Cobblestone Dancing Club

Scrivo questo post a poche ore da quello in cui segnalavo la mia conquista del titolo di scrittore dell'anno di Edizioni XII, anche se poi comparirà sul blog a dieci giorni di distanza (ho programmato la pubblicazione di alcuni articoli per non lasciarvi all'asciutto durante la mia assenza!). In quel post elencavo tra i vari concorsi che mi hanno fatto accumulare Karma-points anche Minuti Contati, la gara di scrittura-lampo che da un paio di anni mi fa battere il capo sulla tastiera per una mezz'ora buona, prima che un'idea valida mi si affacci alla mente. 

Come dicevo 10 giorni o 8 ore fa, sono riuscito a strappare una vittoria nei mesi scorsi, e quello che sto per presentare è proprio il racconto vincitore della XVII edizione. Il tema era "lunedì 17", da far rientrare in 1000 striminzite battute. Me ne sono uscito con uno sketch leggero che però è piaciuto, e che mi pare l'ideale per chiudere questo periodo estivo (quando questo post apparirà sul blog, sarò appena rientrato dalle mie vacanze, e mi aspetterà l'ultima notte di libertà prima del rientro al lavoro...).



Cobblestone Dancing Club
(in parte ispirato a una storia vera, soprattutto la parte della kahlua)

Ho visto la barista non prendere la Kahlua per preparare il black russian. La musica è una variazione del pulsare delle tempie di quando hai mal di testa. E altrettanto piacevole.
Un trentacinquenne avrebbe passato una serata migliore con Call of Duty. Ma 15 € di biglietto sono andati.
Le cose migliorano quando incontro lei. Carina, si muove bene. Sorride, si lascia avvicinare. Si struscia, e lo fa dove mi è più gradito.
Le sue prime languide parole sono: – Mi porti a casa?
La assecondo.
– Tu non guidi? – chiedo lungo il tragitto.
– Non ho la patente.
Il brivido parte dal collo e arrivato in basso fa afflosciare tutto. – Ma… quanti anni hai?
– Lunedì diciassette.
Siamo arrivati. Lei scende e lascia la portiera aperta. – Vuoi salire?
– Facciamo di no. E… ti dispiace se ti faccio gli auguri in anticipo?

Il buffone parte con una sgommata.
Meglio, non mi pareva un latin lover. Avrei dovuto inventare un’altra scusa.
Ma stasera mi serviva un passaggio. Che seccatura avere la macchina in revisione!


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