altre solo come sottofondo, una specie di acufene di cui non si riesce a identificare l'origine. Non si può dire che il film "faccia paura", ma di sicuro destabilizza le aspettative dello spettatore e riesce a turbarlo. Il tutto senza nemmeno uno schizzo di sangue. Non male, eh?
Nessun commento:
Posta un commento