Quella volta che sono nato

Trent'anni fa, ora più ora meno, nascevo io. Era il 12 novembre 1986 e stando a quanto dicono wikipedia e altre fonti, niente di storicamente rilevante è successo. Un giorno come un altro.

Quanto ho appena affermato potrebbe sembrare strano a qualcuno. Infatti, il grosso degli auguri li ho ricevuti un paio di giorni fa, il 10 novembre. Questo perché il mio profilo facebook riporta questa data come giorno del mio compleanno. Sono stato io, al momento dell'iscrizione a fb, a scegliere una data volutamente errata (ma non poi di tanto). I motivi di questa scelta all'epoca erano due:
  1. Non volevo che i miei "dati personali" fossero di pubblico dominio. Non mi fidavo ad rivelare a facebook o chi per esso la mia vera data di nascita. In effetti avevo anche scelto un nickname, ma di recente sono stato sgamato e costretto a inserire il mio nome vero. Non sono sicuro che questa ragione sarebbe ancora valida se dovessi iscrivermi oggi, perché ormai mi sono arreso al fatto che non c'è modo di sfuggire a questa rete di dati interconnessi. Facebook, Google, Amazon e tutti gli altri sanno chi sono, e sono perfettamente in grado di collegare tutti i miei account. Non gli frega nulla di farlo, ma ne hanno la capacità.
  2. Volevo che la mia data di nascita rimanesse nota solo ai più "intimi". Ricevendo gli auguri con due giorni di anticipo, avrei avuto la percezione di chi mi conosceva davvero e chi invece si affidava ai promemoria del social. La mia intenzione era anche quella di usare questa scusa per poter rispondere "Beh, no, sai, in realtà il mio compleanno è il 12", di modo che l'altro si sentisse una merda e l'anno successivo si ricordasse la vera data.
Se come ho già detto la ragione 1 oggi non mi  sembra più così valida, qualcosa di più curioso è successo per la 2. Con il passare del tempo (sono tra l'ottavo e nono anno su fb), il giochino del "Ehi, non è il mio vero compleanno" mi ha un po' stufato, e anzi mi sembrava quasi un colpo basso rimbrottare chi ha genuinamente voluto dedicare un minuto del suo tempo per scrivermi gli auguri (in effetti per quanto mi riguarda gli auguri tramite social sono del tutto inutili infatti non li faccio mai, ma non contesto chi ritenga che siano un gesto dovuto e gradito). Tanto più che ho iniziato a ricevere non soltanto auguri tramite la bacheca di fb, meccanismo più impersonale, ma anche su altri canali, sempre nel giorno del 10 novembre. E sarebbe davvero da stronzi rispondere a tutti che hanno sbagliato a farmi gli auguri, per cui ormai mi limito a ringraziare per il pensiero. In questa trappola stanno cadendo progressivamente tutti, non solo i conoscenti con cui ho rapporti superficiali o pressoché nulli (il che è comprensibile), ma anche amici più vicini e addirittura parenti. Il mio steso telefono, da quando si è voluto sincronizzare con tutte le applicazioni installate, mi fa gli auguri con due giorni di anticipo.

Per cui, per buona parte del mondo sono nato il 10 novembre. E quando sei l'unico a sostenere una cosa contro tutto il mondo inizi a chiederti se non sia tu a essere in errore. Certo, ci sono documenti e atti che certificano la mia data di nascita, ma anche questi quanto sono affidabili? D'altra parte mio padre era ufficialmente nato il 14 giugno, ma probabilmente l'atto di nascita era stato registrato con uno o due giorni di ritardo, per cui è probabile che in realtà fosse nato il 12 o il 13. Nemmeno lui lo sapeva con sicurezza. Allo stesso modo, se tra altri 10 anni, tutti si ricorderanno che per anni mi hanno fatto gli auguri il 10 novembre, e non gli è mai stato detto che stavano sbagliando, allora sarà praticamente accertato che è quella la mia data di nascita.

E questo ci pare un fatto molto interessante. L'idea che la percezione esterna di un fatto, per quanto contraddittoria nei confronti della realtà del fatto stesso, ne modifichi la natura. È già stato dimostrato come la nostra memoria sia imperfetta e fallibile, e a volte arrivi a stravolgere completamente i dati oggettivi, pur in completa buona fede. Ma non di meno, noi siamo quello che ricordiamo. Per cui, non escludo che tra molti anni, ricordando di aver sempre ricevuto gli auguri il 10 novembre, io non inizi a pensare di essere davvero nato quel giorno.

Forse mi sono trovato particolarmente incline a riflessioni di questo tipo perché ho appena finito di leggere The Affirmation di Christopher Priest (ne parlerò meglio in un prossimo post), romanzo che inizia proprio da un protagonista intenzionato a racconatare a se stesso la propria storia. La data del mio compleanno è solo un piccolo, banale episodio che serve a ricordarci che ciò che definiamo realtà è un concetto molto labile. La realtà è la storia che ci raccontiamo, e che gli altri a volte raccontano a noi di noi stessi. Forse non esiste niente che continua a esistere quando smettiamo di crederci.

A trent'anni compiuti, sono questioni con cui bisognerebbe iniziare a fare i conti.

E comunque, grazie a tutti per gli auguri.



2 commenti:

  1. In effetti, uno dei compleanni più celebrati del mondo (25 dicembre) è notoriamente sbagliato persino secondo le fonti ufficiali del fan club :)

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  2. la tua riflessione mi ricorda un intervento del sociologo (e autore di giochi di ruolo) luca giuliano. al netto del riferimento ai giochi di ruolo, il discorso sulle narrazioni, condivise o meno, potrebbe forse interessarti: https://www.rill.it/node/63

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