Per qualche ragione ero convinto che Thank You for Smoking fosse una sorta di film-documentario alla Michael Moore, oppure un mockumentary di qualche tipo, e non essendo particolarmente interessato alla tematica "danni del fumo" lo avevo sempre scansato. Quindi sono rimasto sorpreso a scoprire che è un film con una trama pressappoco definita.
Seguiamo il lavoro del frontman di un conglomerato delle sigarette, la persona che ci mette la faccia quando c'è da parlare in pubblico di come le sue aziende stanno uccidendo milioni di persone. Presentato come persona brillante e con una moralità perfettamente allineata alla sua professione, in effetti non si può non fare il tifo per il protagonista, e il film in questo è molto abile.
In effetti tutto il film mi è parso più interessante per le tematiche toccate piuttosto che lo svolgimento. Due sono gli argomenti principali e controversi affrontati nel corso del film, e che sublimano nel finale: la libertà di scelta, in particolare la libertà di scegliere anche in contrasto con tutte le evidenze disponibili; e la forza della retorica, la possibilità di poter portare valore a qualunque tesi, per quanto razionalmente perdente, facendo leva sulle giuste argomentazioni e traendo vantaggio da tutte le logical fallacies che si dovrebbero evitare in una discussione seria. Unendo questi due punti si riesce a realizzare quanto sia facile pilotare l'opinione della gente, in ambiti anche ben più vasti del mercato delle sigarette (che pure non è una cosetta da niente).
Di contro, la trama vera e propria del film, soprattutto dalla metà in poi, non ha la stessa presa, perché basa il suo sviluppo su un errore che un uomo nella posizione del protagonista non avrebbe mai commesso: rivelare nomi e segreti a un'amante occasionale è una cosa totalmente da escludere per una persona che fa della comunicazione controllata la sua ragione di vita. Allo stesso tempo, anche il ruolo della giornalista che cerca lo scoop in grado di far tremare le multinazionali poteva avere senso negli anni 80, oggi (ma anche all'epoca del film) non esistono più figure del genere. In assenza di questi snodi cruciali non si arriverebbe alla situazione finale, quindi non si può far altro che invocare la plot convenience per giustificare la loro esistenza.
Comunque il tono leggero al di sotto del quale risiedono gli aromenti più profondi rende la visione piacevole, e si può comunque ritenersi soddisfatti per gli spunti di riflessione sull'attualità del mondo che il film suscita.
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