Westworld 4x03 - Années Folles

Come per la puntata precedente, anche stavolta si procede spediti, con un plot che avanza in modo consistente. E finalmente riprendiamo anche i contatti con Bernard, che avevamo lasciato alla fine della stagione 3 nel suo viaggio nel Sublime alla ricerca di risposte.

C'eran molte teorie su come la stagione 4 avrebbe mostrato il mondo virtuale in cui gli host si sono rifugiati dopo la loro migrazione durante la stagione 2, e secondo alcuni una parte della storia si sarebbe svolta interamente lì dentro, con Bernard che avrebbe visitato i suoi simili fuggiti dallo sterminio di massa. Invece la quest del mondo nascosto ha tratto onirici e l'unico personaggio che reincontriamo è il caro Akecheta, che aveva guidato i profughi e adesso si mostra come corporate man di un mondo troppo vasto per essere condiviso. Infatti a quanto pare il Sublime è un mondo su misura per ognuno dei suoi abitanti, ed è per questo che accedendovi Bernard può esaminare anche le possibilità per il futuro del mondo là fuori, quello in cui vivono gli umani che sono inevitabilmente destinati al fallimento (come era stato previsto da Rehoboam).


 

Uscito dal Sublime, Bernard ha sbloccato la modalità Kwisatz Haderach, e adesso cerca di fare in modo di mantenere gli eventi sul giusto percorso che lo porteranno a salvare il mondo. La dinamica del personaggio che conosce il futuro e prevede tutto fino alle battute degli altri forse è un po' consumata, ma permette di rimettere Bernard al centro della narrazione, un ruolo che nella stagione precedente gli era mancato. Inoltre la coppia con Stubbs funziona ancora alla grande, e adesso i due cercano l'aiuto di un gruppo di clandestini/guerriglieri non meglio precisati, in una sorta di futuro postapocalittico. Ci si può infatti chiedere quando si trovi Bernard al suo risveglio, ovvero quanto tempo ha passato nel Sublime. Il sospetto è che la sua storia non si svolga in parallelo a quella di Maeve/Caleb (sette anni dopo la stagione 3) ma molto più avanti, il che combinerebbe con l'ipotesi che la ragazza che li accompagnano sia la figlia di Caleb cresciuta.

[La cosa è stata involontariamente spoilerata dal profilo twitter di HBO, che in un post ha rivelato che sono in effetti passati 27 anni: solito problema di non coordinare la comunicazione di una grande azienda del genere.]

L'altra cosa che rimane da chiedersi è cosa stiano cercando i ribelli nel deserto. Bernard parla di un'"arma" sepolta che lui può rintracciare, e potrebbe trattarsi di Solomon (che come sappiamo, era in una struttura nel deserto di Sonora) o secondo alcuni di Maeve, rimasta intrappolata dopo gli eventi che vediamo svolgersi attualmente nel parco degli anni 20.

Questa infatti è la seconda storyline che seguiamo (e che dà il titolo alla puntata), con Caleb e Maeve che sostano nel nuovo parco e rivivono le solite narrative che già conosciamo dal Westworld originale, per riuscire a penetrare nelle parti segrete del parco. Qui abbiamo modo di rivedere di nuovo la scena della rapina al bordello, stavolta con un twist sulla colonna sonora (avrei preferito però un'altra versione di Paint it Black). La scena scivolerebbe facilmente nel fanservice, se non fosse che poi viene aggiunto un ulteriore twist, ovvero che il livello di metanarrazione del parco è aumentato e l'easter egg per i giocatori hardcore è il Massacro di Westworld, con una finta Dolores/Wyatt, Teddy e Angela che assaltano il laboratorio sotterraneo, anche quello parte del parco. È divertente vedere come Delos (ora mossa da Halores e William, che sono praticamente un'entità unica) da buona meacorporazione abbia pensato di capitalizzare sui suoi errori, ovvero di trasformare un difetto in una value proposition: "sì è vero abbiamo avuto un massacro, ma adesso volete provare anche voi il brivido di fermare la rivolta dei robot?"

Quello che vediamo in questa puntata fa decadere la mia teoria che quelli nel parco proibizionista fossero umani controllati invece di host: sono effettivamente host, ma vediamo comunque che gli esperimenti sul controllo degli umani sono in corso. Attraverso le mosche (che sono biologiche, non robotiche) gli umani sono resi "ricettivi" e poi comandati attravers stimoli sonori. E si può riconoscere come l'apparechio che emette gli ultrasuoni sia simile proprio alla cima della torre che abbiamo visto (principalmente nei trailer). Quidni è ancora più credibile la teoria che questo parco sia la stazione sperimentale del piano su larga scala che Halores implementerà in tutta New York (all'epoca di Christina).

In questa puntata vediamo anche un po' di affiatamento tra Maeve e Caleb, e si capisce che ci sono dei tascorsi ancora da rivelare, che emergeranno probabilmente in una puntata flashback sugli anni della guerra. C'era l'ipotesi che Caleb fosse effettivamente morto durante le battaglie precedenti, e quello attuale fosse un host modellato su di lui, ma abbiamo visto che le mosche erano attirate da lui e che non sentiva gli ultrasuoni, quindi questo Caleb è ancora umano... forse per poco. Il fatto che alla fine dell'episodio Caleb sia infestato dalle mosche ci porta ad alzare subito la posta, e questo è un fattore che secondo me Westworld si gioca benissimo: quella che avrebbe potuto essere una minaccia paventata per un'intera stagione (riuscirà Caleb a rimanere al sicuro dalle mosche?) viene subito messa in atto, così come nella stagione 3 i profili Incite venivano resi pubblici già nell'episodio 5 invece di rimanere come atto conclusivo della stagione. Quindi Westworld continua a galoppare e non perde tempo, perché deve ancora mostrare molto.


I miei articoli per Stay Nerd - Gennaio-Giugno 2022

Ormai pure coi riepiloghi dei miei articoli per Stay Nerd vado ad aggiornamenti scaglionati, prima le facevo più spesso ma ora siamo finiti alla cadenza semestrale. Quindi se vi siete persi qualcosa ve lo beccate adesso in blocco, così magari mi fate riprendere qualche visualizzazione sugli articoli vecchi, dai.

 


Abbiamo ancora molto da imparare sui (e dai) Neanderthal - Se vi ricordate qualche mese fa ho avuto la mia fase di fissa sui Neanderthal (o meglio, non è ancora passato, ma in quel periodo mi ci sono concentrato) e dai libri che ho letto in quel periodo ho poi tirato fuori questo articolo, che potete leggere se non volete sorbirvi tutta la saggistica che mi sono fatto io.

Siamo tutti gli alieni di qualcun altro: profughi, migranti e migrazioni nella fantascienza - A partire dalla seconda stagione di Beforeigners (qui avevo parlato della prima a suo tempo) ho fatto un discorso più ampio sulle migrazioni nell'ambito della sci-fi.

Il fascino disturbante dell'uncanny: mostri, bestiari e atlanti dei mostri - In questo articolo ho sublimato la mia passione per gli atlanti degli animali estendendola agli atlanti degli animali che non esistono, o che sono esistiti, o che potrebbero esistere.

Perché Futurama è la sitcom perfetta anche dopo vent'anni - Devo davvero spiegare le origini di questo articolo? Diciamo solo che con la recente notizia della nuova stagione, era il momento adatto per rievocare quanto Futurama stava avanti.

Come noi millennial abbiamo scoperto il fantasy e la fantascienza attraverso la Storia Ancestrale - Articolo completamente sprofondato nella nostalgia, in cui rievoco la serie di fascicoli da edicola che in retrospettiva mi ha fatto l'imprinting sui generi narrativi.

Da Esplorando il corpo umano a Kurzgesagt: anche la divulgazione si evolve - Un punto della situazione sui libri divulgativi e su come questa funzione si è evoluta negli ultimi decenni, dal nostro Piero Angela al canale youtube di Kursgesagt.

I dinosauri come allegoria della nostra capacità di accettare il cambiamento - Questo può sembrare un articolo scemo, ma in realtà il discorso parte da quello strano fenomeno per cui la lobby TERF si è appropriata dei dinosauri come icona della loro ideologia, e del perché questo sia totalmente contrario a ciò che i dinosauri ci aiutano a comprendere.

Ciao, sono la fantascienza su TikTok - Un mio reportage dopo i miei primi mesi di permanenza nel settore libri di tiktok, nel quale mi sono imposto in breve tempo come punto di riferimento per la fantascienza letteraria (sostanzialmente perché nessun altro lo faceva).

Qualcuno spieghi ai nostri giornalisti che la fantascienza è andata oltre gli anni 70 - Periodico rant contro i professionisti dell'informazione per cui Fantascienza = Asimov.

Ricettacoli di Vuoto e Splendore: la filosofia di Hollow Knight - Hollow Knight è un videogioco indipendente diventato di culto in pochi anni che ho scoperto nei mesi scorsi ed è diventata una mia fissa in poco tempo. Questo è solo uno dei livelli dell'iceberg a cui sono sceso.

Analogico vs Virtuale nella meritocrazia perversa della curva a campana - A partire dalla lettura di Analogico/Virtuale di Lavanya Lakshminarayan ho fatto un collegamento con altre storie che raccontano di un futuro imminente in cui la divisione sociale è sistematica ed esasperata dalla componente social.


Westworld 4x02 - Well Enough Alone

Dopo un primo episodio sostanzialmente introduttivo che ci mostra dove sono i personaggi e cosa hanno fatto in questo tempo in cui non li avevamo sott'occhio, adesso la trama vola sulle ali delle mosche, seguendo tre storyline principali.

Per primo vediamo William, che sappiamo benissimo essere la versione host creata da Halores alla fine della terza stagione (e che per praticità è stato definito HiB cioè Host in Black, contrapposto al Man in Black che conoscevamo), che si muove per acquisire potere e manipolare i suoi avversari.  È interessante vedere come da capitano d'industria qual è conosce bene le persone a cui rivoglersi e come trattarle, e si capisce che il piano a lungo thermine di Halores è quello di infiltrare il sitema politico, perché avrà bisogno di concessioni e connessioni per fare quello che vuole fare. La scena di HiB sul campo da golf è davvero intensa, ricorda alcuni momenti della prima stagione in cui Ford mostrava il suo controllo totale sul parco.

 

Collegato a questo vediamo anche Halores fare la bulletta con William, quello vero, e quindi ci è stato finamlente rivelato che non è davvero morto alla fine della stagione 3 (ma nessuno ci aveva creduto), e adesso è tenuto in stasi in una capsula che ricorda molto quella della sigla. Halores avvisa William che sta portando avanti il suo piano a lungo termine e poi gli farà vedere i suoi risultati, perché la vittoria è tale solo se c'è un perdente ad assistere. Tuta queta parte della storia ha dei chiari riferimenti a Futureworld, il film sequel di Westworld (il film originale di Michale Cricthon), in cui invece del parco western c'era un parco futuristico, il cuo vero scopo però era quello di replicare i potenti del pianeta e sostituirli con dei robot controllabili a distanza. Pare che il piano si questo, da applicare in parte con la sostituzione vera e propria con gli host (che però non sarebbe una soluzione completa, perché secondo la sua morale Halores vuole che i suoi compagni abbiano una loro vita, piuttosto che impersonare degli umani) e in parte con l'uso delle mosche che, come abbiamo occasione di vedere ancora meglio, infestano e controllano le persone.

Questo ci porta alla seconda storyline, quella di Maeve e Caleb. Dopo uno scontro con gli host sostitutivi di un senatore (in cui vediamo che Maeve non ha più il controllo completo degli altri host, probabilmente perché si erano accorti che era troppo overpowered e hanno dovuto nerfarla), scoprono dell'esistenza delle mosche e gira e rigira finiscono su un treno che li porta in un parco. Ci sono brevi accenni a un'avventura precedente, presumibilmente durante il periodo della loro "guerra" che avrebbe lasciato le tracce di PTSD su Caleb, e che probabilmente esploreremo in qualche puntata successiva. Volano già alcune teorie sul fatto che Caleb sia in effetti morto in quella missione e quello attuale sia una copia, ma non credo che sia davvero questa la direzione, il twist "non è umano è un host" ormai non ha più valore. Piuttosto, è da rilevare questo "ritorno alle origini" con il treno e la fase di preparazione con la hostess (vecchia conoscenza di Maeve), che trasmette subito season one vibes. Una lamentela diffusa rispetto alla stagione 3 era che mancasse il parco, e in questo modo gli autori hanno probabilmente cercato (e ottenuto) di far riassaporare quel tipo di sense of wonder. Si potrebbe discutere sull'opportunità per Maeve/Caleb di seguire le istruzioni dei loro avversari verso quella che pare proprio una trappola, ma in fondo se il loro obiettivo è trovare William e Halores, probabilmente non hanno altre possibilità.

Il nuovo "parco" in cui approdano è una ricostruzione della Chicago degli anni 20, che parallelamente William presenta ai suoi nuovi soci come grand reopening dopo il massacro di Westworld. Non sappiamo ancora bene che cosa sia questo nuovo parco, ma da come lo presenta HiB pare che sia qualcosa di diverso da quello che era Westworld. Su questo si aggancia la mia teoria, che però illustrerò dopo aver parlato di Christina.

Christina, cioè la nuova versione di Dolores che ancora dobbiamo inquadrare, porta avanti sostanzialmente lo stesso plot che già avevamo visto nel primo episodio, con l'aggiunta di qualche elemento in più di paranoia. Soprattutto possiamo vedere che il suo capo la monitora e ha accesso a una scheda su di lei che riporta dati (anche sul suo comportamento e suoi suoi loop) che assomigliano molto a quelli che vedevamo riferiti agli host all'interno del parco. Questo collima con la teoria che Christina viva in una New York "finta" popolata di NPC di cui lei stessa scrive le storie e di cui in realtà fa parte, e che questo "NYWorld" viene visitato da guest esterni (come i tizi che ha incrociato nel primo episodio che dicevano "questo posto è spettacolare"). Questa cosa è già abbastanza chiara, bisogna solo capire in che modalità si stia svolgendo e che ruolo avrà Christina in tutto ciò.

Ma il punto sui cui mi viene da riflettere è che è possibile che stiamo vedendo la storia in due momenti diversi: la Chicago anni 20 presentata da HiB e in cui sono arrivato Maeve e Caleb non è un parco com'era Westworld popolato di host, ma un parco in cui sono gli esseri umani a far parte dei loop, controllati attraverso le mosche. E questo è il primo esperimetno su scala ridotta che Halores sta portando avanti per vedere come funziona il suo controllo sull'umanità nel suo complesso. A distanza di tot anni (una ventina circa, se la ragazza che vediamo nei trailer e che accompagnerà Bernard al suo risveglio fosse davvero la figlia di Caleb), Halores ha esteso le sue operazion e ha reso New York una città-parco con gli umani infiltrati dalle mosche e controllati a distanza dalla musica della torre, che infatti rimane loro invisibile ("what door?") e appare molto simile alla puntina di un vinile.

Quindi anche stavolta la stagione si svolge su due piani temporali successivi, e vedremo gli eventi precdenti di Maeve/Caleb portare a quello che succederà dopo con Christina/Bernard. Non credo che questo mistero che sarà portato fino al finale, se è così la rivelazione arriverà più o meno a metà stagione, perché è un tipo di plot twist già utilizzato e sarebbe sciocco usarlo nello stesso modo. Ma potrebbe trascinare l'azione fino al punto centrale in cui le due storie si ricongiungono e portare quindi a capire cosa è successo e perché.

In ogni caso, per ora questa quarta stagione si sta comportando bene, con il giusto bilanciamento tra nuovi elementi e richiami non troppo nostalgici alle glorie del passato. Nel prossimo episodio finalmente anche Bernard tornerà in gioco, e dovremmo scoprire cosa ha scoperto nel Sublime, e forse anche chi... Ford, sei tu? (Ma anche Akecheta mi basterebbe).


Westworld 4x01 - The Auguries

Il titolo potrebbe suonare insolito per il pubblico italiano, perché auguries non significa auguri, anzi, quasi l'opposto, è qualcosa di più simile al "presagio". Naturalmente il concetto è poi applicabile a più livelli, sia in-universe (con i personaggi che ricevono presagi di quello che può succedere) sia out-universe con la storia che dà un'idea al pubblico di che direzione prenderà questa nuova stagione. Sì perché la season premiere di Westworld 4 presenta di nuovo un contesto diverso da quello che avevamo visto nelle stagioni precedenti. Quanto diverso lo potremo capire solo un po' per volta.

Mi sono preparato bene alla nuova stagione con un rewatch completo nelle ultime settimane delle tre stagioni precedenti, e in particolare della stagione 3, che avevo già commentato sul blog all'epoca e poi riesaminato con il senno di poi. Mi sono anche accorto che non ho mai aggiornato la timeline con gli eventi della terza stagione, forse lo farò forse no boh. In prospettiva ho rivalutato i meriti della terza stagione, pur riconoscendole i limiti, ma in ogni caso è bello essere di nuovo qui a parlare di WW.



Questa quarta stagione si svolge (al netto di possibili piani temporali sfasati, ma non credo sia questo il caso) sette anni dopo gli eventi della fine della terza stagione, ovvero dopo che Dolores ha completato il suo piano di distruzione di Rehoboam, morendo nella missione e passando la leadership a Caleb e Maeve. In sette anni il mondo non sembra cambiato più di tanto a dire la verità, e c'è anche il collega di Caleb a notarlo: forse non c'è più nessuno che prevede/dirige le vite delle persone, ma è davvero un male? Che cosa ci hanno guadagnato, ad affermare la loro libertà dall'IA di Serac? Solo il fatto che non ci sono più robot che lavorano a fianco degli umani, così gli tocca lavorare di più a loro. Bell'affare, grazie Caleb.

Al contrario di Caleb, che nel frattempo si è fatto una famiglia (anche se la figlia mi sembra un po' troppo grande per avere al massimo sei anni, ma può essere), Maeve invece si è ritirata in una cascina in mezzo ai boschi, e da brava maestra jedi si dedica alla meditazione per tenere sotto a bada i suoi poteri. Ma l'idillio si interrompe perché qualcuno va a cercarla per farla fuori, e dopo una rapida battaglia a senso unico si scopre che sono gli uomini di William (capitanati da un host che era un comandante dell'esercito dentro Westworld nella prima stagione) a volerla morta. Per cui è evidente che la battaglia non è finita e che c'è ancora qualche conto da regolare.

Di William sappiamo che nella scena postcredit della terza stagione era stato ucciso dalla sua copia host realizzata da Halores (Hale+Dolores, che in seguito potrei chiamare semplicemente Hale), e quello che vediamo nel prologo e nei ricordi degli host è probabilmente lui. Possiamo infatti supporre (anhce in base ai trailer) che adesso William sia un host al servizio di Halores, che sta mettendo in atto il suo piano di controllo dell'umanità, quello che la Dolores/Wyatt aveva inizialmente voluto impiegare prima di capire che gli umani erano schiavi quanto gli host. Ma Hale pensa solo alla vendetta per il male subito, quindi ci si può aspettare che sia il nemico decisivo di questa stagione. Lei e le sue mosche. Maledette mosche.

E Dolores in tutto questo dovè? Difficile dare una risposta decisa: Evan Rachel Wood è ancora la protagonista, ma il suo personaggio adesso si chiama Christina e sembra essere una "persona normale" che lavora per la Olympiad Entertainment, società che porta avanti attività sospettosamente simili a quelle che faceva la Delos (e infatti anche il logo è piuttosto simile). L'impressione è che Christina lavori inventando le storie degli NPC di un gioco interattivo, ma che il gioco sia il mondo stesso e che questi NPC siano persone vere forzate (probabilmente attraverso le mosche) in un ruolo che lei inconsapevolmente gli impone. E sembra anche che Christina conservi tratti della personalità di Dolores, come il desiderio di cose semplici e belle che aveva anche l'umile figlia del bovaro Peter Abernathy nella storyline iniziale del parco. Non possiamo però sapere quanto di Dolores ci sia davvero in Christina, se questa iterazione sia davvero un'altra delle sue copie o una sorta di "backup" che la stessa Dolores Prime aveva fatto di sé stessa... le possibilità sono vaste e per adesso ogni speculazione è altrettanto valida.

Il piccolo twist finale è in realtà qualcosa che ci potevamo aspettare, perché era risaputo da chi ha seguito gli sviluppi (anche se cautamente evitato nei trailer) il ritorno di Teddy. Anche in questo caso però non è ancora dato di sapere in che forma e con che livello di consapevolezza il caro eroe disposto a morire per lei sia toranto nel mondo dopo essere rimasto nel Sublime per tanti anni. Dalla sua espressione sembra di capire che sa chi ha davanti, ma quale sia il suo ruolo è ancora da chiarire.

Nel complesso, The Auguries è una buona puntata di setup, abbastanza calma se paragonata anche al season premiere della stagione 3, ma che serve bene a rimettere in scena i personaggi dopo una lunga pausa (sia nella serie che per il pubblico). All'appello mancano ancora Bernard e Stubbs, ma i primi pezzi si sono già messi in moto. Per adesso l'impressione è positiva per le domande messe sul banco, vedremo se poi anche lo sviluppo sarà soddisfacente.

Rappoto letture - Aprile/Maggio 2022

Sì lo so qui sta per finire giugno e ancora non ho parlato dei libri di due mesi precedenti. Sue me, ok? Comunque, sono qui apposta. Spero di ricordarmeli davvero, perché non sono per nulla sicuro che siano tutti e solo questi. Però almeno di questi posso dire qualcosa, il Cielo mi perdonerà se ho dimenticato qualcno.


Ad aprile reduce dalla giuria di un premio letterario (cioè pensa a che punto siamo arrivati) mi sono letto Storie della serie cremisi, di cui avevo letto un assaggio per il suddetto premio. Di Lucio Besana avevo già sentito parlare, soprattutto per A Classic Horror Story, film che ha avuto il suo picco di successo su Netflix, ma non avevo letto altro prima. Ora, io forse non sono così esperto del weird, ma se mi chiedete di nominare dei racconti che mi hanno seriamente inquietato, la mia risposta d'ora in poi sarà questi qui. Nella raccolta si trovano storie diverse e indipendenti tra loro, anche se si possono scorgere alcuni sottili riferimenti incrociati, in ogni caso quello che emerge è soprattutto una scrittura che senza forzare la prosa riesce a creare un'atmosfera asfissiante e uncanny, un senso di incertezza e oppressione che davvero mi capitato raramente di provare leggendo un libro. In particolare mi sento di citare Una stagione al Teatro della Scena Rossa come uno dei racconti più angoscianti che abbia mai letto, e il tutto senza dover ricorrere a "effetti speciali" (splatter, gore, ecc) o meccanismi narrativi particolarmente complicati. Semplicemente (ma semplicemente un cazzo, mi verrebbe da dire), una buona scrittura e la capacità di toccare le corde giuste. Voto: 9/10

 

Siccome non mi era bastato, allora mi sono andato a scegliere un altro libro tutt'altro che tranquillizzante: Atlante delle ceneri è una raccolta di racconti/frammenti anche questi tutti piuttosto uncanny, pieni di cose schifose e personaggi totalmente dissociati. Difficile dare un quadro generale dei racconti, che a volte più che storie sono delle istantanee di situazioni particolari, come per esempio le varie "piogge" descritte in alcuni brevi capitoli (dal cielo cascano carne sangue bruchi glitter...). Blake Butler si concentra soprattutto sull'evocare un'inquietudine profonda, spesso grazie a insetti e viscere che si intrecciano in modi poco sani. Devo dire la verità, nonostante l'impatto iniziale la formula mi è sembrata un po' monotona, dopo ottanta pagine di queste cose mi è sembrato che il gioco fosse sempre lo stesso e perdeva efficacia. Inoltre mi sembra che facesse affidamento eccessivo sul body horror e misery porn, tecniche che in genere non mi conquistano troppo. Forse se ci fosse stato anche un plot a giustificare tutta quell'angoscia allora ne sarei rimasto più coinvolto. Voto: 6.5/10

 

A questo punto avevo bisogno di una boccata di ossigeno e allora mi sono rivolto alla mia comfort zone: Jeff Somers e il suo Avery Cates, di cui periodicamente escono nuove novelette autopubblicate dall'autore. Questa volta me ne sono consumanto due in sequenza, The Dark Hunt e The Black Wave. Ora, se avete letto quello che dicevo in occasioni precedenti su di lui, non c'è molto da aggiungere perché il gioco di Somers è sempre lo stesso: action, dark humor e una f-word ogni otto parole. Nella storia Cates è partito con il suo team dal porto di Genova (sì, davvero) per raggiungere un'isola nel meditteraneo da cui potrà raggiungere la base segreta e riattivare il sistema. Solita storia, solito Cates nichilista e affaticato che tuttavia riesce sempre a spuntarla sugli altri, anche se non ne ha davvero voglia e forse vorrebbe che lo lasciassero morire. Fatto sta che sono curioso di vedere come andrà a finire, perché già in passato Somers si è rivelato capace di plot twist molto efficaci.


Poi sono passato al romanzo d'esordio di un'autrice italiana, Eleonora Villani che ho conosciuto soprattutto per il suo canale youtube in cui parla di fantascienza (e in particolare Warhammer, su cui stavo cercando info ma mi sono poi dovuto arrendere alla vastità del materiale). L'età della polvere è un postapocalittico ambientato nella Devastazione, una landa desolata stile Mad Max in cui si scontrano bande di predoni e piccole comunità di sopravvissuti e mutanti. La storia segue principalmente un piccolo gruppo di ragazzi che trovano rifugio in un villaggio e cercando di difenderlo, ma si sposta spesso anche su personaggi secondari in altre situazioni. La storia segue più o meno tutti i trope di questo genere e lascia alcuni punti in sospeso, per esempio non è del tutto chiaro cosa abbia provocato il collasso della società e quali siano i pericoli a cui devono scampare i disperati di quest'epoca. Non si avverte davvero un senso di pericolo imminente, tranne quando si prepara un attacco dei predoni, ma anche lì la cosa non sembra così drammatica. L'impressione è che si sia voluto creare una storia corale ma così facendo si è persa di vista la vicenda personale dei protagonisti, che infatti non spiccano rispetto agli altri personaggi. Anche la scrittura presenta diverse ingenuità lessicali e soffre di un certo didascalismo soprattutto nei dialoghi. Insomma si percepisce che è un esordio, e forse avrebbe beneficiato di un editing più approfondito, comunque non è detto che da questo primo tentativo non possa uscire qualcosa di più maturo. Voto: 5/10

 

Infine ho deciso che la mia dose di weird fantascientifico non era sufficiente e allora mi sono rivolto a Jeff Vandermeer, accidentamme. Ho voluto leggere Dead Astronauts e se ora dovessi dire di cosa parla mi troverei in difficoltà. Non che sia incomprensible, e nemmeno è una storia priva di plot, perché i tre astronauti che si spostano tra le varie versioni della Terra per combattere una società malvagia e prevenire la fine della civiltà, stando attendi alla volpe blu e all'anatra con l'ala rotta e al behemoth... tutto questo mi è del tutto chiaro. Ma Vandermeer ha sempre quella capacità di disorientarti pur dicendoti cose semplici, e questo è un altro di quei casi. Non saprei nemmeno dire se ne consiglio la lettura, perché ci vuole un tipo particolare di sensibilità per poter recepire una lettura di questo tipo. Io posso dire che non mi ha lasciato indifferente, e l'esperienza mi è "piaciuta" nella misura in cui può piacere, che ne so, un docufilm sulla Grande Depressione. Sapendo a cosa si va incontro può essere soddisfacente, ma non è assolutamente una cosa adatta al casual reader. Voto: 7/10