Film comparso qualche settimana fa su Netflix e che era già stato occasionalmente proposto, e sulle prime avevo ignorato, poco attratto dalla sinossi (ma si sa che le descrizioni di Netflix non sono affidabili). In seguito ho scoperto che si tratta di un film italiano, e l'interesse si è risollevato, perché i film horror italiani (contemporanei) sono rari almeno quanto i film italiani di fantascienza. In più qualche commento positivo colto qua e là mi ha incoraggiato a provarlo, e alla fine è passato.
Il mio commento complessivo è un deciso "forse". Oltre il guado si presente bene all'inizio, con un protagonista silenzioso, un ricercatore che studia il comportamento degli animali nei boschi, in quella che si scoprirà essere la montagna friulana, al confine con la Slovenia. Il nostro etologo è esperto e competente, ben attrezzato: visori e telecamere a infrarossi, registratori audio e video, localizzatori satellitari, camper, luci, batterie ecc: l'armamentario di chi sa come cavarasela da solo, lontano dalla civiltà. Ed è questo che mi ha portato a tifare per lui: quando i primi fenomeni paranormali si presentano, lui affronta la cosa con sano spirito scientifico e pragmatico: ascolta, registra, riguarda. Capisci. A questo punto non dispiace nemmeno una piccola dose di found footage mediata dalle telecamere sugli animali, e le reazioni delle stesse bestie selvatiche alle apparizioni soprannaturali: un twist interessante a un trope che ormai è ampiamente superato.
Poi però la storia si annacqua, letteralmente. Il protagonista zampetta avanti e indietro per il villaggio abbandonato, torna continuamente negli stessi posti anche quando le evidenze di attività inspiegabili sono innegabili. Passa il tempo a dormire e bere invece di cercare una possibile, per quanto disperata, via di fuga. Gli ultimi quaranta minuti scorrono senza una sua vera e propria azione ragionata, al di là del ciondolare da un ambiente all'altro. Quello che inizialmente mi era sembrato l'eroe razionale finito in una ghost story a cui non voleva partecipare, diventa pedina e vittima designata.
Non aiuta a immedesimarsi una backstory generica e poco incisiva: crimini compiuti dai partigiani italiani, gemelle ostracizzate dal villaggio, roghi e annegamenti. Non è chiaro se ci sia un valore metaforico dietro la manifestazione di queste entità, e comunque non c'è tempo di pensarci. Quando (a loro giudizio) il tempo sta per scadere, fanno quello che devono fare, tanto al protagonista che ai suoi soccorritori. Peraltro, come purtroppo accade spesso in questo tipo di film, non si riesce a capire con esattezza quali siano i "poteri" delle entità.
Con la sofferenza della seconda parte del film, la fine è quasi un sollievo, ma rimane una sensazione di incompiuto, per una prova con tutte le migliori premesse che fallisce poi nell'esecuzione, apparentemente non per mancanza di mezzi. Bisogna ammettere che il film è capace per tutta la durata di mantenere un livello di ansia percepibile, anche grazie all'uso accurato del suono e la quasi totale assenza di musica. Nessun jumpscare, grazie a dio, ma nemmeno niente che faccia seriamente contorcere le viscere.
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