Dieci Euro per un autore sconosciuto

Parlo ancora di Spore, anche se in modo indiretto. Nel senso, questo non è un post promozionale, piuttosto una riflessione innescata da queste prime settimane di diffusione del libro. Succede che naturalmente, come mai ho fatto per le mie pur numerose precedenti pubblicazioni, questo che è un mio libro vero ho cercato di farlo conoscere e invogliare all'acquisto. Questo non vuol dire che sono andato a bussare porta a porta, ma mi sono messo a informare pressoché tutti i miei conoscenti della novità, e alcuni di questi, quelli a me più legati, hanno poi pensato di fare altrettanto coi loro conoscenti. Le conversazioni si sono svolte pressappocco su questo copione:

"Ehi, lo sai, un mio amico ha appena pubblicato un libro!"
"Ah davvero? Come si intitola?"
"Spore, è una raccolta di racconti..."
"Ah. E dove lo trovo?"
"Lo puoi ordinare su internet, oppure alla casa editrice, o magari glielo chiedo e te ne porto uno io."
"Uhm. E quanto costa?"
"Se lo ordini on line nove euro e novanta."
Pausa drammatica.
"Eh, ma dieci euro per un autore sconosciuto sono troppi, dai!"

La conversazione forse prosegue, ma fermiamoci su questa frase. Che almeno tre persone diverse mi hanno riferita, e che mi è stata detta anche personalmente. Secondo loro, dieci euro per un autore sconosciuto sono troppi. Questo implica automaticamente che invece, per un autore conosciuto, dieci euro vanno bene. Perché questa distinzione?

Posto che io non voglio dire a nessuno come spendere i suoi soldi, e che non ho forzato nessuno, nemmeno gli amici più stretti, all'acquisto, aspettando che fossero loro a chiedermelo, perché non me ne faccio niente di un lettore che compra il libro giusto perché sì, dai, sei simpatico, poi però mi paghi una bevuta, eh? A me interessa che chi mi compra voglia leggermi, quei dieci euro non devono essere un'elemosina ma una giusta ricompensa*.

Ma perché allora quei dieci euro non si possono spendere per un autore sconosciuto? Cosa deve fare l'autore, per meritarsi la fiducia e il conseguente esborso monetario? È davvero la notorietà dell'autore il fattore chiave che permette di aprire il portafogli e tirare fuori un foglietto rosso? Perché seguendo questo ragionamento, il decino lo si spende per il libro di Raul Bova, ma non per quello del nostro vicino di casa. Perché allora vale il criterio che se sulla copertina riconosciamo il faccione della sagoma di turno allora "Ah sì, lui è ganzo dai, quanto costa, quattordicennovanta? Vabbene dai, è bravo", ma se una persona che ti è più vicina (a livello sociale, personale, umano) pubblica qualcosa, allora quella stessa spesa va ponderata bene. Perché non vorrai mica fargli credere, a quel cretino che veniva a scuola con te, che si può campare scrivendo libri? Vada a zappare la terra, sto Calvino denoattri!


So che non risulto affatto simpatico con questa mia uscita. Ma ripeto, ci possono essere decine di motivi validi perché una persona non voglia comprare Spore, e io non ne contesto nemmeno uno. Vi faccio un elenco, spuntate quelli in cui vi riconoscete:
  • Non ho soldi da spendere
  • Costa troppo
  • Compro solo due libri all'anno e ce li ho già
  • Ho in casa x libri da leggere e non voglio prenderne altri
  • Non leggo autori italiani
  • Non mi piace la fantascienza
  • Non mi piacciono i racconti, leggo solo romanzi
  • Non ho tempo per leggere**
  • Non mi piace la copertina
  • Conosco l'autore, mi sta antipatico
  • Leggo solo e-book***
  • ...
Tutte queste sono nella maggior parte dei casi scuse per svincolarsi, non diverse da quelle che rifiliamo al senegalese o alla zingara che ci vengono a chiedere i soldi al parcheggio del supermercato o alla stazione, ma possono anche essere vere, e le rispetto. Io stesso mica crederete che compri tutti i libri di conoscenti e colleghi che escono ogni mese? Faccio le mie selezioni, basate su criteri più approfonditi, ma devo comunque selezionare, ché i soldi e il tempo sono pochi. Non ho mai discusso risposte come questa.

Ma quando mi dici che non spendi 10 euro per un autore sconosciuto, allora mi stai anche dando del buffone. Stai mettendo in dubbio la mia professionalità, stai insinuando che se nessuno mi conosce un motivo ci sarà, e te mica sei un fesso che ti fai abbindolare. E questo, invece, non lo accetto.

E con questo non voglio dire che i tuoi soldi strenuamente guadagnati col sudore devi darli a tutti i wannabewriters che ti si presentano davanti, ma allora dimmi, come definisci "autore sconosciuto"? Un autore che non ha mai pubblicato niente, o che non hai mai visto da Fazio in tv? Un autore che non è mai stato selezionato e segnalato a premi, o i cui libri non sono impilati di fianco alla cassa agli IBS Store? Un autore che non è da anni presente e attivo nelle varie community, o uno che non è famoso per altre attività che non hanno niente a che fare con la scrittura? Ecco cos'è che mi irrita. Che si consideri "meritevole" solo quello che viene sbattuto sotto il naso a ogni occasione, e che non si pensi di propria iniziativa che ci possa essere anche altro di buono, persone che mettono tutta la loro passione, competenza e impegno in questa attività.

C'è un motivo per cui questo blog si chiama proprio Unknown to Millions, c'è una ragione se ho intitolato il mio spazio a un pezzo degli Artist Unknown che mi fa da manifesto. È che io so di non essere nessuno, di essere uno sconosciuto ai milioni, e che tale rimarrò, ma questo non mi impedisce di sgomitare per emergere dal brodo primordiale, di sprecare bloodsweatandtears in qualcosa che possa rendermi un pochino meno unknown.


Se tu che stai leggendo sei uno di quelli che non danno soldi ad autori sconosciuti, ti propongo un patto: conoscimi. Sfoglia le pagine di questo blog, pesca una rubrica e leggiti tre anni di post. O sfoglia le recensioni e scegline una tra le trecento e passa. Se poi pensi che il blog non sia indicativo delle doti di autore, allora, vai nella sezione "pubblicazioni" e clicca su uno degli oltre quaranta lavori che ho pubblicato dal 2008 a oggi. E se, sia mai, questo comporta un esborso da parte tua, allora scaricati gratis uno dei miei ebook. Oh, giusto, ma tu leggi solo in cartaceo, vero?

A questo punto, se hai fatto una o più di queste cose, dovresti conoscermi. Non dovrei essere più l'autore sconosciuto che a prescindere non merita i tuoi soldi. Ora, se i 10 € non vuoi darmeli, non c'è nessun problema, perché allora non li voglio, e possiamo serenamente continuare ognuno per la sua strada.


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*Sia chiaro che a me non vengono in tasca 10 euro a copia! Anzi, siamo nell'ordine dei decimi di euro, altro che decine...
**Questa generalmente è una cazzata, e significa piuttosto "non ho voglia di leggere". Ma per lo meno è una specie di scusa-jolly che non porta con sé tracce di supponenza.
***All'occorrenza rivoltabile in "Leggo solo cartaceo" se si propone un e-book

7 commenti:

  1. Capisco l'incazzo, ma forse quel "Eh, ma dieci euro per un autore sconosciuto sono troppi, dai!" dipende anche dal fatto che se hai dieci euro da spendere in libri, preferisci andare sul sicuro (si fa per dire…) e scegliere un autore che già conosci, oppure un libro di cui hai già sentito parlare bene.

    Io prima di scaricare le tue Quattro apocalissi ho aspettato di leggere qualche commento positivo, che ok, mi piace il tuo blog e condivido molto del tuo approccio alla lettura, ma un libro è un libro e le qualità del blog non è detto si ritrovino automaticamente in un testo di narrativa.
    E pensa che Quattro apocalissi era gratis!

    Comunque sia, io ero poi passato di qua solo per dirti che stamattina ho trovato Spore nella cassetta delle lettere! Yuppie!

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  2. il punto è che quel commento è di solito lanciato con una supponenza davvero fastidiosa, e da lettori che hanno poco o nulla con cui valutare la "fama" o "qualità" di un autore. rispetto immensamente di più la tua selezione, perché so che sei un "esperto" del tuo settore, e come anch'io facc io (l'ho detto), sei tenuto comunque a discernere quello che merita e quello che no. in questi casi invece si ribatte a priori, che quanto non è noto ai più non meriti di esserlo.


    in ogni caso è confortante che qualche copia stia arrivando, speriamo arrivino anche le altre!

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  3. Nota che le quattro apocalissi, l'iguanone, le ha lette perché ci ho scritto tempo fa le famose due righe e mi piacette parecchio.
    Però ,come avrai letto, non ho apprezzato a quel modo il tuo racconto dentro la raccolta Steampunk e neanche Mytholofiction (pur avendolo apprezzato per la leggerezza e l'intrattenimento) non ha raggiunto lo stesso livello delle Apocalissi.
    Detto questo, sono d'accordo con te quando uno "non assaggia prima di giudicare" perché è effettivamente brutto e pure stupido.
    Tutta sta pappardella per dirti che sarà facile che il Babbo mi porti delle Spore questo Natale... e credo che se non ne sarà valsa la pena verrò qui a richiedere i danni!!

    ps: Con "danni" non intendo soldi ma almeno una birra o una pizza quando sarai in tour mondiale col tuo libro ;)

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    1. uhm no, mi sono perso il commento sul racconto steampunk, o forse non mi ricordo qual è di preciso... ma ripeto, accetto senza problemi i pareri e le critiche, e mica voglio imporre a nessuno di fare un acquisto che non vuole e/o non si può permettere. in realtà tutto il discorso era più una riflessione sulla percezione distorta da parte del "grande pubblico" di quelli che sono i "nuovi autori", ma forse trovandomici coinvolto direttamente non sono riuscito a parlarne in modo distaccato.

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    2. Aggiungo solo che voi "nuovi autori" siete legione, e sta cosa confonde ulteriormente il povero pubblico che fa davvero fatica ad orientarsi. Se poi pensi che il 99% di tale schiatta fa schifo (no, niente mezze misure oggi), capisci ben che quando ti propongono un autore sconosciuto tremi.

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    3. E se trema l'iguana, pensa te chi legge 1 o 2 volumi l'anno (detto anche "grande pubblico").
      Sai che più ci penso e l'approccio più appropriato per farsi conoscere non è quello di buttare giù i muri a spallate o "lamentarsi" del "grande pubblico", quanto invece quello di fare gruppo. Se ci ragioni la sf straniera riesce a sfondare perché ci sono delle grosse aggregazioni di scrittori che si aiutano uno con l'altro. Perché qui da noi non c'è questa comunione dei beni? C'è più un volersi chiudere dentro una ricorsione che non porta da nessuna parte.
      Ultimamente c'è un gran dibattere sull'autoproduzione. Io non ci vedo niente di male di per sè, anzi, ma è l'approccio che non funziona.

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    4. ah guarda, io sono l'ultimo arrivato quindi non ti so dire come mai da noi funziona così... ogni anno per l'italcon viene su un polverone assurdo, quindi sembra che non se ne esca mai... anche volendo "fare gruppo" per un giovane autore (nel senso uno che scrive/pubblica da poco, non un autore tenneager!) è difficile riuscire a entrare in quella specie di casta degli addetti ai lavori. non voglio tirare fuori il discorso "in italia facciamo tutti così", ma un'altra ragione fatico a trovarla.

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