Avevamo chiuso lo scorso episodio con un cliffhanger, con il Dottore e i suoi nuovi accompagnatori catapultati per errore nel vuoto cosmico e prossimi alla morte (non discuteremo in questa sede di cosa e in quanto tempo si muore a trovarsi nello spazio siderale). Fortunatamente vengono tutti caricati a bordo da due astronavi di passaggio e si ritrovano poi ad atterrare sul pianeta Desolation e riunirsi nei primi dieci minuti. Yippi!
Scopriamo a questo punto che i due viaggiatori che li hanno salvati stanno partecipando a una gara per vincere uno sbotto di soldi, e sono gli ultimi due finalisti che devono affrontare la prova decisiva, che consiste proprio nell'attraversare le lande deserte del pianeta su cui si trovano per raggiungere il ghost monument. Che poi sarebbe il Tardis, che sfarfalla dentro e fuori dallo spazio e dal tempo e ogni tanto si rende visibile su questo mondo. Beh, come premessa per una bella puntata avventurosa ci può stare: la gara, il pianeta misterioso, i pericoli e come ricompensa finale il ritrovamento del Tardis.
Poi però lo svolgimento tradisce di molto le aspettative. Intanto: ma questa è una gara o no? Se i due tizi sono i finalisti di una competizione che comprendeva migliaia di partecipanti, persi o caduti durante le varie prove, e Desolation è l'ultima tappa (è ragionevole supporre che sia la più impegnativa), allora datemi un'astronave e partecipo anch'io. Tutto ciò che si limitano a fare è frasi una crociera sul fiume, attraversare le rovine abitate da robot con la mira da stormtrooper, e affrontare degli stracci assassini.
Sì, proprio così: pezzi di stoffa che ti stritolano. Questo è il big bad dell'episodio. Ora, Doctor Who ha una lunga tradizione di avversari ridicoli, ma in tempi recenti si era cercato di mantenere un po' di dignità. Si era già scaduti parecchio con i mostri delle cispe, ma per lo meno quelli avevano alla base un'idea un filino più ambiziosa, finita poi in tragicommedia. Qui invece dovremmo avere il terrore di due pezze volteggianti e chiacchierone. Uhm, ok.
Comunque arrivati alla fine dell'ultima tappa della gara, ricattano l'arbitro obbligandolo a farli vincere entrambi (Hunger Games, anyone?), il che dimostra che questo signore è parecchio impressionabile, visto che lui non era fisicamente presente ma proiettato in ologramma (quindi non rischiava nemmeno un ceffone), e la promessa che sarebbero andati a cercarlo e pestarlo cade piuttosto nel vuoto, quando tu che mi minacci sei abbandonato su un pianeta deserto, senza mezzi di trasporto per lasciarlo, e io peraltro ho una ricchezza tale che probabilmente vivo in una fortezza di ossidiana difesa da draghi d'acciaio ad antimateria. Ma insomma, alla fine lui dice "fregacazzo", schiocca le dita e se li porta via.
Il ritrovamento del Tardis funziona un po' nello stesso modo. Rimasti soli, il Tardis non è dove dovrebbe essere e il Dottore inizia a frignare "ho fatto una cazzata, scusate, sono una merda". Poi però, sorpresa!, il Tardis appare. Senza nessuno sforzo da parte di nessuno, senza nessuna rivelazione finale, senza bisogno di fare alcunché perché quel premio finale sia meritato o conseguente alle azioni compiute durante la puntata. Tardis ex machina, così, dal nulla. Tutti contenti. Non mi addentro nella descrizione del nuovo interno, per la verità non mi è mai importata molto l'estetica del Tardis, anche se per quanto si è visto ora mi sembra un po' troppo buio e claustrofobico, soprattutto considerando che abbiamo invece un Dottore che pare essere più aperto e ottimista.
I companion in questa puntata rimangono sullo sfondo. Ok, potremmo dire che sono spaesati per ritrovarsi su un pianeta alieno, ma in realtà lo shock lo sopportano piuttosto bene. Semplicemente, non hanno niente da dire, nessuna nicchia narrativa da riempire. In particolare Yaz mi pare proprio che finora (anche nell'episodio precedente) non abbia fatto proprio niente di significativo. Certo, è presto, ci sarà tempo per dare a oguno la possibilità di mostrare la propria personalità e un proprio arco di trasformazione, ma finora abbiamo perso le prime due ore della stagione senza che venisse fuori niente.
Un'altra cosa che inizia ad emergere sono gli archi narrativi che potrebbero accompagnare questa stagione. Il pianeta su cui si trovano a quanto pare era usato per elaborare nuove armi da parte dei Predator (si chiamano in altro modo, ma così ci capiamo) che abbiamo già visto nel primo episodio, che a quanto pare invadono e terrorizzano molti altri pianeti. Chibnall aveva fieramente dichiarato che in questa stagione non ci sarebbero stati i villain classici della serie (Dalek, Cybermen, Sontaran, Ice Warriors), ma poi se ne inventa uno nuovo e gli da la stessa backstory di tutti gli altri. Molto bene. Aveva anche dichiarato che non ci sarebbero stati richiami al passato, e invece sono gli stracci malefici a parlare di un "Timeless Child" (ammetto che non avevo capito le parole nei bisbigli, ho dovuto cercare su reddit cosa dicevano), che a quanto pare è un segreto che il Dottore tiene nascosto a se stesso. Wow, anche questo non si era mai visto in tempi recenti, pensa che ideona potrebbe essere se questo segreto fosse un Dottore nascosto, che è quello che ha sterminato tutti i Timelord, potremmo definirlo quasi un War Doctor, eh? Chiaramente in questo caso non finirà così, e il Timeless Child verrà fuori essere Susan (la nipote che viaggiava con il Primo Dottore, e che a ogni stagione si rumoregga rifarà la sua comparsa), o qualche altro membro della sua famiglia, dato che già un paio di volte in questi episodi è saltato fuori l'argomento della famiglia del Dottore. Quindi anche in questo caso, certo, non ripeschiamo nel passato, inventiamoci nuove mitologie che quel passato lo vanno ad alterare, un po' come faceva Moffat quando tutti si incazzavano con lui perché osava farlo.
Nel comparto tecnico si notano ancora le differenze di fotografia e regia, stavolta alle prese anche con spazi aperti e luminosi, e da questo punto di vista rimane sempre una bella novità, l'intera puntata sembra "respirare" meglio. Anche sulla musica continuo a essere convinto, e la nuova sigla (che nella prima puntata non era stato mostrato) mi piace molto, per il modo in cui riprende temi e suggestioni della sigla classica e li rimoderna. Ottimi bassi, bella drumtrack.
Questo però non basta a riscattare l'episodio. Se il season premiere poteva puntare molto sull'effetto sorpresa/novità per un contesto completamente aggiornato, nella seconda puntata ci saremmo dovuto aspettare qualche conferma, che qui non è arrivata. Per carità, DW è solito avere diverse puntate ciofeca, quindi ciò non comporta che anche le prossime saranno da buttare. Ma finora non abbiamo avuto nulla di davvero impressionante, e sarebbe l'ora che la serie così platealmente stravolta desse prova di cosa è capace di fare. Voto: 5/10
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