Coppi Night 10/06/2018 - Annientamento

Ho già parlato di striscio di questo film, in un post di qualche mese fa che era più un'analisi di una certa tendenza del cinema di fantascienza contemporaneo, piuttosto che un commento al film in sé. Avevo già visto Annientamento poco dopo la sua uscita su Netflix in lingua originale (quindi Annihilation), e ho colto l'occasione di rivederlo, seppure in italiano, valutando che sia un film che può giovare di una seconda visione.

Premetteo che nonostante Jeff Vandermeer sia un nome che sta segnando negli ultimi anni il panorama fantascientifico, non ho letto nessuno dei suoi romanzi dell'Area X. Ho sentito dire che il film di Annientamento si discosta per molti aspetti sostanziali dal libro da cui è tratto, ma questo per me non ha alcun impatto sulla valutazione, visto che appunto non li ho letti.

A mio avviso Annientamento è un ottimo film, sotto parecchi punti di vista. Non ho percepito la lentezza dello sviluppo lamentata da molti, anzi credo che questo clima generale di sospensione sia voluto e funzionale alla trama. Le interpretazioni sono tutte di ottimo livello, fotografia e regia eccellenti ed evocative, effetti speciali contenuti ma efficaci, colonna sonora perfetta (e nel climax del film possiamo ascoltare un ottimo adattamento di Moderat). Ciò che forse può aver perplesso o infastidito molti spettatori è che il film non fa molti sforzi per rendersi comprensibile. In realtà i frammenti per mettere insieme una trama ci sono, e volendo percorrerla in questo modo non sarebbe poi niente di tanto originale: un meteorite precipitato sulla Terra che porta la contaminazione di qualche organismo alieno che è in grado di alterare l'evoluzione, mescolando e rinfrangendo tra loro le informazioni genetiche per creare copie, mutazioni e aberrazioni. Ma in effetti questa è solo un'ossatura, e il film stesso non ci insiste troppo. Quindi chi ha cercato una "storia" nel senso classico non l'ha trovata, ed è rimasto deluso.

Annientamento parla di altro, e per la verità lo fa in termini abbastanza espliciti. Parla di autodistruzione, del desiderio inconscio ma comune a tutti (tutti gli umani? tutte le creature senzienti? tutti gli esseri viventi?) di distruggere se stessi. Questa distruzione può avvenire a più livelli, fisici, psichici e anche solo metaforici, ma rimane un processo continuo. Come viene detto, non significa necessariamente pensare al suicidio: si può anche solo scegliere di fumare, o smontare le basi di una relazione serena con il prossimo. Il paragone con i tumori, che sono al contrario cellule che rifiutano la loro distruzione e portano così al collasso dell'intero sistema, è senza dubbio significativo.

L'entità che ha originato l'Area X, qualunque siano la sua origine e la sua forma, vive di cambiamento. Distrugge, ma solo per ricreare; copia, ma solo per capire. Non ci è dato di sapere alla fine, chi o che cosa sia emerso dall'Area X, se Oscar Isaac e Natalie Portman siano ancora loro, o se lo sono mai stati. "Tu sei me? Io sono me?" chiede il soldato al suo doppio, e ciò rende evidente che il confine tra replicatore e replicato non sia così nitido.

Copiare, mescolare, distruggere. Ripetere. Non serve mica che arrivi un extraterrestre per insegnarci come si fa: lo facciamo da sempre.

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