Il blog è rimasto in standby per un paio di settimane. Cosa sarà successo? Il GDPR? Il nuovo governo? È arrivato il caldo? Gli zingari? Niente di tutto questo, solo una settimana via per lavoro e poi tanto tempo prima e dopo assorbito da altre questioni. Ma ora cerchiamo di tornare a una programmazione regolare.
E lo facciamo parlando di un film che alla sua uscita mi aveva molto incuriosito, ma che finché Netflix non me lo ha presentato davanti tra le novità non mi sono ricordato di andare a cercare (e questa per me è la funzione più importante assolta da Netflix). Colossal è sulla carta un film di kaiju, i mostri giganti distruttori di città dei film giapponesi. Ma si presenta da subito come un film quanto meno particolare: il mostro che terrorizza Seoul infatti (questo non è uno spoiler, lo vedete dal trailer) è controllato da Gloria (Anne Hathaway), una ragazza newyorkese nullafacente e accidiosa, incacape di dare una direzione alla sua vita tra casa, lavoro, relazioni e alcool. Non che Gloria indirizzi di sua volontà la creatura a distruggere la Corea, ma dopo le prime manifestazioni la ragazza si accorge che il mostro ripete le sue azioni in diretta.
Che cosa comporta questo? In realtà ben poco, fino a quando sono costretto a entrare nello spoiler per poter continuare il commento quidni fermatevi qui se non lo avete visto. Ben poco, dicevano, fino a quando anche Oscar, suo compagno di scuola d'infanzia, non scopre di avere la stessa capacità di manifestare un suo alter ego robotico gigantesco sempre a Seoul. Anche Oscar ha dei problemi, di origine oppposta ma convergenti a quelli di Gloria e la loro contrapposizione sarà quella che da metà film in poi dirigerà tutta la storia.
Poco sopra dicevo che Colossal è un film di kaiju "sulla carta". In realtà a mio avviso è più appropriato definirlo un film di supereroi. Nello specifico, una origin story: una persona qualunque scopre di avere un potere che non controlla del tutto, capace di provocare conseguenze enormi, e qualcuno con un potere simile al suo gli si oppone. Il fatto che i personaggi principali siano dei disperati (ancorché tutto sommato "benestanti") mi ha fatto pensare più volte a Lo chiamavano Jeeg Robot, anche se l'esecuzione è ben diversa. Ma l'idea di fondo, quella del potere che comporta responsabilità, è quella.
Per la verità, credo che tutto il film sia meglio interpretato in questa chiave. I kaiju sono chiaramente un pretesto, una proiezione, e di fatto la loro origine non è nemmeno spiegata (sì, c'è un breve flashback ma non fornisce nessuna informazione). Ma non è quello il punto. I mostri sono una manifestazione tangibile delle proprie azioni, e per questo sono così sconvolgenti per la protagonista, che ha passato tutta la sua vita a ignorare le conseguenze di ciò che fa o non fa. La metafora è potente, e in certe sequenze molto intensa.
Ma c'è un altro problema. Quando il vecchio compagno di scuola entra in gioco, la storia vira troppo bruscamente sul conflitto tra i due, e per questo si perde di vista la tematica iniziale in cui Gloria cercava da sola di prendere il controllo di se stessa. Nel momento in cui si manifesta un nemico, allora è scontato che l'obiettivo diventi combattere lui, e per questo sembra perdere importanza il fatto di sapere cosa si sta facendo. Inoltre il conflitto tra i due sembra esplodere in maniera un po' artificiosa, quando il ragazzo scopre di avere lo stesso potere e forse obnubilato da questa idea si lascia andare a istinti biechi e violenti, cosa che non aveva mai manifestato prima.
Sicuramente Colossal è un film intrigante, che affronta un tema visto e rivisto in modo nuovo. Riesce a costruira una prima parte sul filo della commedia nonostante un tema più profondo di quanto sembri, poi perde un po' la strada ma si riprende nel finale. Nel complesso meritevole, forse con qualche potenzialità non pienamente sfruttata.
E lo facciamo parlando di un film che alla sua uscita mi aveva molto incuriosito, ma che finché Netflix non me lo ha presentato davanti tra le novità non mi sono ricordato di andare a cercare (e questa per me è la funzione più importante assolta da Netflix). Colossal è sulla carta un film di kaiju, i mostri giganti distruttori di città dei film giapponesi. Ma si presenta da subito come un film quanto meno particolare: il mostro che terrorizza Seoul infatti (questo non è uno spoiler, lo vedete dal trailer) è controllato da Gloria (Anne Hathaway), una ragazza newyorkese nullafacente e accidiosa, incacape di dare una direzione alla sua vita tra casa, lavoro, relazioni e alcool. Non che Gloria indirizzi di sua volontà la creatura a distruggere la Corea, ma dopo le prime manifestazioni la ragazza si accorge che il mostro ripete le sue azioni in diretta.
Che cosa comporta questo? In realtà ben poco, fino a quando sono costretto a entrare nello spoiler per poter continuare il commento quidni fermatevi qui se non lo avete visto. Ben poco, dicevano, fino a quando anche Oscar, suo compagno di scuola d'infanzia, non scopre di avere la stessa capacità di manifestare un suo alter ego robotico gigantesco sempre a Seoul. Anche Oscar ha dei problemi, di origine oppposta ma convergenti a quelli di Gloria e la loro contrapposizione sarà quella che da metà film in poi dirigerà tutta la storia.
Poco sopra dicevo che Colossal è un film di kaiju "sulla carta". In realtà a mio avviso è più appropriato definirlo un film di supereroi. Nello specifico, una origin story: una persona qualunque scopre di avere un potere che non controlla del tutto, capace di provocare conseguenze enormi, e qualcuno con un potere simile al suo gli si oppone. Il fatto che i personaggi principali siano dei disperati (ancorché tutto sommato "benestanti") mi ha fatto pensare più volte a Lo chiamavano Jeeg Robot, anche se l'esecuzione è ben diversa. Ma l'idea di fondo, quella del potere che comporta responsabilità, è quella.
Per la verità, credo che tutto il film sia meglio interpretato in questa chiave. I kaiju sono chiaramente un pretesto, una proiezione, e di fatto la loro origine non è nemmeno spiegata (sì, c'è un breve flashback ma non fornisce nessuna informazione). Ma non è quello il punto. I mostri sono una manifestazione tangibile delle proprie azioni, e per questo sono così sconvolgenti per la protagonista, che ha passato tutta la sua vita a ignorare le conseguenze di ciò che fa o non fa. La metafora è potente, e in certe sequenze molto intensa.
Ma c'è un altro problema. Quando il vecchio compagno di scuola entra in gioco, la storia vira troppo bruscamente sul conflitto tra i due, e per questo si perde di vista la tematica iniziale in cui Gloria cercava da sola di prendere il controllo di se stessa. Nel momento in cui si manifesta un nemico, allora è scontato che l'obiettivo diventi combattere lui, e per questo sembra perdere importanza il fatto di sapere cosa si sta facendo. Inoltre il conflitto tra i due sembra esplodere in maniera un po' artificiosa, quando il ragazzo scopre di avere lo stesso potere e forse obnubilato da questa idea si lascia andare a istinti biechi e violenti, cosa che non aveva mai manifestato prima.
Sicuramente Colossal è un film intrigante, che affronta un tema visto e rivisto in modo nuovo. Riesce a costruira una prima parte sul filo della commedia nonostante un tema più profondo di quanto sembri, poi perde un po' la strada ma si riprende nel finale. Nel complesso meritevole, forse con qualche potenzialità non pienamente sfruttata.
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