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Il primo libro completato è stato
La colazione dei campioni, di
Kurt Vonnegut. Come
ho già avuto modo di dire, di Vonnegut ho in lista d'attesa diversi libri da leggere, ma tendo a centellinarli, perché ogni sua opera è a suo modo una perla, e richiede un certo impegno. Nonostante lo stile sia sempre leggero, autoironico, e i contenuti spesso ai limiti del grottesco, tutte le sue storie hanno un modo particolare di catturare il lettore e spedirlo in una dimensione del tutto imprevedibile. In questo libro si ripresentano alcuni dei personaggi ricorrenti nei romanzi di Vonnegut: Kilgore Trout, lo scrittore di fantascienza sfigato, Eliot Rosewater, il milardario suo fan, e lo stesso Vonnegut, in quanto creatore di tutti loro. Ora, se devo dire la verità,
La colazione dei campioni mi ha preso un po' meno di altri suoi libri come
Mattatoio n. 5 o
Le Sirene di Titano. Questo forse perché in questo libro manca quella parte di pura invenzione
fantascientifica che invece è presente in quasi tutti gli altri. Lo stesso autore, in una autograduatoria dei suoi romanzi, assegnava a questo la posizione più bassa. In compenso, ci sono molti più disegni, alcuni dei quali anche osceni. Quindi siamo comunque soddisfatti.
Voto: 7/10
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Cambiando completamente ambito, sono passato da un autore plurimamente consacrato a livello mondiale a una manciata di scrittorini italiani di poco conto... tra i quali per poco potevo rientrare pure io.
Il funzionario e altri racconti è infatti la raccolta dei finalisti del XVII
Trofeo RiLL, dei quali tecnicamente facevo parte, ma che sono stati pubblicati solo fino alla quarta posizione (il mio
La legge dei padri è poi comparso in digitale in
Aspettando Mondi Incantati 2011). Solitamente nelle antologie derivate da questo premio si trova un'equilibrato mix di bei racconti e altri mediocri (questi ultimi soprattutto nei lavori dei giurati del concorso), in questo caso invece il livello mi è parso mediamente più alto, con un assortimento di racconti tutti di buona qualità, sia da autori conosciuti che da altri meno noti. Il racconto che dà il titolo alla raccolta è davvero molto affascinante e merita sicuramente di aver vinto.
Voto: 7.5/10
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Avevo visto spesso in libreria, nella limitata porzione di scaffale dedicata alla fantascienza, questo libro di
Andreas Eschbach, autore tedesco che ha raggiunto una certa fama internazionale negli ultimi anni. Non mi ero arrischiato a comprarlo perché da tempo diffido dai libri di sf che raggiungono le librerie, conscio che sono lì per un preciso calcolo di markettabilità. E in effetti, non ho comprato
Miliardi di tappeti di capelli, ma mi è stato regalato dall'amica e collega
Michela, a sorpresa in seguito a una conversazione in macchina a proposito proprio di questo libro. Devo ammettere che la storia di questo libro, che si dipana lungo numerosi racconti tra loro indipenenti ma collegati all'interno del contesto complessivo, è davvero molto particolare, e non si può rimanere insensibili di fronte alle proporzioni dello scenario descritto. Tuttavia, quando si raggiunge la soluzione dell'enigma che sta dietro ai tappeti di capelli, viene da pensare che sia stato piuttosto forzato per riuscire a dare coerenza a una serie di storie nate per scopi diversi (come infatti è il caso, per stessa ammissione dell'autore). Si tratta comunque di una lettura estremamente affascinante, anche se non riesce ad essere all'altezza delle promesse iniziali.
Voto: 7.5/10
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Sono poi tornato ad un classico, con
Le pedine del Non-A, sequel di
Non-A in cui
Alfred Elton Van Vogt esplora ulteriormente lo scenario futuro in cui si muoveva la sua ideale società di individui Non-Aristotelici. Rispetto al primo romanzo, questo è molto più ampio, in quanto la prospettiva si sposta dal Sistema Solare all'intera Galassia, e vengono mostrati i piani delle forze che sul finire del primo libro avevano invaso Venere. Come sempre la scrittura di Van Vogt è piena di azione e colpi di scena senza sosta, enigmi, tranelli e false piste, e quando si raggiunge la conclusione tutto si dipana frettolosamente e senza un vero e proprio epilogo. Un modo di scrivere che può non piacere del tutto, ma che di certo riesce a tenere incollati sulle pagine. Interessanti anche gli "estrati di filosofia Non-A" che aprono ogni capitolo, elemento che proprio nel primo libro era mancato (tutto si basava su questi efficientissimi agenti del Non-A, ma non si capiva che cosa fosse!).
Voto: 7/10
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Si torna poi agli autori italiani, stavolta con
Dario Tonani, che è probabilmente una delle più valide voci della nostra fantascienza contemporanea, e di cui avevo già parlato nella recensione di
Toxic@. In questo
Infected Files troviamo una decina di racconti (alcuni già visti, altri inediti) che illustrano in modo abbastanza chiaro il futuro immaginato dall'autore, nel quale il progresso nelle tecnologie informatiche e bioingegneristiche rendono sempre più labile il confine tra uomo e macchina, con macchine semiviventi e uomini semimeccanici. Il confronto tra questi due mondi di solito è burrascoso, spesso drammatico, ma comunque intrigante. Chiudono il volume alcuni brevi racconti ambientati nell'universo narrativo di
Infect@, dai toni più leggeri.
Voto: 7/10
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Come reagite se dico che non avevo mai letto un romanzo di
Richard Matheson prima di questo? Mi erano capitati diversi racconti, ma un romanzo intero ancora no... no, nemmeno
Io sono leggenda, che ormai si trova in giro solo con Will Smith in copertina (cosa che odio [cioè, non dico Will Smith, ma le copertine con le immagini tratte dai film di cui il libro stesso è l'ispirazione]). La lettura di
Tre millimetri al giorno (e per una volta siano benedetti i traduttori, che hanno trovato un titolo più evocativo dell'originale
The Incredible Shrinking-Man!) mi ha soddisfatto in pieno. Matheson è abilissimo nel mostrare come la riduzione della dimensione metrica del protagonista corrisponde a un equivalente allontamento dalla dimensione umana: quando il protagonista si trova costretto a scalare una sedia per accaparrarsi una briciola di cracker, in fuga da un ragno famelico, c'è ben poco spazio per considerazioni riguardo il mondo "civilizzato" in cui aveva vissuto fino a pochi mesi prima. La conclusione è poi sorprendente e, dopo una storia da toni essenzialmente cupi, riesce a concedere uno ultimo sprazzo di speranza, completando al meglio questa ottima storia.
Voto: 8/10
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