Qualche settimana fa sono passato da Bologna per la presentazione di Propulsioni di improbabilità e ne ho approfittato per un breve tour del centro. Su consiglio di un amico indigeno ho visitato SEMM Music Store e nel pur limitato reparto dedicato alla musica elettronica ho scovato un paio di dischi interessanti, uscite recenti che ho voluto subito accaparrarmi (ce n'erano anche altre, ma per problemi di budget mi sono dovuto contenere... scusa Apparat).
Il primo è il nuovo album di Ellen Allien, che si trova spesso nei miei post musicali. La signorina Allien era da un po' che non metteva insieme qualcosa, anche se era tutt'altro che sparita dalla scena clubbing. Ultimamente ci aveva abituato a musica più contemplativa, al limite dell'ambient (vedi LISm che nasceva in effetti come colonna sonora teatrale), ma abbiamo sempre saputo che quando vuole sa pestare forte. Infatti Nost è un ritorno alla sua anima techno più pura. Tracce strutturalmente semplici, che si reggono su kick, basso e synth, condite con qualche vocal in loop. Niente che non si sia già sentito da quarant'anni a questa parte, ma che è sempre un piacere ritrovare, soprattutto quando proviene da un'artista che ha saputo dimostrare capacità anche ben diverse.
E per secondo viene invece l'ultimo album dei Booka Shade, altro nome ricorrente nei miei post e nei miei set. Anche loro non producevano un album da diversi anni, e con Galvany Street confermano il loro stile tech-house ricco di melodie e lyrics, per le quali si sono affidati al nuovo collaboratore Craig Walker. Anche qui ci muoviamo quindi su un territorio conosciuto, con alcuni pezzi che sicuramente spiccano rispetto agli altri (ad esempio l'apertura Digging a Hole), ma il livello di qualità è comunque buono e soprattutto confortevole. Musica accessibile anche a chi non pratica il genere, che si presta bene all'ascolto casuale.
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